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Il dibattito nella comunità scientifica si sposta sui “super-ogm”. L’allarme di 27 genetisti, pubblicato sulle pagine di “Science”: accanto ai benefici anche molti rischi, gli scienziati siano il più possibile trasparenti

Il dibattito sugli Ogm, ormai da decenni, divide l’opinione pubblica, i Governi e, ovviamente, la comunità scientifica, in un dibattito che, a volte, di scientifico ha ben poco. Adesso, però, l’attenzione si sposta sui cosiddetti “super-ogm”, sui quali alcuni studiosi internazionali lanciano l’allarme, perché il rischio, di fronte a certi livelli di ingegneria genetica, è che possano essere usati non correttamente, rischiando di causare disastri, diventando vere e proprie armi batteriologiche.
La nuova tecnica permette, ad esempio, di modificare i geni degli insetti, come le zanzare, per evitare che queste diffondano malattie, fra cui la malaria e la febbre gialla. Ma accanto ai benefici ci sono anche molti rischi, come si legge sulla prima pagina del britannico “The Independent” (www.independent.co.uk); “come è possibile rendere le zanzare non in grado di diffondere il parassita della malaria - spiega David Gurwitz, genetista alla Tel Aviv University - allo stesso modo i geni di questi insetti si possono modificare per trasportare tossine batteriche letali per gli uomini”.
In caso di utilizzo sbagliato c’è il pericolo di un disastro ambientale e questa tecnica potrebbe perfino finire nelle mani di terroristi. Gli organismi sottoposti a questo processo, infatti, vengono “super caricati”: il gene modificato dall’intervento umano si diffonde molto più rapidamente in una specie animale rispetto ai tempi naturali dell’ereditarietà. Per questo, la scorsa settimana, l’Accademia nazionale delle Scienze americana ha intrapreso un ampio studio di questa tecnica, mentre sull’ultimo numero della rivista “Science” (www.science.org) 27 genetisti di fama mondiale hanno chiesto alla comunità scientifica di essere il più possibile trasparente sui rischi e i benefici dei “super-ogm”.

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