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Dop-Igp Italia: cala il fatturato ma l’export vola a +5%. Nel Rapporto Qualivita-Ismea, pesa la crisi dei consumi nel mercato interno. Nella classifica Qualivita 2014 i prodotti top sono il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano e la Mela Alto Adige

Arretra leggermente l’Italia delle Dop e Igp, che chiude il 2013 con un calo in valore al consumo del 3,8% sul mercato nazionale e in quantità del 2,7%; cresce, invece, l’export in valore e in volumi, rispettivamente del 5% per un totale di 2,4 miliardi, e dell’11%, vero fattore di traino per il comparto. È la fotografia scattata dalla “Rapporto Qualitivita Ismea”, edizione n. 12, sulle produzioni agroalimentari certificate, di scena oggi a Roma, che vede ancora inattaccabile la leadership mondiale italiana con 269 prodotti iscritti nel registro Ue aggiornato al 30 novembre 2014 (di cui 161 Dop, 106 Igp, 2 Stg, per un comparto che garantisce la qualità anche attraverso i 120 Consorzi di tutela riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole dai 48 Organismi di Certificazione autorizzati, per un complessivo numero di oltre 60.600 visite ispettive e 75.700 controlli analitici).
Se il fatturato alla produzione è di 6,6 miliardi di euro, quello al consumo potenziale, secondo il Rapporto, sfiora i 13 miliardi, di cui 9 registrati sul mercato nazionale, mentre in termini di volumi il comparto vanta 1,27 milioni di tonnellate di prodotto, di cui oltre un terzo esportato.
Continua la forte concentrazione dei valori sulle prime dieci Dop e Igp, con in testa Grana Padano (con 885 milioni di euro di fatturato alla produzione nazionale, 1,5 miliardi al consumo nazionale, 530 milioni all’export e il 30% della sua produzione che varca i confini nazionali), Parmigiano-Reggiano (con 809 milioni di euro di fatturato alla produzione nazionale, 1,5 miliardi al consumo nazionale e 460 milioni all’export, e anche in questo caso il 30% della produzione viene esportato) e Mela Alto Adige (grazie principalmente dell’export, pari al 61%), che concentrano l’81% del fatturato in calo però dell’1,7%, a causa della flessione del mercato interno (-5,2%) che sconta la crisi dei consumi.
Seguono al podio, Prosciutto di Parma Dop (500 milioni di euro per il fatturato alla produzione nazionale, 1,5 miliardi al consumo nazionale e 241 milioni all’export), Pecorino Romano Dop, Aceto Balsamico di Modena Igp, Gorgonzola Dop, Mozzarella di Bufala Campana Dop, Speck Alto Adige Igp, Mela Val di Non Dop, Prosciutto di San Daniele Dop, Mortadella Bologna Igp, Bresaola della Valtellina Igp, Taleggio Dop e Toscano Igp.
Un comparto, quello dell’agroalimentare certificato, rileva il Rapporto, ancora sbilanciato però tra il gran numero di denominazioni e il fatturato per alcuni comparti come ortofrutticoli e oli di oliva, dove ben pochi prodotti sviluppano valori di mercato apprezzabili, mentre la gran parte ne realizza di estremamente limitati.

