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Archiviata una delle peggiori annate della storia per l’olivicoltura italiana, quella in arrivo si preannuncia decisamente migliore: secondo i primi dati Ismea, la produzione a 350.000 tonnellate (+60%) e nessun problema fitosanitario

Archiviata una delle peggiori annate della storia per l’olivicoltura italiana, quella in arrivo si preannuncia decisamente migliore, come rivela l’Ismea sulla base di una primissima ricognizione, da cui si evince un forte incremento produttivo sui livelli del 2014: dalle 222.000 tonnellate della scorsa campagna (dati Agea) si dovrebbe arrivare quest’anno a una produzione superiore alle 350.000 tonnellate, con un recupero di quasi il 60%, che manterrebbe comunque la produzione sotto i livelli del 2013, quando furono prodotte 460.000 tonnellate di olio di oliva (www.ismea.it).
In generale, non si segnalano problemi fitosanitari, dopo i pesanti attacchi di mosca olearia della scorsa annata, per una condizione ottimale, sia in relazione alle rese in olio sia alla qualità del prodotto finale. Senza dubbio, continua l’Ismea, il forte caldo di luglio e la prolungata assenza di precipitazioni hanno ostacolato il normale sviluppo vegetativo degli oliveti, impedendone la piena carica produttiva. L’evoluzione più recente, anche da un punto di vista climatico, non sta creando problemi nei principali centri di produzione nazionale, né si registrano timori da parte degli olivicoltori su danni da agenti patogeni, nonostante le piogge autunnali.
Con il procedere delle operazioni di raccolta, iniziate proprio in questi giorni, si avrà un quadro più puntuale della situazione che permetterà di affinare le stime di produzione e di valutare i risultati anche nelle dimensioni regionali.

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