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La moda degli orti urbani spopola nel mondo, e solo in Italia sono già 3,3 milioni di metri quadrati. Ma occhio all’inquinamento: secondo l’Università di Berlino il 50% degli ortaggi ha metalli pesanti in eccesso. I consigli di Aduc e Coldiretti

La moda degli orti urbani spopola nel mondo. Solo in Italia, secondo gli ultimi rilevamenti, si contano ben 3,3 milioni di metri quadrati di superfici coltivate nel cuore delle città più importanti. Eppure, dietro a quella che sembra una pratica “sana” e mirata ad ottenere prodotti genuini, anche risparmiando qualcosa, potrebbero nascondersi delle insidie non da poco, considerati i livelli di inquinamento dei centri urbani più grandi. A porsi la questione è stata l’Aduc - Associazione per i diritti degli utenti e consumatori.
“In effetti una volta c’erano gli orti di guerra - spiega il Segretario Primo Mastrantoni - nati quando il cibo nei negozi non c’era o scarseggiava. Oggi è sempre più di moda coltivare pomodori, insalata e fagiolini sul terrazzo o in un pezzettino di terra ai margini delle strade o delle città. Ma da uno studio dell’Università Tecnica di Berlino è emerso che il 50% degli ortaggi campionati presentava valori di piombo e altri metalli pesanti superiori ai limiti previsti dalle direttive europee. Tali valori - spiega Mastrantoni - dipendevano dalla qualità del terreno, da quello delle acque reflue e dall’inquinamento atmosferico”.
Aspetti da considerare, ovviamente, ma senza cadere nell’allarmismo. Anche perché dei margini di sicurezza semplici da osservare ci sono. Per esempio non usare acque reflue per irrigare, porsi a distanza di almeno 10 metri dalle strade e usare siepi per separare l’orto dalle strade stesse e, se e dove possibile, rimuovere il terreno inquinato. E per chi decide di coltivare il proprio orto nei balconi e nei terrazzi di casa, fondamentale ricordare che “i metalli pesanti, piombo e cadmio, che non fanno proprio bene - ricorda Mastrantoni - mediamente, non arrivano oltre il secondo piano, quindi ci si può dedicare all’orto, dal terzo piano in poi”. “Il tema della sicurezza alimentare è fondamentale, per questo, prima di tutto, consigliamo alle persone che si rivolgono a noi, qualora volessero coltivare un orto in un giardino, di fare delle analisi del terreno, in particolare per metalli pesanti e idrocarburi. Per chi invece decidesse di impiantare un orto, utilizzando dei vasi sul proprio balcone, consigliamo di cambiare la terra una volta l’anno”, aggiuge Daniele Taffon, “personal trainer” degli orti urbani di “Campagna Amica” di Coldiretti.
“Naturalmente - spiega - sconsigliamo fortemente di fare un orto per scopi alimentari a coloro che abitano in una zona molto trafficata o nelle vicinanze di fonti di inquinamento intenso, che possono dilettarsi invece a coltivare piante o fiori semplicemente ornamentali. E per l’irrigazione qualora si utilizzasse l’acqua di un pozzo sono necessarie delle analisi, mentre non c’è nessuna controindicazione per l’acqua potabile del rubinetto, poiché è già controllata”.

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