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Avversità climatiche e tensioni geopolitiche hanno condizionato l’agroalimentare nel 2014, ma i segnali che arrivano suggeriscono un maggiore ottimismo per i prossimi mesi. Così l’ultimo rapporto AgrOsserva, l’Osservatorio di Ismea e Unioncamere

Avversità climatiche e tensioni geopolitiche hanno pesantemente condizionato la congiuntura del settore agroalimentare nel 2014, ma i segnali che arrivano dall’ultimo scorcio dell’anno suggeriscono un maggiore ottimismo per i mesi a venire. Emerge, in estrema sintesi, dai risultati del rapporto AgrOsserva, l’Osservatorio di Ismea e Unioncamere sulla congiuntura dell’agroalimentare italiano, sul quarto trimestre del 2014 (www.ismea.it).
Segnali positivi giungono dalla favorevole evoluzione delle dinamiche occupazionali in agricoltura (+1,5%), migliore rispetto a quella dell’occupazione totale (+0,5%), e dall’andamento dell’export agroalimentare, balzato nel 2014 a 34,3 miliardi di euro. Si tratta di un risultato in crescita del 2,4% su base annua, e la dinamica del settore appare migliore di quella delle esportazioni nazionali analizzate nel loro complesso (+2%).
L’embargo russo e l’escalation bellica in Libia stanno determinando evidenti ripercussioni, soprattutto nei settori ortofrutticolo, lattiero-caseario e delle carni suine, ma la svalutazione dell’euro sul dollaro, unitamente al miglioramento delle condizioni economiche in Usa, dovrebbe imprimere un nuovo impulso all’export agroalimentare del made in Italy. Da evidenziare anche il dato positivo sui consumi alimentari delle famiglie italiane che, seppure di pochi decimi di punto percentuale (+0,6%), appare in controtendenza rispetto agli ultimi due anni.
Sul versante dei prezzi agricoli, nonostante il recupero dell’ultimo trimestre trainato esclusivamente dalle coltivazioni, il bilancio del 2014 rimane complessivamente negativo (-5,5% sul 2013). Sul versante dei costi l’analisi Ismea-Unioncamere conferma, seppure a ritmo più lento, la tendenza alla riduzione dei prezzi dei mezzi correnti di produzione anche nel quarto trimestre. Quanto alle dinamiche del credito in agricoltura, che costituisce uno dei due Focus tematici di questo Rapporto, gli ultimi aggiornamenti a settembre del 2014 rivelano un aumento dell’1,2% su base annua dello stock degli impieghi bancari a favore delle aziende agricole, in un contesto che, seppure in graduale miglioramento, resta invece negativo per la dinamica complessiva dei finanziamenti alle imprese.
Osservando le erogazioni, vale a dire il flusso di credito concesso alle aziende agricole nel periodo in esame, le elaborazioni Ismea su dati Sgfa indicano una lieve progressione (+0,3% su base annua), confermando il giudizio degli agricoltori che, secondo un’indagine qualitativa realizzata da Ismea, dichiarano un generale miglioramento delle condizioni di accesso al credito. Forte l’attenzione all’ambiente delle imprese agricole, come mostra l’altro Focus tematico di AgrOsserva, desunto dall’ultimo Rapporto GreenItaly di Unioncamere e Fondazione Symbola, 6 imprese agricole con dipendenti su 10, tra il 2011 e il 2013, si sono impegnate nello sviluppo di metodi e tecnologie finalizzati alla riduzione di consumi di energia ed acqua. Il 16%, poi, ha utilizzato fonti energetiche rinnovabili, orientando i propri investimenti in particolar modo verso il fotovoltaico. Inoltre, 7 imprese agricole su 10 svolgono attività di recupero di scarti e rifiuti. L’orientamento green del settore, tuttavia, riflette anche l’oggettiva e differente capacità di investimento economico del sistema produttivo. L’analisi dimensionale e geografica mostra infatti in maniera chiara come siano le imprese più deboli (più piccole e operanti nel Mezzogiorno) a faticare nel trovare le risorse finanziarie necessarie per sviluppare e accrescere tecnologie “verdi”.
I dati sull’andamento del valore aggiunto, del reddito agricolo e sulla nati-mortalità delle imprese agricole costituiscono, invece, il fronte di maggiore preoccupazione. In particolare, nel 2014, il tessuto imprenditoriale ha perso 19.035 imprese, con una diminuzione del -2,5%, ben superiore a quella che si osserva per il complesso dell’economia (-0,3%). Tuttavia, nel 2013 la perdita di imprese era stata ancora più rilevante sia in termini percentuali (-4,1%), sia in valori assoluti (32.798 imprese in meno). Prosegue invece nel 2014 l’espansione dell’industria alimentare, il cui stock di imprese sale a 69.111 unità, con un incremento di 691 unità sul 2013 (+1%).

Focus - I dati principali dell’agroalimentare del 2014
Export agroalimentare:
+2,4% su base annua nel 2014, raggiungendo un valore di 34,3 miliardi
Export totale nazionale: +2% su base annua nel 2014
Occupazione agricola: +1,5% su base annua nel terzo trimestre 2014
Occupazione totale: +0,5% su base annua nel terzo trimestre 2014
Costi di produzione agricoli: -0,6% su base annua nel quarto trimestre 2014; (-0,8% nell’intera annata 2014)
Pil Italia: -0,3% su base annua nel quarto trimestre 2014 (stima preliminare); (-0,4% nel 2014, stima preliminare)
Valore aggiunto (PIL) agricoltura: -1,3% su base annua nel terzo trimestre 2014
Prezzi dei prodotti agricoli: -2,7% su base annua nel quarto trimestre 2014; (-5,5% nell’intera annata 2014). L’agricoltura svolge un contributo ampiamente deflativo rispetto ad un’inflazione media 2014 del +0,2% (Indice prezzi al consumo Istat)
Consumi alimentari: +0,6% valori correnti su base annua nei primi 11 mesi 2014. Il dato rispecchia una crescita reale dei consumi, seppure di pochi decimi di punto, che inverte la tendenza fortemente negativa degli anni passati
Imprese: 19.035 imprese agricole in meno (-2,5%); l’industria alimentare aumenta di 691 unità (+1%)

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