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Con un fatturato oltre 13 miliardi l’anno, l’ortofrutta rappresenta vale un quarto della produzione agricola italiana, prima voce dell’export agroalimentare. Lo ricorda Agrinsieme nella “Festa della Frutta” ad Expo. Focus: i frutti più dissetanti

Con un fatturato che supera i 13 miliardi l’anno, il comparo ortofrutta rappresenta da solo un quarto del valore della nostra produzione agricola e la prima voce del nostro export agroalimentare, circa un terzo dell’intero fatturato esterno del sistema. Nel settore ortofrutta sono impegnate all’incirca 450.000 aziende agricole che coltivano 850.000 ettari, vale a dire il 7% della superficie agricola utilizzata. Il che conferisce al nostro Paese la leadership europea. Lo ricorda Agrinsieme (Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative agroalimentari), nel giorno della “Festa della frutta e della verdura” ad Expo, “un’occasione in più per capire quanto buono sia nutrire il pianeta e quanta energia per la vita venga dal lavoro dei campi”. Ma nonostante sia così importante è un settore sottovalutato sia nelle politiche economiche sia in quelle che hanno a che fare con la corretta alimentazione.
“Per questo -sostiene Dino Scanavino, coordinatore nazionale di Agrinsieme e presidente di Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, la nostra partecipazione alla “Festa della frutta e della verdura” che lodevolmente Expo ha indetto si articola in tre momenti e poggia su altrettanti capitoli: il primo è la necessità di rilanciare i consumi interni, anche per ragioni di salute e benessere dei consumatori; il secondo è chiedere un reddito equo e stabile per le imprese agricole accorciando la filiera e soprattutto restringendo la forbice tra prezzi in campo e prezzi al consumo; il terzo è la difesa del made in Italy in un comparto che è cresciuto grazie all’export, ma che ha avuto pesanti contraccolpi dall’aumento delle barriere non tariffarie (specie fitosanitarie) degli altri Paesi nonché dalla chiusura, dallo scorso anno, del mercato russo”.
“Abbiamo cercato di costruire un rapporto diretto con i visitatori di Expo - aggiunge Scanavino - di esporre le nostre opinioni al governo e di rafforzare le partnership con i paesi esteri presenti all’Esposizione Universale. Così distribuiremo frutta e materiale informativo ai visitatori di Expo per tutto il giorno, abbiamo una conferenza a cui abbiamo invitato i Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e della Salute Beatrice Lorenzin e incontreremo molte delegazioni dei paesi presenti a Expo tra i quali Qatar, Cuba, Emirati Arabi, Gabon e Russia. Per noi è fondamentale consolidare queste partnership estere visto che l’export è il principale sbocco della nostra produzione”.
Agrinsieme, che rappresenta oltre un milione di aziende per più della metà della superficie coltivata e del valore della produzione agricola nazionale, oltre 5.000 cooperative e il 40% del fatturato agroalimentare italiano chiede “un’alleanza tra produttori e cittadini per incentivare il consumo di frutta e verdura, così importanti per la salute dei consumatori, e al tempo stesso di sostenere il reddito delle imprese agricole con la partecipazione attiva dell’esecutivo sia per campagne di promozione al consumo e d’informazione ai cittadini, sia con azioni di sostegno al settore sul mercato interno ed estero”.
Sul fronte dei consumi interne, invece, sottolinea Agrinsieme, c’è un lieve rimbalzo, ma anche un deciso allarme sulla tenuta della dieta mediterranea. “Sembra un paradosso - sottolinea Scanavino - ma proprio noi italiani che siamo i detentori del più sano regime alimentare del mondo lo stiamo abbandonando per due fondamentali ragioni: la prima è che la crisi ha tolto potere d’acquisto alle famiglie che si orientano su cibi sazianti a minor valore, la seconda che abbiamo importato modelli di consumo alimentari che non appartengono alla nostra cultura e che si rivelano non salutari. Per questo da Expo vogliamo rilanciare il consumo di frutta e verdura”.
