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“Per avere una stella Michelin devi essere come Luke Skywalker, ma se riesci a prenderne tre sei Yoda”: è quello che cerca di fare dopo un primo fallimento, lo chef Adam Jones (Bradley Cooper) a Londra, in “Il sapore del successo” da domani al cinema

Non Solo Vino
La locandina del film: Il sapore del successo

“Per avere una stella Michelin devi essere come Luke Skywalker, ma se riesci a prenderne tre sei Yoda”: è in questa frase ad effetto di uno dei personaggi della pellicola, il senso di quello che cerca di fare il noto chef Adam Jones, due stelle Michelin in cerca della terza, rimettendosi in gioco nel suo nuovo ristorante di Londra, dopo aver visto fallire il suo ristorante di Parigi. Interpretato da Bradley Cooper, è il protagonista di “Il sapore del successo”, il film del regista americano John Wells, da domani al cinema, che porta l’alta cucina ed i suoi retroscena sul grande schermo con un cast stellare (Sienna Miller, Omar Sy, Matthew Rhys, Emma Thompson, Daniel Brühl, Uma Thurman e Riccardo Scamarcio).
“Ostriche e mele sono una creazione di Dio e ricette come quelle non si possono migliorare. Ma il nostro compito è provarci”. Parte con questa sfida per lo chef Adam Jones il nuovo film che vede la cucina protagonista al cinema, scritto dallo sceneggiatore britannico Steven Knight, intercettando quella rivoluzione gourmet che ha investito l’Inghilterra negli ultimi 15 anni, se solo si pensa allo chef Jamie Oliver. Ma anche a Marcus Wareing, l’ex sous chef di Gordon Ramsay, che ha ispirato la figura di Adam Jones e ne ha curato le ricette che il cuoco cinematografico propone ai suoi commensali (ma la produzione Usa si è avvalsa anche dello chef stellato italo americano Mario Batali).
In una Londra glamour e spietata per chi vuole conquistare le ambitissime Tre Stelle Michelin, la pellicola “narra bene la passione che serve per fare lo chef, e mette in luce anche lo stress di un mestiere fuoriorario che spesso tiene lontano dalla famiglia, soprattutto quando si hanno figli piccoli”, commenta all’Ansa, Alfonso Iaccarino, chef pluripremiato del Don Alfonso a Sant’Agata sui Due Golfi (Napoli) e firma della ristorazione del Gran Melia Rome Villa Agrippina. Con la polemica nella brigata di cucina tra chi sostiene che le padelle sono da museo e chi liquida la cottura a bassa temperatura tanto in voga oggi come “cucina col preservativo”, “si mette molto in evidenza in maniera esasperata l’importanza di nuove attrezzature e tecnologia, come gli abbattitori, il pacojet o il termomixer. Ma io difendo la cucina degli artigiani e della piccola pesca, nonché la freschezza dei prodotti stagionali. Che tristezza vedere quella omelette col burro, sapendo il valore che un buon olio extravergine sa dare ad un piatto. Noi siamo il Mediterraneo - sottolinea lo chef campano - e siamo convinti che non si può essere il più grande chef del mondo senza grandi prodotti. Purtroppo chi ha fatto da consulente per il film ha scelto spesso prodotti ordinari, ma rimane un film imperdibile per il soggetto e i riflettori puntati su un lavoro carico di sacrifici e di soddisfazione”.

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