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Il lavoro del futuro secondo Coldiretti: nelle iscrizioni scolastiche crollano i ragionieri e volano cuochi e agricoltori. I giovani agricoltori sono il 35% in più nel 2015, la miglior crescita nei settori lavorativi italiani

Nel nuovo anno scolastico si sono iscritti alle prime classi degli istituti tecnici di amministrazione, finanza e marketing poco più di 42.000 giovani mentre quelli che hanno optato per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera sono stati oltre 46 mila ai quali si aggiungono altri 15.000 giovani iscritti alle prime classi degli istituti tecnici e professionali agrari. Emerge da una analisi di Coldiretti sulle iscrizioni alle prime classi della scuola secondaria, statali e paritarie, nell’anno scolastico 2015/2016.

La tavola sorpassa, dunque, la scrivania nelle scelte scolastiche delle giovani generazioni, con la crisi che ha cambiato profondamente le aspirazioni. In Italia, una prospettiva di lavoro futuro sta nell’agricoltura e nel cibo, dunque, e quasi uno studente su cinque con oltre il 20% degli iscritti al primo anno delle scuole secondarie superiori tecniche e professionali ha scelto un indirizzo legato all’agricoltura e all’enogastronomia.

A crollare sono state anche le iscrizioni agli istituti professionali con indirizzo industriale, scese al minimo storico. Quest’anno si sono iscritti al primo anno degli istituti professionali per le produzioni industriali, la manutenzione e l’assistenza tecnica poco più di 19.000 giovani, in calo rispetto all’anno precedente e piùche dimezzati rispetto all’inizio della crisi (nel 2007/2008 erano 48.000), che ha colpito duramente il settore industriale.

A conferma di un rinnovato prestigio sociale del lavoro nei campi è il fatto che quasi un genitore su tre (29%) consiglierebbe ai propri figli di fare l’agricoltore e che ben il 55% sarebbe contento se il figlio o la figlia sposasse un agricoltore, secondo elaborazioni Coldiretti su Ipr Marketing.

E tra chi già lavora, cosa succede? Nel 2015 i giovani lavoratori agricoli indipendenti fanno registrare un aumento record del 35% sul 2014 con gli under 34 anni che operano come imprenditori agricoli, coadiuvanti familiari e soci di cooperative agricole che hanno superato le 70.000 unità. L’analisi di Coldiretti registra proprio nelle campagne il tasso di crescita più elevato dell’occupazione giovanile tra i diversi settori produttivi, sulla base dei dati Istat relativi al secondo trimestre 2015.

Una nuova generazione di contadini, allevatori, pescatori e pastori che fanno molto più che produrre cibo made in Italy perché proteggono i semi, le piante, l’acqua e i suoli e ogni giorno portano avanti in Italia non solo la crescita economica, ma anche la difesa della cultura, della storia, della bellezza, della salute e in generale l’alta della qualità della vita.

Non è un caso che in Italia si trovi probabilmente il maggior numero di giovani agricoltori dell’intera Unione Europa e che, secondo un sondaggio Coldiretti/Ixe’, il 57% dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (18%) o fare l’impiegato in banca (18%). La crescita del numero di giovani agricoltori è il frutto di un rinnovato interesse a trascorrere parte del proprio tempo a contatto con la natura: più di due giovani italiani su tre (68%) dichiarano di partecipare volentieri alla vendemmia e alla raccolta della frutta secondo Indagine Coldiretti/Ixe’.

Se un numero sempre più elevato di giovani decide di dare continuità all’azienda familiare la vera novità sono le new entry da altri settori o da diversi vissuti familiari che hanno deciso di scommettere sull’agricoltura con estro, passione, innovazione e professionalità, i cosiddetti agricoltori di prima generazione. Secondo l’analisi Coldiretti/Ixe’, tra le new entry giovanili nelle campagne, ben la metà è laureata, il 57% ha fatto innovazione, ma soprattutto il 74% è orgoglioso del lavoro fatto e il 78% è più contento di prima. La scelta di diventare imprenditore agricolo è peraltro apprezzata per il 57% anche dalle persone vicine, genitori, parenti, compagni o amici.

Oggi il 70% delle imprese under 35 opera in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative come la cura dell’orto e i corsi di cucina in campagna, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili. Il risultato è che le aziende agricole dei giovani possiedono, una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più.

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