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“Non è possibile che le nostre imprese si trovino oggi costrette a far fronte a multe esorbitanti e ingiustificate dettate da regole assurde sulle taglie minime e sulla distanza minima dalla costa”. La denuncia di Coldiretti ImpresaPesca

“Le norme comunitarie stanno portando al totale blocco dell’attività di pesca delle vongole Made in Italy sulle quali si è abbattuta la scure di regole assurde sulle taglie minime e sulla distanza minima dalla costa”. Ad affermarlo è la Coldiretti ImpresaPesca a difesa di un settore, quello della pesca dei molluschi bivalvi, che le norme comunitarie rischiano di portare alla chiusura, nonostante si tratti di uno dei comparti maggiormente ecocompatibili e in linea con le esigenze di tutela delle risorse ittiche.
“Non è possibile - denuncia Coldiretti ImpresaPesca - che le nostre imprese si trovino oggi costrette a far fronte a multe esorbitanti e ingiustificate. Secondo Coldiretti Impresapesca bisogna intervenire a livello di Piano di Gestione Nazionale per abrogare il divieto di pesca-raccolta molluschi ad una distanza inferiore di 0,3 miglia marine dalla battigia, areali dove si concentra il 70% delle vongole ed il 100% delle telline e dei cannolicchi, in particolare in quei compartimenti ove sono presenti i Consorzi di Autogestione uno strumento adottato dalla politica della pesca nazionale che da garanzie per una pesca sostenibile e durevole. Necessaria poi - continua Coldiretti Impresapesca - la riduzione della misura della taglia minima da 25 mm. a 23 mm., oppure in alternativa il recupero della tolleranza del 10% di esemplari sottomisura sulle confezioni. Problemi da alcuni anni denuncia Coldiretti ImpresaPesca, ma che non sono stati di fatto mai affrontati in quanto le problematiche non sono state inserite nel Piano di Gestione Nazionale delle draghe, e coerentemente supportato da sufficienti dati scientifici, presentato a Bruxelles nell’ottobre scorso. Ma per tutelare il settore serve anche il contenimento del numero delle vongolare autorizzate ad operare con il sistema della draga idraulica, che oggi superano di poco le settecento unità, e il riconoscimento del ruolo da parte della Commissione Pesca di Bruxelles del ruolo dei consorzi di gestione pesca”.

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