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Con il clima impazzito il meteorologo diventa consigliere dell’agricoltore. Luca Mercalli a WineNews: “chi pianifica il futuro punti su coltivazioni che durano decenni, per le annuali, tenere gli occhi aperti. Ma l’agricoltura è vittima e carnefice”

Il clima ed i suoi cambiamenti fanno impazzire l’agricoltura e le sue coltivazioni, ed il meteorologo diventa il “consigliere” fidato dell’agricoltore. “Ad un agricoltore che oggi deve pianificare la sua attività futura”, suggerisce a WineNews il celebre metereologo e climatologo Luca Mercalli, “direi di puntare sulle coltivazioni a lungo termine, su quegli impianti di produzione frutticola o alberi ad alto fusto, che hanno una durata di decenni. La pianificazione delle colture dei seminativi annuali è invece più semplice: basta tenere gli occhi aperti, seguire quello che succede nel panorama climatico mondiale e gli scenari delineati dai climatologi, perché c’è sempre tempo di adattarsi. Se un anno le cose non funzionano, l’anno dopo si cambiano essenze e metodologia”. Cambiamenti climatici di cui però, avverte il presidente della Società Meteorologica Italiana, l’agricoltura, con l’utilizzo di energia fossile, “è diventata tanto “vittima”, quanto “carnefice” come fattore di cambiamento climatico”.

“Se fino a qualche decennio fa l’agricoltura subiva i capricci del clima - spiega Mercalli a WineNews - dalle antiche carestie, alla siccità, ad un periodo di piogge troppo prolungato, da 50 anni a questa parte, è diventata un fattore di cambiamento climatico, attraverso le emissioni dell’agricoltura industrializzata. Ogni volta che bruciamo del petrolio per far funzionare un trattore, per produrre fertilizzanti, per trasportare le derrate, per la catena del freddo o per produrre imballaggi, consumiamo energia, quasi sempre fossile e che produce emissioni che alterano il clima”. Di conseguenza, aggiunge il meteorologo, “ridurre la nostra dipendenza da un’agricoltura fossile aiuta a contenere il rischio di cambiamento climatico nel futuro”.

Ma, aggiunge il climatologo, “bisogna essere cauti, perché i cambiamenti sono già nell’aria, e bisogna fare delle scelte resilienti”, cercando di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, e “con essenze che possono adattarsi il più possibile ad un cambiamento nel corso dei decenni”. E, in definitiva, consiglia il metereologo agli agricoltori, ci vuole “grande flessibilità, grande elasticità, e tenersi informati su tutti i dati che la scienza del clima oggi comincia ad offrire anche all’agricoltura per la pianificazione”.

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