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Slow Food alla conquista dello spazio: l’astronauta Samantha Cristoforetti riempe la dispensa dell’Iss con i prodotti dei Presìdi (23 novembre). 50 prodotti e la prima macchina da caffè spaziale “per trasmettere un messaggio alla Terra sul cibo sano”

Non Solo Vino
Il cibo che accompagnerà nello spazio Samantha Cristoforetti

Messaggio dallo spazio: “ho scelto cibi che mi aiutassero a stare bene e che mandassero un messaggio di consapevolezza e importanza sul cibo sano”. A trasmetterlo alla Terra, in collegamento da Mosca al “Salone del Gusto e Terra Madre” a Torino, l’austronauta italiana Samantha Cristoforetti, grazie alla quale, i prodotti dei Presìdi Slow Food arriveranno fino nello spazio: smootie di frutta, insalata di quinoa con sgombro e verdure, una barretta di goji, cioccolato e spirulin, e la zuppa di legumi dei Presìdi, con piattella canavesana, lenticchia di Ustica, fava di carpino e cece nero della Murgia, perfetti per i loro valori nutrizionali e per condizioni tanto estreme. “Il cibo è cultura del territorio, ecco perché ho scelto Slow Food”, ha detto l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e capitano dell’Aeronautica Militare, che dal 23 novembre, volerà (prima donna a farlo) sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss), con 50 prodotti in cambusa, che a bordo saranno considerati “bonus” e che condividerà con l’equipaggio, insieme alla prima macchina da caffè spaziale, la “Ssipresso” (pesa 30 kg, ne esistono solo 3, ed un esemplare è in mostra al Salone), progettata da Argotec e Lavazza.

La missione di lunga durata, chiamata “Futura”, decollerà dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan: per sei mesi Samantha Cristoforetti soggiornerà nella casa cosmica conducendo esperimenti scientifici mirati in particolare alla fisiologia del corpo umano e, ovviamente, sul cibo,
realizzando il “cooking on orbit” e preparando pasti di qualità utilizzando quanto disponibile nella cambusa, e raccontandolo con il suo website “Avamposto 42” (www.avamposto42.esa.int). E tra i “super-alimenti” ci saranno anche i Presìdi Slow Food, che hanno superato a pieni voti i rigidissimi test di ammissione, e che Stefano Polato, chef del ristorante Campiello di Monselice e dello “Space Food Lab” di Argotec a Torino - che ha avuto l’idea di esportare i “confort food”, a partire dai piani alimentari degli astronauti Luca Parmitano, Alexander Gerst e ora di Samantha (anche i terrestri possono acquistarli su www.readytolunch.com) - ha elaborato per i piatti spaziali dell’astranauta italiana (missione ardua, anche perché a bordo non esiste refrigerazione). Insieme, a partire da aprile, alla “Ssipresso”, progettata dal giovane ingegnere torinese Lorenzo Grossi, pronta al decollo.

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