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Gli eurodeputati bocciano il concetto di profilo nutrizionale e con esso le etichette “a semaforo” di stampo Nord-europeo sugli alimenti. Una comunicazione semplice ma decisamente svantaggiante per i prodotti di qualità come quelli del Bel Paese

Gli eurodeputati bocciano il concetto di profilo nutrizionale e con esso le etichette “a semaforo” di stampo Nord-europeo sugli alimenti. Una comunicazione in etichetta semplice, ma decisamente svantaggiante per i prodotti di qualità come quelli del Bel Paese. La Commissione Ambiente, Sanità e Sicurezza alimentare ha votato infatti perché il fondamento scientifico dei profili nutrizionali, legato ad un regolamento, venga ridiscusso ed eventualmente eliminato.
Il voto relativo al Programma della Commissione Europea sull’adeguatezza e sull’efficacia della regolamentazione (Refit), rappresenta una buona notizia per le produzioni alimentari italiane di qualità. Con l’entrata in vigore del regolamento 1924/2006 relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari, la Commissione europea ha lavorato, senza successo per ben otto anni, alla definizione di profili nutrizionali per ciascun alimento.
Non esistono alimenti singolarmente buoni o cattivi, ma piuttosto diete salutari, come quella mediterranea. In ballo c’è la difesa di eccellenze italiane apprezzate nel mondo come Dop, Doc e Igp, da tentativi di appiattimento delle loro caratteristiche nutrizionali.
Dare seguito al regolamento in questione e introdurre il concetto di profilo nutrizionale, potrebbe giustificare l’imposizione delle cosiddette etichette “a semaforo”, una misura non appropriata per evitare indicazioni nutrizionali e salutistiche ingannevoli. Tutte le informazioni nutrizioni necessarie per poter compiere scelte d’acquisto responsabili inoltre sono già sulle etichette, grazie ad un altro regolamento.

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