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Olio di oliva, gli italiani tagliano: in 10 anni -25%, a 9,2 chili procapite all’anno. Così Coldiretti, che grida all’“addio alla dieta mediterranea” nella Giornata nazionale dell’extravergine . Produzione 2015/16 a 299.000 tonnellate, Puglia al top

Non Solo Vino
Consumi di olio di oliva: gli italiani tagliano. Lo dice la Coldiretti

Tra crisi e cambiamento degli stili di vita, ma anche scandali e perdita di fiducia, gli italiani “hanno tagliato del 25% negli ultimi 10 anni gli acquisti di olio di oliva, e i consumi a persona sono scesi a 9,2 chili all’anno, dietro alla Spagna con 10,4 chili, e alla Grecia che con 16,3 chili domina la classifica”. A dirlo una analisi della Coldiretti, che grida ad un vero e proprio “addio alla dieta mediterranea”, nella Giornata nazionale dell’extravergine italiano, dalla quale si evidenzia il rischio di effetti negativi per la salute per la scomparsa dalle tavole di uno dei prodotti base della dieta mediterranea, riconosciuto unanimemente come elisir di lunga vita. “A pesare sono tra l’altro i recenti scandali sulle truffe dell’olio che hanno aumentato la diffidenza come pure la diffusione di prodotti di importazione di bassa qualità che disorientano i consumatori” ha affermato il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che si tratta di “una situazione intollerabile in un Paese come l’Italia che è l’unico al mondo a contare su 533 varietà di olive e 43 oli tutelati dall’Unione Europea”.
I 250 milioni di ulivi diffusi su tutta la penisola, quest’anno, spiega Coldiretti, hanno garantito una produzione da record dal punto di vista qualitativo, grazie ad una stagione caratterizzata da condizioni climatiche prevalentemente favorevoli e dalla sostanziale assenza di problemi fitosanitari rilevanti. Il pericolo della mosca olearia è stato scongiurato soprattutto grazie alle alte temperature che si sono registrate nei mesi estivi, il cui protrarsi, però, unitamente alla prolungata assenza di precipitazioni, ha ostacolato in alcune zone il normale sviluppo vegetativo degli oliveti, impedendone la piena carica produttiva. Questo ha fatto sì che, pur essendo le previsioni di produzione in netto rialzo rispetto alla annata precedente, si presagisca una raccolta comunque inferiore alla media. Dalla ponderazione delle stime delle diverse Regioni, si prevede una crescita attesa media del 46% sulla campagna 2014-2015, per un valore assoluto che si attesterebbe sulle 299.000 tonnellate, secondo l’Unaprol. Il segno positivo è registrato in tutte le regioni olivicole italiane, con l’eccezione della Sardegna (-20%), ed il primato produttivo che spetta di gran lunga alla Puglia, che produce oltre la metà dell’olio di oliva italiano (179.827 tonnellate).
In queste condizioni per approfittare dell’ottima annata made in Italy, il consiglio di Coldiretti è quello di guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100% da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica. “Se si vuole comperare un buon extravergine italiano - conclude la Coldiretti - bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 6-7 euro al litro che non coprono neanche i costi di produzione”.

Focus - Previsioni di produzione Olio Vergine di Oliva 2015-2016 (Elaborazioni Coldiretti su dati Unaprol)
Regione - Variazione% sul 2014/2014 - Previsioni 2015/16 (tonnellate)
Lombardia - 60% - 294,56
Liguria - 60% - 1.645,81
Veneto - 40% - 1.164,22
Emilia Romagna - 15% - 769,98
Toscana - 60% 7.455,72
Umbria - 40% - 1.235,28
Marche - 60% - 2.878,15
Lazio - 40% - 7.959,18
Abruzzo - 60% - 5.809,63
Molise - 60% - 2.262,99
Campania - 60% - 7.479,20
Puglia - 45% - 179.827,41
Basilicata - 45% - 3.280,14
Calabria - 41% - 36.415,21
Sicilia - 60% - 34.260,48
Sardegna - -20% - 5.610,23
Italia - 46% - 298.348,20

Focus - Coldiretti: Italia invasa da olio tunisino, +734% nel 2015
L’Italia è invasa da olio di oliva tunisino con le importazioni dal Paese africano che sono aumentate del 734% nel 2015, pari ad oltre otto volte le quantità rispetto allo scorso anno. A dirlo la Coldiretti presentata alla Giornata Nazionale dell’Extravergine italiano, sulla base dei dati Istat sui primi 7 mesi.
“Quest’anno - sottolinea la Coldiretti - si sono registrati sbarchi record di olio dalla Tunisia che diventa il terzo fornitore dopo la Spagna, la quale perde terreno anche a favore della Grecia, con l’aumento del 517% delle spedizioni elleniche verso l’Italia nello stesso periodo. Il risultato è che nel 2015 - precisa la Coldiretti - l’Italia si conferma il principale importatore mondiale di olio di oliva nonostante l’andamento positivo della produzione nazionale.
Una situazione che - continua la Coldiretti - rischia di peggiorare ulteriormente dopo il via libera annunciato dalla Commissione Europea all’aumento del contingente di importazione agevolato di olio d’oliva dal Paese africano verso l’Ue fino al 2017, aggiungendo ben 35.000a tonnellate all’anno alle attuali 57.000 tonnellate senza dazio già previsti dall’accordo di associazione Ue-Tunisia”.
Una decisione sulla quale - ricorda la Coldiretti - è giustamente intervenuto anche il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, affermando che “non si deve danneggiare l’economia agricola nazionale”. “Il rischio concreto - sostiene la Coldiretti - è il moltiplicarsi di vere e proprie frodi come sembrano dimostrare le recenti indagini aperte dalla Magistratura e dall’Antitrust, ma anche di inganni, con gli oli di oliva importati che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri, a danno dei produttori italiani e dei consumatori. Sotto accusa - sostiene l’organizzazione - è la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicare per legge l’origine in etichetta dal 1 luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è pero’ quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. I consumatori - precisa la Coldiretti - dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente. In attesa che vengano strette le maglie larghe della legislazione per non cadere nella trappola del mercato”.
“In queste condizioni per garantire la trasparenza di mercato occorre anche dare concreta applicazione alle norme già varate con la legge “salva olio”, la n. 9 del 2013” ha affermato il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “è necessario procedere tra l’altro alla definizione delle sanzioni per inadempienza per l’uso obbligatorio dei tappi antirabbocco nella ristorazione, dove si continuano a trovare le vecchie oliere che permettono i miscugli, ai controlli per la valutazione organolettica che consentirebbero di distinguere e classificare gli oli extravergini d’oliva e soprattutto quelli dei regimi di importazione per verificare la qualità merceologica dei prodotti in entrata”.

Focus - Coldiretti: “il fatturato sale a 3 miliardi di euro. Arriva la prima Tac antitruffe per riconoscere il made in Italy”
Il fatturato dell’olio d’oliva sale al valore record di 3 miliardi di euro realizzati per oltre la metà grazie alle esportazioni. A dirlo Coldiretti nella Giornata nazionale dell’extravergine italiano, dalla quale si evidenzia che una spinta al settore viene dal recente storico accordo di filiera che ha coinvolto le organizzazioni dei produttori olivicoli, l’industria olearia, il commercio all’ingrosso e del confezionamento dell’olio di oliva e le organizzazioni rappresentative dei frantoiani. “L’aumento costante del consumo di olio di oliva che nel mondo ha fatto un balzo del 50% negli ultimi 20 anni apre grandi opportunità che il made in Italy deve saper cogliere”, ha affermato il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo nel precisare che “per farlo deve puntare sull’identità, sulla legalità e sulla trasparenza per recuperare credibilità anche all’estero”.
L’accordo ha validità triennale a partire dalla campagna di commercializzazione 2015-2016 e sancisce l’impegno dei produttori a garantire specifiche qualità organolettiche del prodotto, tracciato, in linea con i parametri comunitari certificati da laboratori accreditati, ma anche - sottolinea la Coldiretti - il pagamento di 40 centesimi di euro al chilo in più rispetto ai prezzi di mercato, rilevati sulla Borsa merci di Bari, per partite di oli extra vergine di oliva qualitativamente superiori e con un’acidità massima di 0,4%. Nello specifico - continua la Coldiretti - vengono definite le caratteristiche dell’olio extra vergine di oliva, standard di qualità elevati, sicurezza alimentare, modalità e tempi di consegna di uno stock di 10.000 tonnellate di prodotto che dovrà essere consegnato entro marzo 2016, con scadenza ogni prima settimana del mese e quantitativi variabili tra mille e le tre mila tonnellate a partire dalla firma dell’intesa. A garanzia nell’accordo si stabiliscono, altresì, i termini di prelievi e campionamenti per analisi; le procedure per dirimere le controversie e i tempi di pagamento.
Si inizia un percorso - sostiene la Coldiretti - per valorizzare concretamente il prodotto italiano di qualità verso i principali mercati di destinazione europei ed extraeuropei facendo leva sul piano olivicolo nazionale che destina risorse interessanti al settore per incrementare la produzione nazionale; sostenere attività di ricerca; stimolare il recupero varietale e la distintività e sostenere ed incentivare strumenti di aggregazione dell’offerta.
Una necessità - ricorda la Coldiretti - dopo che l’attività di controllo da parte delle forze dell’ordine ha portato nel 2014 a sequestri per 10 milioni di euro, grazie a oltre 6.000 controlli sul comparto da parte dell’Ispettorato repressione frodi. L’accordo prevede l’impegno a controlli anche attraverso i marker chimici, il blind test e il test di identità genetica.
Ad aiutare i produttori impegnati nella lotta alla contraffazione arriva infatti l’innovazione tecnologica come quella realizzata dal gruppo di ricerca del laboratorio di Chimica Generale ed Inorganica del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali, Università del Salento, guidato dal professor Francesco Paolo Fanizzi, che si occupa di caratterizzazione di oli extravergine di oliva (blend e monovarietali), con tecniche avanzate di indagine come la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare (Nmr) ad alto campo, in combinazione con l’analisi statistica multivariata. Utilizzando sia la cultivar che la provenienza geografica come discriminante, è stato possibile - conclude la Coldiretti - ottenere buoni risultati sia per oli caratterizzati fenotipicamente che per oli prodotti con l’utilizzo di micromolitore e corredati da un accurato esame del genotipo.

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