Focus - Nuove registrazioni in Europa e in Italia
Dal 1 Gennaio al 30 Novembre 2014 sono state iscritte nel registro dei prodotti a marchio Dop, Igp e Stg 53 nuove denominazioni, di cui 52 europee e 1 extraeuropea; da segnalare che è stata cancellata un’intera categoria, quelle delle acque minerali, con ben 23 prodotti a marchio Dop. Il numero totale di denominazioni al 30 Novembre 2014 è di 1249, suddivise in 583 Dop (46,7% sulle denominazioni totali), 617 Igp (49,4% delle denominazioni) e 49 Stg (che continuano ad avere un ruolo marginale con il 3,9%). Il numero delle denominazioni registrate è stato inferiore a quello del 2013, a crescere di più sono le Igp con 28 unità seguite dalle Dop con 19 unità e dalle Stg con 6 unità. Per quanto riguarda i comparti, gli ortofrutticoli e cereali si confermano a livello europeo la prima categoria per numero di prodotti con il 27,3% del totale (341 prodotti), seguito a forte distanza dai formaggi con il 17,8% (223 prodotti), dai prodotti a base di carne con 12,4% (155 prodotti), dalle carni fresche 11,8% (147 prodotti) e dagli oli e grassi con 10% (125 prodotti). L’Italia si conferma leader per il numero complessivo di registrazioni, con 269 prodotti; seguono la Francia con 219, la Spagna con 180, il Portogallo con 125, la Grecia con 101. Per quanto riguarda la Germania, il numero totale delle sue denominazioni scende notevolmente a causa della cancellazione della categoria delle acque minerali. Si conferma anche nel 2014 il ruolo attivo dei Paesi dell’Europa dell’Est, che continuano ad aumentare il numero di prodotti registrati.
Nel 2014 l’Italia ha registrato 8 nuovi prodotti, di cui 3 Dop e 5 Igp: Patata dell’Alto Viterbese Igp, Strachitunt Dop, Miele Varesino Dop, Torrone di Bagnara Igp, Pescabivona Igp, Piadina Romagnola Igp, Salama da Sugo Igp, Pecorino Crotonese Dop.

Focus - Sintesi dei dati produttivi ed economici
Nel 2013 la produzione certificata italiana, nel suo complesso, pari a 1,27 milioni di tonnellate, è diminuita del 2,7%. Questa flessione è stata determinata però principalmente dal calo produttivo degli ortofrutticoli e cereali (-7%), mentre i formaggi e i prodotti a base di carne hanno registrato una sostanziale stabilità, mostrando di fatto un consolidamento del livello della loro produzione. In lieve flessione (-0,9%) il certificato degli aceti balsamici, mentre risulta in controtendenza il dato delle carni fresche (+14,4%) che è in aumento ormai da un triennio. Sale anche la produzione certificata degli oli extravergini di oliva (+2,1%) dopo il calo del 2012. Passando ad analizzare i valori di mercato, si osserva un giro di affari potenziale di 13 miliardi di euro di fatturato al consumo, di cui 9 registrati sul mercato nazionale, e di 6,6 miliardi di euro di fatturato alla produzione, di cui 2,4 miliardi sono il fatturato all’export alla dogana (+5%). Osservando il fatturato alla produzione generato dai singoli prodotti, si continua a rilevare una forte concentrazione dei valori su poche denominazioni. Nel 2013 le prime dieci Dop Igp assommano infatti all’81% del fatturato. Inoltre si registra per questo valore un calo dell’1,7%, generatosi a causa esclusivamente della flessione del mercato interno (-5,2%) che sconta ancora le conseguenze della crisi dei consumi. Per lo stesso motivo, il fatturato al consumo sul mercato nazionale registra una flessione del 3,8%. Continua ad essere sempre asimmetrico il peso sul totale in termini di numero di denominazioni e di fatturato per alcuni comparti (come gli ortofrutticoli e gli oli di oliva). Tale asimmetria deriva dal fatto che, nonostante il grande numero di riconoscimenti, soltanto poche denominazioni sviluppano apprezzabili valori di mercato, mentre la gran parte dei prodotti realizzano fatturati estremamente limitati.

Focus - Mercato Formaggi
Rappresentano il principale comparto delle Dop e Igp, con un’incidenza nel 2013 tra il 54 e il 58% circa, rispettivamente sul fatturato al consumo nazionale e sul fatturato alla produzione, comprensivo dell’export. Come accennato, la produzione certificata di formaggi a denominazione di origine ha registrato una sostanziale stabilità, attestandosi a circa 472.000 tonnellate, dovuta al compensarsi di fenomeni espansivi delle quantità certificate, come nel caso del Parmigiano Reggiano Dop (+3,3%) e del Gorgonzola Dop (+4%), e flessivi, come è avvenuto per il Pecorino Romano Dop (-4,4%) e in misura minore per il Grana Padano Dop (-0,7%). Risulta invece sostanzialmente in linea con la media la produzione di Mozzarella di Bufala Campana Dop. Il segno meno accomuna ancora il Provolone Valpadana Dop (-18,7%), il Montasio Dop (-11,7%), e l’Asiago Dop (-6,6%), mentre il Quartirolo Lombardo Dop e il Taleggio Dop segnano incrementi dal 4 al 6% circa. Il comparto dei formaggi Dop e Igp ha sviluppato complessivamente nel 2013 un fatturato alla produzione di 3,8 miliardi, 2,5 sul mercato nazionale e 1,3 sui mercati esteri, e di 4,8 al consumo sul mercato nazionale; entrambi i dati in flessione, rispettivamente del 2,6% e del 3,7%. Il comparto continua a essere molto concentrato: i primi due prodotti, Grana Padano Dop e Parmigiano Reggiano Dop, rappresentano il 71% del valore totale alla produzione, i primi cinque quasi il 90% e i primi dieci circa il 97%.

