02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Se Expo chiede “come nutriremo il pianeta” il Protocollo di Milano di Barilla Center for Food & Nutrition da sottoscrivere in Expo per ridurre spreco alimentare è risposta possibile. Sostenuta da fondatore Slow Food Petrini e da chef inglese Oliver

Non Solo Vino
La storica stretta di mano tra Paolo Barilla Roberto Moncalvo (Coldiretti) e Carlin Petrini

Se la domanda di Expo2015 è “come nutriremo il pianeta”, il Protocollo di Milano del Bcfn-Barilla Center for Food & Nutrition, la carta su cui i Paesi, le istituzioni e le imprese del mondo nelle loro diverse espressioni si impegnano per promuovere la sostenibilità alimentare nel mondo da sottoscrivere proprio all’Esposizione di cui si propone come documento programmatico, è una risposta possibile, un accordo globale sull’alimentazione e la nutrizione, per evitare che Expo2015 venga poi rimpianta come un’occasione perduta. Attraverso tre macro-obbiettivi: l’abbattimento del 50%, entro il 2020, dell’impressionante cifra di 1,3 miliardi di tonnellate di cibo sprecato nel mondo, attraverso campagne mirate; l’attuazione di riforme agrarie e la lotta alla speculazione finanziaria, con limitazioni all’utilizzo di biocarburanti a base alimentare; la lotta all’obesità, con il richiamo all’importanza dell’educazione alimentare sin da bambini e alla promozione di stili di vita sani, sull’esempio praticato da Michelle Obama negli Stati Uniti. Dodici istituzioni l’hanno già sottoscritto, tra cui il Ministero delle Politiche Agricole, Legambiente, Wwf, Bioversity International, Global Water Fund e Eataly. E dal “Salone del Gusto e Terra Madre” a Torino, anche il fondatore di Slow Food Carlo Petrini, e uno dei più importanti attivisti alimentari al mondo, lo chef inglese Jamie Oliver, hanno annunciato il loro convinto sostegno al Protocollo.
“Il Protocollo Milano è una straordinaria opportunità di sintonizzare su un comune sentire le attenzioni delle istituzioni, della società civile, delle aziende” ha detto Petrini. Di recente Bcfn è diventata una Fondazione, gestita da un nuovo cda composto da Petrini, Paolo de Castro e Alberto Grando, prorettore per lo sviluppo dell’Università Bocconi. “Slow Food - ha aggiunto Petrini - ha accompagnato fin dall’inizio il processo di costruzione del Protocollo. Chi lo firma e lo sostiene si impegna formalmente su elementi chiari che consentono politiche produttive e di governo altrettante chiare, e soprattutto verificabili nel tempo. Solo così, e grazie al lavoro di molti, si potrà avere cibo che sia accessibile a tutti e non comprometta la salute del pianeta”.
E’ la stessa posizione espressa da Jamie Oliver, la cui Jamie Oliver Food Foundation è impegnata fin dal 2002 a formare la salute e il benessere delle generazioni attuali e future, fornendo un migliore accesso all’educazione al cibo per tutti. “E’ diritto di ogni bambino essere nutrito in modo corretto, nonché educato al cibo, alla sua origine e a come questo influisce sul suo fisico. Tuttavia, questo può accadere soltanto se cerchiamo di mettere ordine nella confusione in cui oggi si trova il sistema alimentare globale - sostiene Jamie Oliver - il Protocollo di Milano unisce le persone, le imprese e i governi in un fronte unico, così che insieme possiamo sfidare lo status quo, richiedere pratiche più etiche e sostenibili nell’industria alimentare e assicurare un futuro migliore per i nostri bambini. Unendoci in una voce globale con un obiettivo comune, possiamo garantire un cambiamento positivo e duraturo”.
Per questi motivi il documento elaborato dalla Bcfn si propone per essere adottato come il documento programmatico di Expo 2015. Può (e secondo Petrini e Oliver deve) diventare la Carta dei Paesi per promuovere la sostenibilità alimentare nel mondo. Al Protocollo aderiscono, tra gli altri, il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, e i direttori generali di Action Aid Italia, Marco De Ponte, e di Oxfam Italia, Roberto Barbieri.
Ma il Protocollo di Milano deve diventare “un documento condiviso da tutta la società civile - ha spiegato Guido Barilla, presidente della Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition e della multinazionale alimentare di Parma - perché l’obiettivo è che il nostro Paese faccia di questa bozza di accordo per un’alimentazione sostenibile la propria sfida alle istituzioni mondiali in occasione di Expo 2015”. Una sorta di protocollo di Kyoto sul cibo che parte dal basso, “perché ogni singolo cittadino che ha a cuore il futuro del Pianeta -potrà firmarlo online”. La bozza del Protocollo di Milano è in continua evoluzione, una prossima versione sarà presentata al foro internazionale Bcfn, alla Bocconi di Milano il 3 e 4 dicembre.
Info: www.protocollodimilano.it - www.milanprotocol.com

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli