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Per la prima volta nella storia della guida, c’è la “perfezione” al vertice de “I Ristoranti d’Italia de L’Espresso 2016”: a raggiungerla Massimo Bottura con la sua Osteria Francescana primo ristorante da 20/20 seguito da Crippa, Beck, Alajmo, Romito

Non Solo Vino
“I Ristoranti d’Italia de L’Espresso 2016”

Per la prima volta nella storia di questa guida, al vertice c’è la “perfezione”: a raggiungerla, Massimo Bottura con la sua Osteria Francescana di Modena con il voto di 20/20, primo ristorante cui la Guida attribuisce questo punteggio, e che si posiziona al vertice per la sesta volta consecutiva. Ecco il verdetto della Guida “I Ristoranti d’Italia de L’Espresso 2016”, a cura di Enzo Vizzari, di scena oggi nel vernissage alla Stazione Leopolda con Pitti Immagine a Firenze (con la Guida “I Vini d’Italia 2016”) e da domani in edicola, in libreria e in digitale, con l’edizione n. 38. Che, ancora una volta, registra una crescita nel numero dei “tre cappelli”, massimo riconoscimento assegnato ai ristoranti valutati tra 18 e 20/20, dai 27 dell’anno scorso, ai 34 di questa edizione. E se ancora una volta al top c’è Bottura, Enrico Crippa con il Piazza Duomo di Alba sale a 19,75/20, raggiungendo il punteggio appannaggio dello chef modenese nella scorsa edizione, mentre si confermano a 19,5/20 Heinz Beck con La Pergola del Rome Cavalieri, Massimiliano Alajmo con Le Calandre di Rubano e Niko Romito con Casadonna-Reale di Castel di Sangro. Nessuna promozione a 19/20, dove si confermano Davide Scabin con il Combal.Zero di Rivoli Torinese, Mario Uliassi con Uliassi di Senigallia, Antonino Cannavacciuolo con il Villa Crespi di Orta San Giulio e Gianfranco Vissani con Vissani di Baschi.
Promossi a 18,5/20 Emanuele Scarello con Agli Amici di Udine e Francesco Sposito con il Taverna Estia di Brusciano. Confermati a 18,5/20 Giampiero Vivalda con l’Antica Corona Reale di Cervere, la famiglia Santini con il Dal Pescatore di Canneto sull’ Oglio, Ciccio Sultano con il Duomo di Ragusa-Ibla, Giorgio Pinchiorri e Annie Féolde con l’Enoteca Pinchiorri di Firenze, Enrico Bartolini di Cavenago Brianza, Norbert Niederkofler con il St. Hubertus di Badia, Pino Cuttaia con La Madia di Licata, i fratelli Portinari con La Peca di Lonigo, Moreno Cedroni con la Madonnina del Pescatore di Senigallia, e Pier Giorgio Parini dell’Osteria del Povero Diavolo di Torriana.
Sono promossi a 18/20 Acquerello a Fagnano Olona, Del Cambio a Torino, Il Palagio dell’Hotel Four Seasons a Firenze, La Trota di Rivodutri, Lido 84 a Gardone Riviera, Lorenzo a Forte dei Marmi, e il Ristorante Berton a Milano. Esordisce a 18/20 Casa Perbellini a Verona. Sono confermati a 18/20 Colline Ciociare ad Acuto, Cracco a Milano, Da Vittorio a Brusaporto, Laite a Sappada e la Torre del Saracino a Vico Equense.
Tra gli oltre 2.700 locali recensiti, con quasi 400 novità (con in più l’inserto “Le migliori pizzerie d’Italia”), nell’edizione 2016 della Guida sono 34 i ristoranti con “tre cappelli”, 84 con “due cappelli”, 353 con “un cappello”, per un totale di 470 locali con punteggio da 15/20 in su. Nella geografia della cucina italiana, infine, la Lombardia resta prima tra le Regioni per numero di tavole di qualità (cioè con almeno “un cappello”), seguita da Campania, Piemonte e Toscana.

Focus - I “3 Cappelli” de L’Espresso
20
Osteria Francescana, Modena
19,75
Piazza Duomo, Alba (Cuneo)
19,5
Casadonna Reale, Castel di Sangro (L’Aquila)
Hotel Rome Cavalieri - La Pergola, Roma
Le Calandre, Rubano (Padova)
19
Combal.Zero, Rivoli Torinese (Torino)
Uliassi, Senigallia (Ancona)
Villa Crespi, Orta San Giulio (Novara)
Vissani, Baschi (Terni)
18,5
Agli Amici, Udine
Antica Corona Reale - Da Renzo, Cervere (Cuneo)
Dal Pescatore, Canneto sull’Oglio (Mantova)
Duomo, Ragusa-Ibla (Ragusa)
Enoteca Pinchiorri, Firenze
Hotel Devero - Ristorante Enrico Bartolini, Cavenago Brianza (Monza-Brianza)
Hotel Rosa Alpina - St. Hubertus, Badia (Bolzano)
La Madia, Licata (Agrigento)
La Peca, Lonigo (Vicenza)
Madonnina del Pescatore, Senigallia (Ancona)
Osteria del Povero Diavolo, Torriana (Rimini)
Taverna Estia, Brusciano (Napoli)
18
Acquerello, Fagnano Olona (Varese)
Casa Perbellini, Verona
Colline Ciociare, Acuto (Frosinone)
Cracco, Milano
Da Vittorio, Brusaporto (Bergamo)
Del Cambio, Torino
Hotel Four Seasons - Il Palagio, Firenze
La Trota, Rivodutri (Rieti)
Laite, Sappada (Belluno)
Lido 84, Gardone Riviera (Brescia)
Lorenzo, Forte dei Marmi (Lucca)
Ristorante Berton, Milano
Torre del Saracino, Vico Equense (Napoli)