Focus - Mercato Prodotti a base di carne
I prodotti a base di carne Dop e Igp rappresentano il secondo comparto per fatturato alla produzione ed al consumo, con un’incidenza sul valore totale delle Dop e Igp tra il 27% e il 36% circa. Nel 2013 la produzione certificata di prodotti a base di carne, pari a circa 193.000 tonnellate è rimasta sostanzialmente immutata o soltanto lievemente aumentata, per un incremento di quella del Prosciutto di Parma Dop (+0,7%) che ha più che compensato le diminuzioni registrate dalla Mortadella Bologna Igp (-2,6%), dal Prosciutto San Daniele Dop (-7,2%), dalla Bresaola della Valtellina Igp (-1,2%) e dallo Speck Alto Adige Igp (-0,4%). E’ da segnalare che tra le produzioni di recente riconoscimento il 2013 è stato il primo anno in cui ha effettuato la certificazione il Salame Felino Igp che, con 2.400 tonnellate, si è subito collocato al settimo posto nella graduatoria produttiva dei prodotti a base di carne Dop e Igp. Il comparto dei prodotti a base di carne Dop e Igp ha realizzato nel 2013 un valore di mercato che si aggira intorno agli 1,8 miliardi (di cui 417 milioni realizzati sui mercati esteri) come fatturato alla produzione, stabile rispetto all’anno precedente, e di circa 3,2 miliardi al consumo sul mercato nazionale (in flessione del 2,2%). Anche questo comparto è molto concentrato: i primi cinque prodotti per fatturato alla prima fase di scambio (nell’ordine: Prosciutto di Parma Dop e Prosciutto San Daniele Dop, Bresaola della Valtellina Igp, Mortadella Bologna IGP e Speck Alto Adige Igp) rappresentano oltre l’89% del valore totale.

Focus - Mercato Ortofrutticoli e cereali
I prodotti ortofrutticoli, pur avendo un peso in termini di fatturati molto lontano dai due comparti leader nell’ambito delle Dop e Igp (appena 6-7%, una percentuale molto bassa, considerando soprattutto l’ingente numero di prodotti registrati), figurano al terzo posto nella graduatoria per valori di mercato. Lo scorso anno la produzione certificata (circa 508.000 tonnellate) è diminuita del 7% dopo l’aumento dello stesso tenore del 2012 e la sostanziale stabilità registrata nel 2011. Tale tendenza è stata determinata soprattutto dalle flessioni produttive registrate dalla Mela Val di Non Dop (-14,5%) e dalla Mela Alto Adige Igp (-4,9%), ma anche dal calo dei volumi certificati della Patata di Bologna Dop (-21%) e del Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese Nocerino Dop (-55%). In netta controtendenza ed in crescita superiore al 20% risultano invece le quantità certificate di Arancia Rossa di Sicilia Igp, Cipolla Rossa di Tropea Calabria Igp e Pomodoro di Pachino Igp. Il comparto ha realizzato nel 2013 un fatturato alla produzione di circa 451 milioni di euro (di cui 194 realizzati sui mercati esteri) e di 557 milioni circa al consumo sul mercato nazionale. Anche questo comparto è fortemente concentrato. Le due principali mele coprono in termini di fatturato alla produzione quasi il 78% del valore complessivo.

