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Uno zainetto per le api con minuscoli sensori per capire perché i preziosi insetti continuano a morire: lo ha messo a punto l’Ente australiano di ricerca Csiro. Intanto l’Efsa avverte: “neonicotinoidi nel mirino non solo per la concia delle sementi”

Il perché della moria globale delle api potrebbe trovare risposta in una nuova tecnologia: minuscoli sensori, sviluppati dall’Ente nazionale australiano di ricerca Csiro (Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation) negli ultimi due anni, sono stati attaccati come uno zainetto sul dorso di 10.000 api sane in diversi Paesi, per aiutare a capire perché tanti di questi preziosi insetti continuino a morire, registrando fattori come l’esposizione a pesticidi, l’inquinamento atmosferico e delle acque, le condizioni del tempo e anche la dieta dell’ape. Intanto, dall’altra parte del mondo, sul grave fenomeno dello spopolamento degli alveari l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, dopo lo stop al loro uso dal 2013 pubblicando le proprie valutazioni sui rischi per le api dei neonicotinoidi clothianidin, imidacloprid e thiamethoxam per tutti gli usi che non siano la concia delle sementi e il trattamento in forma granulare, avverte che anche gli spray fogliari a base di pesticidi neonicotinoidi “rappresentano un rischio per le api”.

I microchip del Csiro che ora le api portano sul dorso mandano informazioni a ricevitori grandi quanto mezza carta di credito, inseriti strategicamente negli alveari. I sensori pesano appena 5,4 milligrammi, circa un terzo della capacità di carico delle api, contengono una batteria che genera energia dalle vibrazioni, e registrano tempi e distanze di volo fuori dell’alveare. “Nessun scienziato che operi da solo potrebbe risolvere il mistero. I risultati di questa ricerca saranno condivisi dalla comunità scientifica globale”, ha spiegato Paulo de Souza, responsabile della Global Initiative for Honey Bee Health, cui hanno finora aderito scienziati da Brasile, Messico, Nuova Zelanda e Gran Bretagna.

Anche in Europa nel frattempo si continua ad indagare sul grave fenomeno della moria delle api. Nelle sue nuove considerazioni in particolari relative all’uso di spray fogliari a base di pesticidi neonicotinoidi l’Efsa riferisce che “per i casi in cui non è stato possibile portare a termine la valutazione sono stati individuati o comunque non esclusi rischi elevati. In altri casi la valutazione del rischio non ha potuto essere portata a termine a causa di lacune nei dati”. Le attuali conclusioni sono in linea con quelle raggiunte dall’Efsa due anni fa, quando furono valutati i rischi per le api derivanti dalle tre sostanze quando vengono utilizzate per la concia delle sementi o in forma di granuli. A fare richiesta di valutazioni relative a tutti gli altri usi, dopo aver imposto limitazioni più severe sull’uso di neonicotinoidi nel 2013, è la Commissione Europea. L’uso delle tre sostanze clothianidin, imidacloprid e thiamethoxam per la concia delle sementi o del terreno, ricorda l’Efsa, è attualmente proibito sulle colture che attraggono le api e sui cereali diversi dai cereali invernali, fatta eccezione per gli usi in serra. Anche il loro impiego nei trattamenti fogliari è proibito sulle colture che attraggono le api e sui cereali, tranne che in serra o dopo la fioritura.

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