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Che cos’è la biodiversità? A Expo 2015 Slow Food la racconta a grandi e bambini, in un percorso educativo con l’“Albero del cibo”, l’“Uomo di mais”, la “Clessidra” e mostrando le alternative all’agricoltura industriale. Focus: “Terra Madre Giovani

“Non dobbiamo chiederci semplicemente come nutrire il pianeta, dobbiamo andare oltre e chiederci come nutrirlo garantendo a tutti un cibo buono, pulito e giusto. Per noi l’unica risposta possibile è: ripartendo dalla biodiversità”: parola di Slow Food, che interpreta così il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita” dell’Expo 2015 a Milano, dove sarà presente per educare adulti e bambini proprio sulla biodiversità. Un’enorme chiocciola rossa, simbolo dell’associazione fondata da Carlo Petrini, all’estremità Est del Decumano, segnerà l’inizio di un percorso a tappe: la prima fermata metterà a confronto due mondi, l’allevamento intensivo ed i pascoli erbosi, i mercati dei contadini ed i fast food: seconda tappa l’“Albero del cibo”, dove ogni visitatore potrà appendere ai rami un’etichetta con un significato legato alla parola cibo; la “linea del tempo” presenterà la distruzione delle biodiversità “causata dall’involuzione dell’agricoltura industriale”; nel “Carrello delle spesa”, invece, verrà raccontato l’impatto su cibo e salute dei prodotti industriali di più largo consumo, proponendo delle alternative; l’“Uomo di mais”, infine, simboleggerà la predominanza di questo coltura sia nei campi sia sugli scaffali del supermercato, e il tutto mentre una grande “Clessidra” mimerà il ritmo sempre più accelerato con cui stiamo perdendo la biodiversità. Un confronto serrato tra l’agricoltura industriale e le sue alternative positive, dalle comunità del cibo ai Presìdi, dai Mercati della Terra alle esperienze che coinvolgono i giovani, che arriveranno da ogni angolo del pianeta, per essere i veri protagonisti dell’Expo con Slow Food, nell’evento clou “Terra Madre Giovani”, a Milano dal 3 al 6 ottobre.
All’Expo Slow Food articolerà la sua visione nella mostra interattiva “Scopri la biodiversità”, dove i visitatori potranno leggere, guardare foto e video, giocare, appropriarsi a ogni passo del senso della sua battaglia. Accanto a grandi tavoli di legno ognuno dei quali è dedicato a un approfondimento diverso, l’installazione dell’“Albero del cibo” mostrerà come il cibo sia un insieme di tanti aspetti diversi, che dialogano e si intrecciano l’un l’altro - la lingua, la cultura, il territorio, la sostenibilità sociale e ambientale, i cinque sensi, la convivialità e molto altro ancora. I visitatori potranno contribuire ad ampliare e precisare questa visione, scrivendo su un’etichetta cos’è il cibo e appendendola a questo albero che diventerà sempre più folto nei sei mesi dell’evento.
Un’altra installazione, l’“Uomo di mais”, servirà invece a comprendere qual è la coltura più diffusa del nostro tempo, i cibi industriali in cui la ritroviamo, i nomi con i quali si presenta in etichetta, qual è la sua origine e quali sono i Paesi in cui lo si produce attualmente. Le produzioni di piccola scala si contrappongono a questo “gigante”, che rappresenta il prodotto di punta dell’agrobusiness nonché l’ospite fisso degli scaffali dei supermercati.
Una grande “Clessidra” mimerà il ritmo sempre più accelerato con cui stiamo perdendo la biodiversità, e una serie di immagini fotografiche illustreranno migliaia di frutti, legumi, ortaggi, bovini, caprini, ovini e altre specie animali a rischio di estinzione. Ma si parlerà anche di molto altro: diversi tavoli mostreranno come i sistemi produttivi siano sempre più contrapposti, anche solo confrontando due immagini. Qualche esempio? I polli in batteria, chiusi in gabbie e illuminati da luci artificiali, e quelli che razzolano liberamente nell’aia. L’immagine delle foreste indonesiane abbattute per far posto alle distese di palme da olio e un’area di foresta ben conservata.
Quindi sarà possibile ripercorrere, come leggendo un libro di storia, le fasi fondamentali dell’agricoltura, da quando l’uomo abbandonò progressivamente l’attività di cacciatore e raccoglitore a quando l’agricoltura iniziò a trasformarsi in industria. Una serie di oggetti giganti che rappresentano alcuni fra i cibi industriali più diffusi (dalle bibite gassate alle merendine), serviranno invece a spiegare le conseguenze del loro consumo sulla salute e sull’ambiente.
Le alternative? Una serie di schermi proietteranno brevi documentari e videoclip, presentando l’esperienza concreta di comunità del cibo, Presìdi, Mercati della Terra, ma anche i progetti di tante altre organizzazioni e associazioni. Inoltre, ci saranno uno spazio per la degustazione di quattro formaggi a latte crudo ed altrettanti vini, per celebrare la biodiversità dei Presìdi, italiani ed internazionali, e allo Slow Food Theater saranno organizzati dibattiti e conferenze, proiettati film e rappresentazioni teatrali e musicali.