Focus - Mercato Aceti balsamici
Il settore degli aceti balsamici presenta ormai una certa rilevanza nell’ambito del comparto delle denominazioni di origine. Nel 2013 la produzione certificata complessiva del comparto è passata dai 73,8 ai 73,1 milioni di litri, a causa della lieve flessione dei volumi di Aceto Balsamico di Modena Igp. In riferimento al fatturato alla produzione, nel 2013 gli aceti balsamici hanno registrato un valore di quasi 392 milioni di euro (di cui 373 sui mercati esteri) e di circa 888 milioni al consumo (74,4 sul mercato nazionale). Il primo dato è diminuito nel 2013 del 1,5%, mentre il secondo valore è rimasto sostanzialmente stabile.

Focus - Mercato Oli e grassi
Il comparto degli oli extravergine di oliva si pone al quinto posto nella graduatoria del valore del fatturato alla produzione delle Dop e Igp, con un giro d’affari di oltre 84 milioni di euro. Nel 2013 la produzione certificata, pari a circa 11.000 tonnellate, è aumentata di poco più del 2%, grazie ad incrementi diffusi dalle principali produzioni. Nel 2013 infatti si registrano, tra le principali Indicazioni Geografiche, aumenti rilevanti della produzione per l’olio Toscano Igp, il Val di Mazara Dop, il Valli Trapanesi Dop ed il Sabina Dop, mentre più contenuti sono risultati gli incrementi per l’Umbria Dop, il Riviera Ligure Dop e il Bruzio Dop. Al contrario flessioni più o meno forti si registrano per il Terra di Bari Dop, il Garda Dop e, in misura più importante, il Monti Iblei Dop. I restanti prodotti segnano un complessivo -7,6%. Dei circa 84 milioni di euro sviluppati dal comparto nella fase a monte della filiera, quasi 54 sono realizzati sui mercati esteri, mentre il fatturato al consumo sul mercato nazionale si aggira sui 62 milioni di euro. In termini di fatturato alla produzione (comprensivo dell’export), il comparto degli oli appare lievemente meno concentrato degli altri già esaminati, anche se è pur sempre importante il peso delle prime due Ig, il Toscano Igp e il Terra di Bari Dop, che insieme coprono quasi i 2/3 del valore complessivo. I segni sono positivi per i valori economici: nel 2013 il fatturato alla produzione è aumentato di quasi il 4%, in seguito anche ad un rialzo dei prezzi, mentre quello al consumo sul mercato nazionale risulta in crescita del 5,1%, anche in questo caso a causa di un aumento dei listini medi al dettaglio.

Focus - Sistema dei controlli
Per il secondo anno consecutivo la Fondazione Qualivita ha stimato i dati sulle attività di controllo di parte terza. Sulla base dei dati comunicati dagli Organismi di certificazione, nel 2013 sono state effettuate, su 150 prodotti a denominazione, 60.663 visite ispettive e 75.750 controlli analitici. Per completare il quadro del funzionamento e della complessità del sistema dei controlli sul comparto, alle attività degli Odc vanno aggiunte quelle di competenza delle autorità pubbliche preposte a garantire il livello istituzionale di controllo Icqrf; Corpo forestale dello Stato, Comando Carabinieri Politiche Agricole, che hanno realizzato complessivamente nel 2013 oltre 10.400 controlli sul comparto delle DOP IGP, e quelle dei 180 agenti vigilatori dei Consorzi di tutela riconosciuti al 30 novembre 2014.

Focus - Comunicazione
Il budget dichiarato che viene investito in comunicazione si aggira intorno ai 30 milioni di euro, per il 76% speso dal comparto dei formaggi a Do e per il 15% dei prodotti a base di carne a Do. La scelta preminente tra i media rimane quella della televisione, seguita dalla partecipazione a fiere (nazionali ed estere) e dalla stampa. Marginali gli investimenti sul web. Da segnalare come i Consorzi di tutela non si avvicinino ancora alla comunicazione social, probabilmente la migliore soluzione comunicativa in termini di rapporto costi-efficacia. Solo il 43% degli organismi di tutela dichiara, infatti, di gestire un canale social per valorizzare la propria Ig.

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