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Gli chef stellati sempre più votati al sociale: dopo il Refettorio Ambrosiano di Milano, Bottura “& friends” replicano alla mensa Padre Ernesto dell’Antoniano di Bologna. Dal 9 maggio, ogni lunedì uno chef diverso per le famiglie in difficoltà

“Non di solo pane si nutre l’uomo e la cultura sarà l’ingrediente più importante per il cuoco del futuro. Vogliamo ripetere l’esperienza di Milano con il Refettorio Ambrosiano, ma lo faremo anche a Modena, Palermo, Torino. Sono orgoglioso che l’Antoniano mi abbia chiamato, sono cresciuto a Parmigiano e Zecchino d’oro”. Lo chef tristellato Massimo Bottura, animatore dell’associazione “Food for soul”, ha presentato, con il direttore dell’Antoniano di Bologna Alessandro Ciaspoli, il progetto per la mensa “Padre Ernesto”, realtà che distribuisce oltre 30.000 pasti in un anno, e che dal 9 maggio avvierà un servizio di cena per famiglie in difficoltà con bambini, per 80 coperti (www.onlus.antoniano.it).
I locali della mensa saranno abbelliti. Ma “un caviale scadente vale come una tazza di latte con parmigiano e uovo sbattuto” ha detto Bottura, insistendo su lotta allo spreco con utilizzo di prodotti vicino alla scadenza o scartati. È quello che faranno i suoi colleghi, in collaborazione con “Chef to chef”: ogni lunedì un cuoco diverso, il 9 maggio Max Poggi, il 16 Mario Ferrara, poi gli altri (www.cheftochef.eu).

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