Focus - La sfida di Slow Food all’Expo: portare i contadini a Milano, con “Terra Madre Giovani” (Milano, 3-6 ottobre) chiamando a raccolta i giovani che dedicano la loro vita a custodire il pianeta
Slow Food ha lanciato la sua sfida: portare sul palco di Expo 2015 coloro che più di chiunque altro sono meritevoli di salirvi, ovvero i contadini, rendendo protagonisti i custodi della biodiversità, perché nessuno meglio di loro è in grado di raccontare come nutrire il pianeta e di assumersi questo compito nei prossimi anni. In una parola, portare “Terra Madre” anche a Milano, dal 3 al 6 ottobre, l’importante momento di confronto, in cui ogni delegato porta la propria esperienza e la mette in comune con gli altri, per cercare insieme soluzioni sostenibili, attente al benessere del pianeta e delle comunità. Nell’edizione milanese dell’evento i protagonisti saranno tutti i giovani attori della filiera alimentare: migliaia di contadini, artigiani del cibo, pescatori, nomadi, indigeni, cuochi, studenti e attivisti di tutto il mondo. Puntare sui giovani ha un significato preciso: Expo 2015 si interroga sul futuro del pianeta, su come riusciremo a nutrirlo in un futuro in cui saremo sempre più numerosi e le risorse naturali sempre più fragili. Nessuno meglio dei giovani che hanno scelto di dedicare la propria vita a custodire e coltivare il pianeta può essere più qualificato nel rispondere a queste istanze.
“I giovani - sottolinea Slow Food - sono la speranza per il futuro di questa terra che calpestiamo, una possibilità di riscatto per chi patisce fame e malnutrizione, i primi in grado di sovvertire un sistema economico mondiale che sta distruggendo la casa che abitiamo in nome di una concezione che confonde lo sviluppo col profitto, la crescita con la competizione. Perché sono i giovani a portare avanti una storia millenaria scritta da ogni zappa, ogni falce, ogni rete da pesca, ogni pentola e cucchiaio, ogni fatica spesa per la terra e per il cibo: i giovani sono coloro che praticano e propagano il “lento contagio dell’esempio””.
I giovani dello Slow Food Youth Network porteranno le loro idee a Milano e per tre giorni si confronteranno su diverse tematiche relative al cibo utilizzando il modello delle Academies, sviluppato da alcuni anni per consentire ai giovani di approfondire aspetti specifici del sistema alimentare, di potersi scambiare idee, di conoscersi. E a Milano porteranno anche un festival, il 3 di ottobre, con tanta musica, entusiasmo e passione.

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