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Non è più il momento delle polemiche, né delle contrapposizioni, ora è il momento della festa, perché tale sarà, per Milano e per l’Italia, il semestre dell’Expo, svelato ieri nel vernissage di Piazza Duomo, con Bonolis, Clerici, Bocelli e Lang Lang

Non è più il momento delle polemiche, né quello delle contrapposizioni, adesso è il momento della festa, perché tale sarà, per Milano e per l’Italia, il semestre dell’Expo, che ha ufficialmente aperto i battenti ai visitatori, dopo il vernissage che, ieri sera, ha ufficialmente aperto le danze, in una Piazza Duomo gremita, in cui le luci erano tutte per l’inedito duo pop Andrea Bocelli - Lang Lang, perfetta crasi tra una delle voci più rappresentative della musica italiana contemporanea, ed uno dei pianisti più apprezzati dei nostri giorni.

A fare gli onori di casa, i due volti più popolari della tv, Antonella Clerici e Paolo Bonolis, che con la sua verve non ha mancato di sottolineare l’assenza del premier Matteo Renzi. Al di là delle battute, però, la diretta su Rai Uno è stata l’occasione per raccontare e far conoscere l’importanza ed i segreti dell’Expo, dal suo significato più profondo, sottolineato proprio dalla Clerici, ossia l’accesso al cibo per tutti, obiettivo da raggiungere anche attraverso la “Carta di Milano”. Il momento clou, senza dubbio, l’accensione in diretta del simbolo per eccellenza del Padiglione Italia, quell’Albero della Vita ideato da Marco Balich realizzato in 150 giorni di lavoro non stop che, in un gioco di acqua, luci e musica, ha offerto un’immagine caleidoscopica dell’Esposizione in tutta la sua grandezza.

Ma la serata “Expo - The Opening”, però, è stata soprattutto l’occasione per “sbirciare” in anteprima tra i padiglioni dei Paesi partecipanti: si parte dal Padiglione Zero, porta d’ingresso all’Expo, a cui Bonolis ha introdotto i telespettatori insieme al direttore artistico del padiglione Davide Rampello. Qui è dove tutto ha inizio, perché è con la nutrizione che l’umanità si fa tale, con il “Divinus halitus terrae”, l’alito divino della terra, che accoglierà i visitatori. Lasciata questa sorta di spettacolare biblioteca del cibo, opera dei migliori artigiani e scenografi del Belpaese, ci si addentra tra le diverse aree, per arrivare alla piazza virtuale del cibo, che sintetizza uno dei grandi temi dell’Esposizione, lo spreco, paradigma del rapporto con la natura, con la terra e con l’altro.

Quindi, tra un’esibizione e l’altra, dalle soprano Diana Damrau e Maria Luigia Borsi, al tenore Francesco Meli, fino al baritono Simone Piazzolla, sono ancora Antonella Clerici e Paolo Bonolis a portare a spasso i telespettatori per i padiglioni ancora chiusi al pubblico, partendo dal Kazakistan, con il tema “La terra delle opportunità”, con ampio spazio dato al grano, prima risorsa del Paese. E ancora, la Gran Bretagna, che si concentra in maniera particolare sulla ricerca e sulla tecnologia, tra creatività ed imprenditorialità. Quindi, è la volta del Qatar, con un padiglione che già nelle forme richiama il tipico cesto porta vivande usato in Medio Oriente, e che dentro custodisce un mercato tradizionale ricco di arabeschi. Il Messico, invece, punta sulla pannocchia di mais, simbolo di un’agricoltura ricca di biodiversità e sostenibilità, che dà vita ad una delle cucine più amate ed apprezzate al mondo. Si va quindi alla scoperta del padiglione dell’Azerbaigian, tre sfere che rappresentano le grandi differenze.

Chiusura, com’è forse inevitabile, sul malaffare e le polemiche che hanno accompagnato i lavori dell’Esposizione, che non devono oscurare quella che deve essere una grande occasione di rilancio e di crescita per tutto il sistema Belpaese, ma anche un momento di pace tra Paesi e di gioia per le famiglie e per i giovani, come ha sottolineato, in chiusura, prima dell’accensione dell’Albero della Vita, il Commissario per l’Expo Giuseppe Sala, sulle note dell’aria composta per l’occasione.

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