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Expo: oggi il Manifesto “Terra Viva” dell’ambientalista Shiva: documento di analisi e denuncia, ma anche proposta su come superare modello agricolo industriale che ha fallito, fondato su processi che distruggono vita e puntano solo profitto di pochi

Un documento di analisi e denuncia, ma anche una proposta su come superare un modello agricolo industriale che ha fallito, fondato sulla sottrazione e su processi che distruggono la vita e punta solo al profitto di pochi: è il “Manifesto Terra Viva”, presentato da Navdanya International, Banca Etica e Fondazione Triulza, oggi, nel Padiglione della società civile di Expo 2015, che è frutto del lavoro e dell’elaborazione di un panel internazionale di ricercatori ed esperti provenienti da tutto il mondo (da Luc Gnacadja, ex segretario della Convenzione Onu di lotta alla desertificazione, ad Andrea Baranes, economista, da Nnimmo Bassey, premio Nobel alternativo, presentato dall’ambientalista indiana Vandana Shiva (che è anche vice presidente mondiale di Slow Food), presidente di Navdanya International, don Luigi Ciotti, presidente di Libera, Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole, Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica ed Etica Sgr, Sabina Siniscalchi, vicepresidente vicario di Fondazione Triulza.
“La crisi che stiamo affrontando è profonda e sta portando milioni di persone alla violenza, nella fame, a fuggire dalla loro terre, tutto questo è collegato al fatto che il suolo è stato sfruttato, il modo in cui produciamo il cibo sta distruggendo la salute del pianeta e la nostra” ha detto l’ambientalista indiana Shiva.
Il lavoro del Manifesto parte dai dati: al suolo urbanizzato entro il 2030 si aggiungerà una città estesa come il Sudafrica, la terra fertile è stata erosa a una velocità tra le 10 e le 40 volte superiore alla sua capacità di rigenerazione, il 40% delle guerre degli ultimi 60 anni è stato causato da clima, suolo, risorse: la crisi in Siria e il terrorismo di Boko Haram sono figli anche dei mutamenti climatici.
“Il modello economico che abbiamo è basato sullo sfruttamento e ci porta alla disuguaglianza, l’1% della popolazione controlla metà della ricchezza mondiale, è molto ingiusto e non sostenibile. Papa Francesco sta sottolineando questi temi perché l’umanità si svegli in tempo”. I cittadini devono essere protagonisti di questo percorso, e sono chiamati in causa con precise responsabilità, come spiega Don Ciotti: “noi dobbiamo impegnarci, non basta dire che bravo Papa Francesco, non basta battere le mani, lui chiede ma deve essere responsabilità e impegno di tutti a sporcarci le mani, di terra che vuole dire dignità, libertà è vita per le persone”.
“Siamo chiamati ad assumerci di più la nostra responsabilità che non possiamo solo chiedere a chi governa a chi amministra le Istituzioni, a cui dobbiamo chieder senza sconti di assumersi la loro parte. Ma c’è una parte che chiama gioco anche noi come cittadini, non possiamo essere cittadini a intermittenza”.
La nuova agricoltura che “Terra Viva” propone è parte “di un processo che punta a ridefinire il concetto di democrazia e libertà”.

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