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Il settore più redditizio per le organizzazioni criminali è quello agroalimentare, per un giro d’affari di 4,3 miliardi. È quanto emerge dal rapporto “Ecomafia 2015”, realizzato da Legambiente grazie al contributo delle forze dell’ordine

Non Solo Vino
Il rapporto Ecomafie 2015 di Legambiente

Il settore più redditizio per le organizzazioni criminali è quello agroalimentare, per un giro d’affari di 4,3 miliardi di euro, sui 22 miliardi complessivi. Emerge dal rapporto “Ecomafia 2015”, realizzato da Legambiente grazie al contributo delle forze dell’ordine, tra cui Carabinieri, Forestale, Guardia di finanza, Polizia di Stato, Capitanerie di porto, Agenzia delle dogane e dei monopoli, Polizie provinciali, Direzione Investigativa Antimafia, Direzione nazionale antimafia, che mette in evidenza il calo dei reati in Campania (-21%) e un aumento degli illeciti in Puglia (15,4% dei reati accertati, pari a 4.499, 4.159 denunce e 5 arresti).

Legambiente traccia anche un identikit dei professionisti dell’ecomafia: si va dal trafficante dei rifiuti ai trasportatori e agli industriali fino agli intermediari con le istituzioni o ad alcune “figure chiave” tipo “il politico locale” e “il funzionario pubblico”. “Vogliamo ribadire che la buona politica e un sistema di controlli efficace - conclude il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza - sono il miglior antidoto per debellare le ecomafie, ecco perché auspichiamo che nei prossimi mesi sia varata la legge di riforma del sistema delle agenzie ambientali, ancora ferma in Parlamento, e si metta mano alla Legge Obiettivo e alla nuova regolamentazione degli appalti”.

“È importante un altro lavoro che abbiamo iniziato a fare: il contrasto alle agromafie da inserire accanto agli strumenti per i delitti ambientali - ha detto il Ministro della Giustizia Andrea Orlando intervenendo alla presentazione del rapporto Ecomafia di Legambiente - ho costituito al Ministero un gruppo di lavoro che sta elaborando un testo sul quale poi mi auguro di poter chiamare a un rapido confronto tutte le parti politiche e intraprendere un iter di approvazione entro la fine dell’anno”.

Info: www.legambiente.it

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