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Criticità anche nel modo della birra: l’aumento dell’accise sulla birra nel 2015 avrà un impatto negativo anche sull’agricoltura, secondo Confagricoltura. Intanto, vendite in picchiata (-26%, luglio-settembre), segnalate da Assobirra

Non Solo Vino
Da luglio a settembre 2014: - 26% nel consumo di birra in Italia

Tra consumi in calo e accise in aumento, è un momento critico per il mercato della birra nel Belpaese. Ad esprimere forti preoccupazioni per l’annunciato ulteriore aumento dell’accisa nel 2015, che certamente contribuirà ad accentuare il calo del consumo di birra in Italia, è Confagricoltura. “La preoccupazione - dice il presidente Mario Guidi - non riguarda solo le ripercussioni sulla produzione industriale, sull’occupazione e sull’indotto, ma anche i riflessi sull’attività dei microbirrifici (molti dei quali rappresentano un’attività d’impresa derivata e partecipata dagli stessi agricoltori) e, non da ultimo, l’impatto negativo sul collocamento dell’orzo prodotto dai nostri associati, sia in termini di quantità che di prezzo”.

“Intanto, da luglio a settembre, le vendite di birra - fa sapere Assobirra - sono crollate del 26%, una debacle dovuta al clima estivo incerto e all’aumento progressivo delle accise deciso dal governo Letta. Un peso che rischia di mettere in ginocchio un settore che vale 3,2 miliardi, garantisce 136 mila posti di lavoro e conta oltre 200.000 imprese.

I consumi, ormai bloccati da 10 anni, si spostano dal “fuori casa” al consumo casalingo, a danno dei pubblici esercizi; secondo Fipe-Confcommercio, infatti, il 12% degli incassi vengono garantiti da questa bevanda, ma si arriva anche al 20% per i bar serali e al 43% per i bar/birrerie.

Se le accise italiane a gennaio anziché aumentare si attestassero a livello di Germania e Spagna, rispettivamente 4 e 3 volte inferiore alle nostre - spiega Assobirra - il settore sarebbe in grado di generare 20 posti di lavoro al giorno, 7.000 a fine anno”.

“Vogliamo chiedere al Governo Renzi - ha detto Alberto Frausin, presidente AssoBirra - di intervenire per bloccare il prossimo aumento delle accise che rischia di dare un ulteriore colpo gravissimo al nostro settore, portando ad una crescita del 30% degli aumenti in 15 mesi, in pratica 1 sorso su 2 della nostra birra la berrà il fisco”.

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