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Dalla formazione alla promozione, dall’origine dei prodotti alla gastronomia come valore culturale, passando per la sburocratizzazione: ecco i temi affrontati dagli chef del Belpaese e dal Ministro Martina nel “Forum della cucina italiana” n. 1

Non Solo Vino
Forum della Cucina Italiana n. 1 by Ministero Politiche Agricole Alimentari Forestali

Dalla formazione alla promozione, dall’origine dei prodotti alla gastronomia come valore culturale del Belpaese, passando per la sburocratizzazione. Sono tanti i temi affrontati oggi nel “Forum della cucina italiana” dove, per la prima volta, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali ha chiamato a raccolta gli chef come consulenti per “far fare un salto di qualità al nostro agroalimentare”, come racconta il Ministro, Maurizio Martina, e i grandi maestri della cucina italiana rispondono in massa, presentando le loro proposte. Massimo Bottura, Carlo Cracco, Franco Pepe, Antonia Klugmann, Pietro Zito, Claudio Liu, Marco Reitano, Ugo Alciati, Davide Scabin, Cesare Battisti, Moreno Cedroni, Pietro Leemann, Chicco Cerea, Raffaele Alajmo, Antonio Santini, Norbert Niederkofler, Niko Romito, Gennaro Esposito, Corrado Assenza, Pino Cuttaia, Cristina Bowerman, Simone Padoan, Gianfranco Vissani, Antonello Colonna, Fulvio Pierangelini, capitanati da Paolo Marchi, ideatore e curatore del Congresso “Identità Golose”, hanno illustrato al Ministro cosa servirebbe per un comparto alimentare ancora più forte, dal miglioramento dei percorsi formativi delle nuove leve della ristorazione alla necessità di favorire il lavoro delle imprese con meno burocrazia.
“Ho voluto una vera e propria riunione di lavoro con questi chef - spiega, a WineNews, il Ministro Maurizio Martina - perché penso che si possa fare nei prossimi mesi il lavoro che non è stato fatto negli ultimi anni. Ci siamo dati appuntamento a luglio in Expo quando realizzeremo il “Forum della Cucina Italiana” n. 2, mentre, nei prossimi giorni, lavoreremo per mettere a fuoco i punti cruciali emersi oggi per consentire a tutti di fare un salto di qualità. Questo progetto vedrà, inoltre, il coinvolgimento di altri Ministeri, come quello dello Sviluppo Economico e della Cultura. I temi fondamentali sui cui lavoreremo sono il tema della formazione, soprattutto alla luce dei dati positivi che vedono un interessamento in crescita dei più giovani verso materie legate all’agricoltura e all’agroalimentare; promozione dell’agroalimentare del Paese all’estero, rivolgendosi soprattutto alla ristorazione italiana nel mondo; il tema dell’origine dei prodotti, da far conoscere meglio in casa, e da esportare fuori confine; la connessione profonda tra la gastronomia italiana e la storia, la cultura e i territori del Paese; il tema della sburocratizzazione: semplificare il rapporto con la Pubblica Amministrazione”.
“Il mio obiettivo principale - racconta, a WineNews, lo chef Moreno Cedroni - è lo stesso che perseguo da dieci anni, ovvero quello dello stage. I ristoranti di colleghi stranieri sono pieni di ragazzi e ragazze in cucina come in sala e questo in Italia non accade. Il motivo è legislativo: all’estero lo stage è regolamentato, ma non ha un numero fisso come da noi, dove invece deve corrispondere al 10 per cento degli assunti a tempo indeterminato. L’attuale legge sul lavoro non aiuta: il Jobs Act, se da un lato promuove l’assunzione, dall’altro penalizza l’apprendistato”.
“Per me - dice, ancora a WineNews, il “re” degli chef italiani moderni, Massimo Bottura - la priorità sarebbe quella di identificare un persona che sia in grado di unire gruppi ed eccellenze italiane, partendo possibilmente dall’Università, quindi penso a un professore, ad un manager, qualcuno che ci ami e ci conosca profondamente. Prima di mettere mano agli obiettivi pratici, serve un rappresentante in carne e ossa che sposi le nostre istanze”.
“Essere tutti qui radunati assieme grazie al Ministro - aggiunge Carlo Cracco, star ai fornelli e sul piccolo schermo - direi che è un piccolo miracolo. Dal Forum usciranno proposte e idee in cui cercheremo di coinvolgere tutto l’agroalimentare. Prima istanza è la formazione e da lì in poi, la materia prima, la tutela del territorio, tutte cose che vanno messe insieme per comporre un puzzle che unito va benissimo, frammentato non vale nulla”. Per Niko Romito “la prima cosa da fare è formazione, far capire ai giovani tutta la filiera che si porta dietro un piatto ma e’ importante anche alleggerire la burocrazia. Le normative ci asfissiano; a differenza degli altri Paesi stranieri, per esempio, abbiamo difficoltà enormi nell’inserire gli stagisti in cucina. Dobbiamo mandar via tantissimi ragazzi che vorrebbero fare formazione”.

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