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A quasi un anno dalla sua presentazione, che risale all’aprile 2014, il lungo iter dell’Imu agricola arriva finalmente al traguardo, con il via libera definitivo della Camera, arrivato in mattinata, del decreto legge, con 272 sì e 153 no

A quasi un anno dalla sua presentazione, che risale all’aprile 2014, il lungo iter dell’Imu agricola arriva finalmente al traguardo, con il via libera definitivo della Camera, arrivato in mattinata, del decreto legge, che proroga anche l’esercizio della delega fiscale. Il testo è stato già approvato dal Senato, e non è stato modificato durante l’iter a Montecitorio, dove è passato con 272 sì, 153 no e 15 astenuti, oltre alla “rumorosa” assenza del Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina.

Adesso, però, come ricorda “Il Sole 24 Ore” (ww.ilsole24ore.com), si apriranno altri capitoli, di una questione assai complessa, e che divide ed appassiona la politica del Belpaese. A far prevedere sviluppi ulteriori non sono tanto gli ordini del giorno approvati ieri a Montecitorio, che per esempio impegnano il Governo a costituire una commissione tecnica per rivedere i parametri, ma soprattutto le incognite pendenti anche sulla nuova disciplina davanti al Tar: i giudici del Lazio, gli stessi che hanno fatto tramontare sul nascere il criterio “altimetrico”, hanno infatti storto il naso anche sui nuovi parametri, basati sulla classificazione Istat dei Comuni, e nell’ordinanza 3770/2015 hanno chiesto all’Istituto di statistica una “dettagliata relazione” per capire su che basi sono stati individuati i Comuni “montani”, “parzialmente montani” e “non montani”.

Tutto, così, come spiega ancora “Il Sole 24 Ore”, resta com’era: nei Comuni classificati come “montani” l’Imu non mette piede, in quelli “parzialmente montani” esclude solo i terreni posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali mentre nei “non montani” ha un’applicazione generalizzata. Rispetto alle vecchie regole, scritte nella circolare ministeriale del 1993, sono 1.601 i Comuni in cui si è persa l’esenzione, con un gettito aggiuntivo di 268,7 milioni di euro. Grazie a due correttivi approvati al Senato, per i pagamenti relativi al 2014 c’è tempo fino al 31 marzo senza interessi né sanzioni, mentre una norma-manifesto conferma il diritto al rimborso (su richiesta) per i contribuenti che hanno pagato per errore, confusi dai continui cambi di regole.

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