Complice il caldo dell’ultimo mese si è avuto un parziale risveglio dei consumi di frutta e verdura, con un incremento stimato nell’ordine del 5%. Ma è troppo poco per recuperare la costante erosione di consumo che ha investito soprattutto i giovani che sembrano attratti dal junk-food. Analizzando i dati di Nomisma, viene fuori che gli italiani negli ultimi 15 anni hanno ridotto di 1,7 milioni di tonnellate il consumo di frutta e verdura (pari al 18% in meno). Nell’ultimo anno i consumi di prodotti ortofrutticoli freschi si sono fermati a 130,6 kg, vale a dire 360 grammi al giorno a testa: a soffrire soprattutto la frutta (-15%) mentre gli ortaggi limitano la contrazione al 6%. Meglio fa solo la Spagna, con 179,4 kg a testa; dati peggiori per Svizzera (106,5), Germania (194), Regno Unito (99,6) e Francia (85,2).
Il dato del consumo giornaliero ha allontanato l’Italia dalla razione giornaliera raccomandata, pari a 400 grammi al giorno suddivisi in 4 porzioni di frutta e verdura. Il 22% della frutta è acquistata confezionata e il restante 78% sfusa. Per la frutta, tra i canali di vendita, primeggia il dettaglio (85%), seguito da alberghi, ristoranti e catering (13,9%) e da mense ospedaliere, scolastiche e aziendali (1,1%). Come detto però negli ultimi mesi si è avuta una lieve ma significativa inversione di tendenza. Un dato confermato indirettamente anche da Google che, attraverso il suo Google Summer Trends, la classifica del motore di ricerca sulle principali ricerche estive sul web, certifica come gli alimenti più ricercati dagli italiani siano stati nell’ultimo mese ciliegie, banana, mela e melone. Nella top ten anche fragole, fave e albicocche. Infine un dato su cui occorre riflettere è quello che lega il consumo di frutta e verdura alla salute. Secondo un recente studio 600 grammi al giorno di frutta e verdura riducono del 15% il rischio di malattie cardiovascolari, del 27% i rischi di patologie respiratore e di oltre il 40% il rischio di malattie dell’apparato digerente.
Vanno meglio le cose all’export, poi, che vale 7 miliardi di euro, ma pesa l’embargo russo. Nel dettaglio, siamo leader nell’export delle pere (con 718.000 tonnellate destinate soprattutto alla Germania); stabili sull’uva da tavola che viene esportata per la metà, con il mercato Usa e le varietà senza semi in crescita; siamo il secondo maggior produttore mondiali di kiwi (dopo la Cina) che esportiamo all’80% in 100 Paesi; mentre abbiamo ceduto su un prodotto storico come gli agrumi, su cui la bilancia import/export è negativa. In termini di quantità esportiamo complessivamente quasi 4 milioni di tonnellate di prodotti (incremento del 14% lo scorso anno).
Ma a frenare i risultati c’è stato l’aumento degli ostacoli al nostro export frapposti da altri Paesi e, dallo scorso anno, l’embargo deciso dalla Russia. Il mercato russo incideva per il 39% delle esportazioni europee, ed è tra i maggiori importatori di pere e di pesche. Occorre essere più incisivi per negoziare con i Paesi nostri principali clienti maggiori aperture ai nostri prodotti; e magari trattare direttamente con Mosca per trovare soluzioni comuni per superare l’embargo.

