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Il fatto che in Cina si mangi carne di cane, “è un fattore culturale. Perché in Italia non ci scandalizziamo per i conigli, le mucche o i capretti?”. La pensa così Piero Ling, coordinatore della neo nata Slow Food Cina presentata ufficialmente a Expo

Il fatto che in Cina si mangi carne di cane, “è un fattore culturale. Perché in Italia non ci scandalizziamo per i conigli, le mucche o i capretti?”. La pensa così Piero Ling, coordinatore della neo nata Slow Food Cina che sulla questione ha detto di non giustificare nessuno, ma “ci sono battaglie giuste, ma ci sono anche altre culture. Togliamo la Corrida e il Palio di Siena? Possiamo togliere tutto? Possiamo diventare tutti vegetariani? Purtroppo in tempi di carestia si mangiava di tutto, succedeva così in Cina come in qualsiasi parte del mondo. E poi, non è che tutti i cinesi mangiano cani, però è un aspetto che fa notizia”. Parole pronunciate oggi all’Expo a Milano, in occasione della presentazione dello sbarco di Slow Food in Cina, possibile dopo il “via libera” del Ministero dell’Agricoltura cinese.

E dopo la nascita, a fine gennaio, della costola cinese della “chiocciola”, dal 24 al 27 settembre a Pechino arriva lo “Slow Food Beijing Festival” (www.slowfood-beijing.org), dove saranno presentati 100 prodotti a rischio estinzione provenienti dalle 33 province cinesi. In totale, stima Piero Ling “i prodotti cinesi a rischio sono più di 3.000. Fra questi - spiega - ci sono, per esempio, il ginseng selvatico, alcuni tipi di tè pregiato, come quelli bianchi non fermentati, la salsa di soia tradizionale, che una volta veniva fatta nelle famiglie e ora è industriale”. Prima Regione italiana ospite d’onore del Festival sarà il Piemonte: durante la manifestazione, verranno presentati anche 20 presidi internazionali Slow Food, “come il culatello - continua Ling - l’olio spagnolo, il cavolo di fossa o il salmone canadese”.

“Slow Food è in 160 Paesi e oggi anche in Cina - ha spiegato il segretario generale di Slow Food, Paolo di Croce - perché non si può parlare di futuro dell’alimentazione se non si parla a un Paese con un miliardo e 300 milioni di persone”. “La Cina - ha concluso Ling - è il terzo produttore di prodotti biologici al mondo. Entro cinque anni sarà il maggior consumatore”.

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