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Aumentare l’Iva, portandola dal 4% al 22%, per scoraggiare il consumo di olio di palma presente in gran parte degli alimenti, e per finanziare campagne informative sulla corretta alimentazione: ecco il ddl “Campanella” presentato al Senato

Aumentare l’Iva, portandola dal 4% al 22%, per scoraggiare il consumo di olio di palma presente in gran parte degli alimenti. È uno dei punti del disegno di legge di iniziativa del senatore Francesco Campanella (Sinistra Italiana - Altra Europa con Tsipras) presentato oggi al Senato. In 3 articoli propone misure per contribuire a ridurre il consumo, più in generale, di grassi polinsaturi, idrogenati e zuccheri aggiunti “nascosti” in gelati, merendine, grissini, fette biscottate e così via.
La leva fiscale, ha spiegato Campanella, va a diminuire la convenienza per l’industria alimentare ad usare l’olio di palma a vantaggio di altri grassi. Il ddl punta poi ad aumentare la consapevolezza dei consumatori con informazioni in etichetta, vietare il consumo di cibi e bevande ad alto contenuto di grassi e zuccheri nella refezione scolastica e sanitaria. Inoltre prevede che il maggior gettito fiscale vada a finanziare campagne informative sulla corretta alimentazione, da realizzarsi con le scuole dell’obbligo, essendo i bambini i soggetti più a rischio di obesità.
Secondo l’Istat, i costi economici legati all’obesità e al sovrappeso rappresentano il 2-7% dei costi sanitari totali. A oggi in Italia la popolazione adulta in sovrappeso è del 36,2%), mentre gli obesi sono il 10,2%. Percentuali che si aggravano nei bimbi, con il 20,9% in sovrappeso, il 9,8% obeso e il 2,2% gravemente obeso, con il rischio di malattie cardiovascolari.

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