Focus - Il “vademecum” di Agrinsieme per il consumo di frutta alleata di salute ed abbronzatura
La top ten dei frutti dissetanti
1) Anguria - E’ composta al 95% di acqua. Tra le sue proprietà benefiche combatte il colesterolo, favorisce il sonno e aiuta il cuore. E’ ottimo anche come abbronzante perché protegge la pelle contro i raggi del sole. Ha 30 calorie per etto
2) Melone - E’ composto al 95% di acqua. Amico dell’abbronzatura per la forte presenza di carotene è un toccasana per i reni, per l’apparato digerente e svolge una importante funzione antiossidante. Le calorie sono 27 per 100 grammi
3) Pesche - Hanno l’89% d’acqua. Sono considerate da sempre il frutto della salute ricchissime in potassio, fosforo e vitamina c sono amiche della pelle, dello scheletro, del cuore e dei muscoli. Cento grammi apportano 30 calorie
4) Arance - Come in genere tutti gli agrumi le arance sono costituite all’88% di acqua. Ricchissime in vitamina C sono alleate dell’apparato respiratorio, del sistema immunitario e di quello cardiocircolatorio e dell’intestino. Apportano circa 38 calorie per etto 5) Susine - Sono composte all’87% di acqua. Hanno un forte potere dissetante per la ricchezza in sali minerali soprattutto potassio. Notevolissima la loro funzione antiossidante. Un etto vale 32 calorie
6) Fragole - Sono composte al 98% di acqua. Sono ricche in ferro, in vitamina c e sono depurative. Amiche di chi deve combattere ritenzione idrica e cellulite sono un toccasana per i reni. Apportano circa 3 calorie all’etto
7) Nespole - Composte all’89% di acqua le nespole hanno molta vitamina A e vitamina C e l’acido formico alleato di intestino, fegato e cavo orale. Apportano circa 28 calorie per etto
8) Mele - Contengono circa l’85% di acqua. Sono il frutto della salute per eccellenza in forza del pectina e dei flaovonoidi che contengono. Hanno un forte potere antiossidante e rimeralizzante. Danno circa 50 calorie per etto
9) Pere - Contengono l’84% di acqua e sono alleate di cervello, ossa, intestino e apparato circolatorio. Ricchissime in calcio apportano circa 40 calorie per etto
10) Albicocche - Contengono circa l’83% di acqua ricchissime in licopene e betacoretene sono alleate del sistema immunitario e dell’abbronzatura. Un etto vale 40 calorie.
Centrifuga meglio del succo - Per ottenere il massimo dell’effetto dissetante e consumare anche parte della fibra della frutta è meglio centrifugarla piuttosto che spremerla, fatta eccezione per gli agrumi.
Mai dolcificare - La frutta non ha bisogno di essere dolcificata, se poi ci si vuole togliere la sete meglio consumarla senza nessuna aggiunta di zuccheri. Se proprio volete dolcificarla è preferibile aggiungere un cucchiaino di miele.
Nella buccia c’è tutto - Se comprate frutta lavatela accuratamente, se è biologia ancora meglio. Evitate se potete di sbucciarla - ovviamente questo non vale per anguria e melone - perché buona parte dei nutrienti e soprattutto della fibra (effetto saziante) si trova proprio nella buccia.
In frigo ma occhio al freddo - Conservare la frutta non è difficile. Riponetela in frigo meglio se incartata (mai nella plastica: Attenzione alle mele che fanno maturare l’altra frutta. Conservatele separatamente. Attenzione a non far scendere troppo la temperatura: la frutta ne soffre.
La macedonia - Per evitare di sprecare la frutta qualora fosse un po’ troppo matura niente di meglio che fare una macedonia da arricchire con il succo della frutta stessa che avrete tagliuzzato e un po’ di miele e anche con un po’ di frutta secca per avere un pasto completo e salutare.
Il sorbetto un alleato - Si può preparare tranquillamente in casa. Farlo è semplicissimo richiede solo un po’ di pazienza. Servono 400 gr di acqua, 300 di zucchero, 900 di frutta sbucciata e frullata, il succo di due limoni, un albume d’uovo, foglioline di menta. Si ottiene uno sciroppo facendo bollire acqua e zucchero (attenzione che non caramelli). Si frulla la frutta. Si unisce allo sciroppo portato a temperatura ambiente e si passa in frigo per un ora. Nel frattempo si monta a neve l’albume con un pizzico di sale. Una volta montato si addolcisce con un po’ di zucchero a velo. Si unisce al sorbetto e si rimette in freezer per cinque ore avendo cura di tanto in tanto di rompere i cristalli di ghiaccio. Si serve con foglioline di menta.

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