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37.000 eventi gastronomici, 300.000 ospiti e oltre 7.000 chef amatoriali nel 2014 in Italia, per un fatturato di 7,2 milioni di euro. I numeri di Zestrip sul social eating, trend della sharing economy che spopola. I segreti? Semplicità e condivisione

Turismo enogastronomico? Sì, ma nella cucina di un locals. Perché con 37.000 eventi gastronomici, 300.000 persone coinvolte come ospiti e oltre 7.000 chef amatoriali attivi in Italia, per un fatturato annuo di 7,2 milioni di euro, che crescerà ancora nel 2015 per poi esplodere nel 2016, il social eating è un trend che spopola letteralmente. Ed è anche una delle tendenze più interessanti della sharing economy, che vale a livello globale 15 miliardi di dollari (dati Confesercenti), e che ormai ha fatto entrare nel lessico turistico le parole sharing tourism e food sharing. A dare i numeri del femomeno è Zestrip (www.zestrip.net), startup e portale di esperienze di viaggio, di cui il social eating e le cooking classes sono una componente richiestissima dai viaggiatori, soprattutto stranieri, che accanto al farsi guidare nei luoghi da persone del posto, amano avvicinarsi alle tradizioni culinarie del Belpaese senza filtri e mediazioni, direttamente nella cucina di un local e spesso partecipando alla preparazione delle ricette in prima persona. Il segreto del successo? La semplicità, e il soprattutto ritorno alla condivisione del cibo tra amanti della buona tavola, per puro piacere.
Un esempio? Tra le attività di social eating e cooking classes di Zestrip, c’è la cena siciliana proposta da Daria, archeologa sicula trapiantata a Roma, con protagonisti Parmigiana di melanzane, pasta alla Norma, Arancini e Cassata siciliana. Ma nella Capitale c’è anche Fernando che accompagna gli ospiti a fare la spesa al mercato di Campo de’ Fiori prima di cucinare insieme un pranzo romano, ma si può condividere anche un picnic con Francesca a Villa Borghese, Villa Torlonia o Villa Celimontana a base di frittata di maccheroni; o ancora partecipare ad una lezione di pasta per imparare a fare ravioli, tortelli, fettuccine e gnocchi con Elisa. Oltre alle attività culinarie, che giocano un ruolo da protagonista nel nostro Paese, ci sono anche attività culturali e all’aria aperta, tutte con l’obiettivo di trasmettere ai turisti stranieri la cultura italiana attraverso l’incontro e la condivisione, da Milano a Firenze, da Venezia a molte altre mete cult italiane.
“In un mondo di individui iperconnessi - sottolineano da Zestrip (dall’inglese Zest, entusiasmo, enoergia), startup incubata dal PoliHub del Politecnico di Milano, nata all’inizio di quest’anno dall’idea di tre ragazzi under 30 (Michele Arisi, Andrea Pasino e Carlo Vezzoni), con la passione per i viaggi, per la condivisione e per l’innovazione, per declinare la sharing economy al turismo - con identità relazionali che si declinano su moltissimi social network, trasformare la propria casa nella nuova frontiera del networking e dell’esperienza turistica significa un ritorno alle origini, riportare le persone ad incontrarsi dal vivo intorno ad una tavola apparecchiata per la cena, da sempre momento conviviale per eccellenza. Ancor di più se si ospitano viaggiatori di diverse nazionalità, con un bagaglio culturale completamente diverso e la curiosità di assaggiare un pizzico di tradizione italiana autentica.

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