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-11% per Pasqua e -15% per Pasquetta 2015 sul 2014: ecco le “magre” previsioni tra i ristoranti sentiti dal Centro Studi della Fipe-Confcommercio. Stimati 6,4 milioni di clienti per una spesa di 264 milioni di euro, nel segno del tradizione a tavola

Sarà una Pasqua “magra”, quella 2015, almeno per i ristoranti del Belpaese, visto che le previsioni parlano di un -11% di clientela la domenica, e addirittura di -15% per il giorno di Pasquetta, sul 2014. A dirlo l’indagine del Centro Studi della Fipe-Confcommercio, che prevede in totale 6,4 milioni di clienti, per una spesa di 264 milioni di euro.
“In questi giorni si sente parlare di ripartenza, di luce in fondo al tunnel: purtroppo questo clima di fiducia non sembra avere ripercussioni positive nel settore della ristorazione. In occasione delle festività pasquali gli italiani che festeggeranno fuori casa saranno assai meno dello scorso anno - commenta Luciano Sbraga, direttore del Centro Studi Fipe - e i motivi principali risiedono anche in fattori indipendenti dalla congiuntura economica, in primis le previsioni meteo non favorevoli e il calendario che quest’anno vede la Pasqua agli inizi di aprile, periodo non ancora spiccatamente primaverile. Tutti fattori che concorrono ad alimentare ancora un senso di incertezza e la poca voglia di recarsi fuori casa”.
Nel complesso, i ristoranti in attività saranno il 92% del totale contro il 94% dello scorso anno. Per il 32% dei ristoratori intervistati la clientela da servire per il pranzo di Pasqua sarà inferiore a quella del 2014, con 3,6 milioni di unità previste, ma non manca un 13% che si mostra più ottimista. Dai dati si prospetta quindi un calo particolarmente significativo che si spera non venga confermato a consuntivo. La flessione è data sostanzialmente dagli italiani che restano in città, mentre non sembrano diminuire le presenze straniere.
Ma per chi andrà al ristorante, in ogni caso, convenienza e qualità sembrano essere i trend dominanti. Prevale in particolare il menu “a pacchetto” (scelto dal 59,4%), ad un prezzo medio di 45 euro in lieve aumento sul 2014 per due punti percentuali. La spesa prevista sarà di 162 milioni di euro con una flessione del 9% sul 2014.
Entrando nel “cuore” dei menu, le scelte della clientela saranno concentrate su proposte tradizionali (65,8%), ma in poco meno di un ristorante su tre si darà spazio alla reintrepretazione creativa della gastronomia locale. La cucina internazionale, invece, sarà scelta solo da un risicato 6,1% degli avventori.
Tradizione in prima linea, dunque, con secondi piatti come agnello e capretto, seguiti da primi piatti come pasta ripiena e risotti; tra i dolci le proposte predilette saranno “classici” come pastiera napoletana, “pupa” molisana, seadas sarde, struffoli e salame di cioccolato. Da segnalare, secondo la Fipe, l’impegno dei ristoratori nell’intervenire sulla struttura dei menu (per quanto concerne numero di portate, proposte “tutto compreso”), per migliorare il rapporto qualità/prezzo e contenere il più possibile i costi.
Ma le note più dolenti arrivano da Pasquetta: il “lunedì dell’Angelo”, giorno tradizionalmente dedicato al fuoriporta e al fuori casa, vedrà, secondo i dati Fipe, una flessione di clienti di ben il 15%, in un quadro che vedrà aperti 8 ristoranti su 10, in leggero aumento sul 2014. Parlando di menu, la proposta “all inclusive” riguarderà solo un ristorante su quattro ad un prezzo medio di 37 euro, in crescita dello 0,7% sul 2014. La spesa prevista in questo caso è di circa 102 milioni di euro.
La sorpresa che i ristoratori vorrebbero trovare nel tradizionale uovo di Pasqua, ovviamente, è quella di essersi sbagliati.

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