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La legge sull’agricoltura sociale è realtà. Il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina: “importante approvarla nell’anno di Expo, è una grande opportunità, e riconoscimento del lavoro di migliaia di esperienze sui territori”

L’inserimento socio-lavorativo di lavoratori con disabilità e lavoratori svantaggiati, persone svantaggiate e minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione sociale; le prestazioni e le attività sociali e di servizio per le comunità locali attraverso l’uso di risorse materiali e immateriali dell’agricoltura; le prestazioni e i servizi terapeutici anche attraverso l’ausilio di animali e la coltivazione delle piante; le iniziative di educazione ambientale e alimentare, la salvaguardia della biodiversità animale, anche attraverso l’organizzazione di fattorie sociali e didattiche; tutto questo è l’“agricoltura sociale”, come definita dalla legge approvata in via definitiva, come annunciato del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina: “dotare l’Italia nell’anno di Expo di una legge sull’agricoltura sociale - ha dichiarato - non è solo una buona notizia, è una grande opportunità e il riconoscimento del lavoro che migliaia di esperienze portano avanti ogni giorno sui territori. L’agricoltura sociale è un concreto strumento di riabilitazione ed inclusione, non soltanto una opportunità economica. Con questo provvedimento abbiamo rimesso al centro la tutela della persona e della sua dignità, creando una sinergia virtuosa tra obiettivi economici e responsabilità sociale. Allo stesso tempo rafforziamo le opportunità di crescita della multifunzionalità delle aziende agricole, contribuendo allo sviluppo sostenibile dei nostri territori. Ringrazio il Parlamento per il lavoro fatto in questi mesi per centrare questo importante obiettivo”.
Tra le principali novità, spiega il Ministero, viene introdotto il fatto che le Regioni, nei Piani di Sviluppo Rurale, possano promuovere specifici programmi per la multifunzionalità delle imprese agricole, con particolare riguardo alle pratiche di progettazione integrata territoriale e allo sviluppo dell’agricoltura sociale. Ancora, che le istituzioni pubbliche che gestiscono mense scolastiche e ospedaliere possono inserire come criteri di priorità per l’assegnazione delle gare di fornitura la provenienza dei prodotti agroalimentari da operatori di agricoltura sociale. I Comuni, poi, potranno prevedere specifiche misure di valorizzazione dei prodotti provenienti dall’agricoltura sociale nel commercio su aree pubbliche, così come egli entri pubblici territoriali potranno prevedere criteri di priorità per favorire lo sviluppo delle attività di agricoltura sociale nelle procedure di alienazione e locazione dei terreni pubblici agricoli, e dare in concessione, a titolo gratuito, anche agli operatori dell’agricoltura sociale i beni immobili confiscati alla criminalità organizzata.
Inoltre, viene anche istituito l’Osservatorio sull’agricoltura sociale, nominato con decreto del Ministero, che è chiamato a definire le linee guida in materia di agricoltura sociale e assume funzioni di monitoraggio, iniziativa finalizzata al coordinamento delle iniziative a fini di coordinamento con le politiche rurali e comunicazione.
“Dopo anni di attesa - commenta il Vice Ministro, Andrea Olivero - oggi abbiamo dato il giusto riconoscimento a quanti, con passione e professionalità, hanno saputo coniugare l’imprenditorialità agricola con la responsabilità sociale. Sono molto riconoscente nei confronti dei parlamentari che hanno fattivamente collaborato alla proficua conclusione dell’iter della legge, a partire dal primo firmatario Fiorio, ma ancor più lo sono nei confronti di tutti i nostri imprenditori di agricoltura sociale che hanno aperto la strada ad un nuovo modo di concepire il lavoro agricolo. Inserimenti lavorativi di persone svantaggiate, fattorie didattiche, agri-nido e agri-asilo: tanti modi per concepire la multifunzionalità anche in ambito sociale. Sono certo che questa legge aiuterà l’intero comparto agricolo a crescere nella sostenibilità economica, ambientale e soprattutto sociale”.

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