Focus - I Premi L’Espresso 2016
Puiatti per il Pranzo dell’anno
Del Cambio, Torino
Kettmeir per la Cantina dell’anno
Lorenzo, Forte dei Marmi (Lucca)
Zonin 1821 per il Maître dell’anno
Le Calandre, Rubano (Padova)
Ferrari per il Sommelier dell’Anno
Alberto Piras, Il Luogo di Aimo e Nadia, Milano
Omina per il Giovane dell’Anno
Luca Abruzzino, Antonino Abruzzino, Catanzaro
Cecchi per la Cuoca dell’Anno
Valeria Piccini, Caino, Montemerano (Grosseto)
Acqua Sparea per la Novità dell’Anno
Casa Perbellini, Verona
Consorzio Tutela Vini Piceni per la Performance dell’Anno
Osteria Francescana, Modena
Pommery per il Piatto dell’Anno
Da Vittorio, Brusaporto (Bergamo)
I Vignaioli di Scansano per la Trattoria dell’Anno
Osteria del Mirasole, San Giovanni in Persiceto (Bologna)
Vite Colte per le migliori Eno Tavole dell’Anno
Rosso Rubino, Torino
Enoteca Tognoni, Castagneto Carducci (Livorno)
L’Ebbrezza di Noè, Napoli
Terra Moretti per la Cucina di Pesce dell’Anno
Il Sanlorenzo, Roma
De Cecco per la Pasta dell’Anno
Mammà, Capri (Napoli)
Berlucchi per la Selezione di bollicine
Duomo, Ragusa-Ibla (Ragusa)
Igor per il Carello di Formaggi dell’Anno
Villa Crespi, Orta San Giulio (Novara)
Lavazza per il Caffè dell’Anno
Da Cinzia, Vercelli
Fontanafredda per la Qualità del Made in Italy
Altran, Ruda (Udine)
La Vis alla Carriera
Alfonso Iaccarino, Don Alfonso, Sant’Agata sui Due Golfi (Napoli)

Focus - Il commento di Enzo Vizzari, direttore delle Guide de L’Espresso: “Il futuro che stiamo vivendo”
“Se anche solo una decina d’anni fa qualcuno si fosse spinto a profetizzare lo stato di grazia e di crescita costante con cui la cucina italiana arriva al 2016, lo si sarebbe preso per visionario o per provocatore. Si partiva da buoni presupposti, eppure sembrava lecito dubitare che un’altra generazione dorata di cuochi come quelli della Nuova Cucina Italiana (i Bottura, i Crippa, gli Alajmo, gli Uliassi, gli Scabin …) si sarebbe mai ripresentata. Da allora molto è cambiato, e si è superata tra l’altro una violenta crisi che ha inciso pesantemente sulla ristorazione a tutti i livelli. L’Italia però sa tirare fuori il proprio meglio nei contesti più sfavorevoli e oggi la nostra enogastronomia vive una sorta di nuovo “risorgimento”, godendo di un vento benevolo che premia il made in Italy autentico. I vini italiani di qualità sono sempre più apprezzati e meglio venduti in tutto il mondo, così come si coglie un po’ ovunque all’estero un concreto interesse per la nostra cucina d’avanguardia e non solo per quella tradizionale “da trattoria”. Quella che vince, anche grazie all’affermazione di un eccezionale testimonial come Massimo Bottura, è una cucina tanto identitaria, cioè italiana e riconoscibile, quanto finalmente moderna. Ne sono interpreti sia i numeri uno di ieri, che resistono al vertice senza dare segni di cedimento, sia una fresca ondata di cuochi che sono stati capaci di metabolizzare in tempi stretti le lezioni dei propri maestri, e ora s’affacciano a riscuotere i riconoscimenti che meritano. Si chiamano Baronetto, Camanini, Mollica, Salmoiraghi, Scarello, Sposito, giusto per citare quelli in prima linea, e ancora Cogo, Costardi, Dal Degan, Iannotti, Milone e il giovanissimo Luca Abbruzzino … La crescita sta coinvolgendo ogni realtà da Nord a Sud, ma è il Piemonte che la guida, meritandosi oggi la palma di “regione più buona d’Italia”, non soltanto per livello e numero di grandi ristoranti, quanto per l’affidabilità della fascia mediana e di quella ancora più umile. Fra tante mode e tendenze del gusto più o meno effimere, infine, ci è sembrato fosse il caso di fare il punto su un settore vitale che attraversa un momento decisivo di evoluzione, quello delle pizzerie. La pizza - sia essa “napoletana”, “romana” o “gourmet” - è un’altra eccellenza nostrana che ha saputo conquistare il rispetto anche dei palati più esigenti. Da questa considerazione è nata l’idea di realizzare l’inserto dedicato alle migliori pizzerie d’Italia. Anche per questa trentottesima edizione della Guida abbiamo viaggiato, assaggiato e cercato di raccontare, impegnandoci per regalare la fotografia più fedele possibile di un’Italia che si rinnova di giorno in giorno sulla via delle grandi esperienze a tavola. Buona lettura e buon appetito”.

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