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Il 36% della popolazione italiana è colpita da ipersensibilità alimentare. Tra gli alimenti responsabili di intolleranze alimentari al primo posto il latte vaccino, poi frumento, latte, pomodoro e olio di oliva. Così da “Fiera di Vita in Campagna”

Il 36% della popolazione italiana è colpita da ipersensibilità alimentare, una tendenza che continua a crescere. Non bisogna però confondere le allergie con le intolleranze, gli errori diagnostici, alla lunga, possono anche generare danni all’organismo e al sistema immunitario. Emerge da “Fiera di Vita in Campagna”, a Montichiari
“Nella moderna società - spiega Alessandro Formenti, medico nutrizionista, fitoterapeuta e autore del libro “La Medicina dei semplici” - l’abuso di cibo senza rispettare la varietà di alimenti e la stagionalità e la presenza di allergeni ambientali e industriali tende a generare ipersensibilità alimentari, spesso concausa di allergie respiratorie che si sviluppano dal 10 al 30% a seconda del grado di industrializzazione”.
Le allergie e pseudo-allergie possono avere concatenazioni psico-neuro-immunologiche (ad esempio, tensione nervosa) compromettendo le difese immunitarie e favorendo, tra le altre, l’insorgenza di congiuntiviti, tiroiditi di Hashimoto, diabete, insonnia, asma, attacchi di panico e ipertensione.
Mentre le allergie alimentari coinvolgono lo 0,5% della popolazione, le intolleranze alimentari raggiungono oltre il 30%. Tra gli alimenti responsabili di intolleranze alimentari in Italia al primo posto si candida il latte vaccino, seguono frumento, latte, pomodoro e olio di oliva, mentre negli Stati Uniti al primo posto si pone l’arachide. Le intolleranze alimentari sono reazioni croniche ad alimenti spesso usuali e ad accumulo che intossicano l’organismo e provocano reazioni che sono spesso confuse con quelle provocate dalle allergie.
L’approccio convenzionale alle allergie è l’inibizione sistematica con cortisonici, antistaminici e antiinfiammatori che funzionano in caso di emergenza perché bloccano i sintomi ma mascherano il problema e alla lunga provocano effetti indesiderati. Quello alle intolleranze è spesso erroneamente autogestito. È tuttavia possibile una modulazione alimentare delle sindromi alimentari reattive. “Il primo passo è curare la mucosa intestinale attraverso una alimentazione corretta (dieta funzionale in primis) e con la fitoterapia - conclude Alessandro Formenti - tra le piante utili ad azioni lenitiva e antiinfiammatoria rientrano malva, salice, ribes nero e gingko biloba che vanno però valutate in base a eventuale cura farmacologica”.
Info: www.lafiera.vitaincampagna.it

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