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“Salone del Gusto” - “Terre improduttive tornano ad agricoltori”: così il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, su protocollo “Terrevive” per vendita e affitto terre demianali firmato con Regioni, Comuni, Agenzia Demanio, Ismea

Favorire l’imprenditorialità giovanile in agricoltura e la ricomposizione fondiaria attraverso il conferimento all’Agenzia del Demanio del mandato irrevocabile a vendere o cedere in locazione i terreni agricoli delle Istituzioni locali o, in alternativa, attraverso le operazioni fondiarie operate da Ismea: è lo scopo del protocollo d’intesa “Terrevive” per la vendita e l’affitto dei terreni demaniali, firmato oggi dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, con le Regioni e i Comuni, con il presidente della Regione Piemonte e presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Sergio Chiamparino e il sindaco di Torino e presidente dell’Anci Piero Fassino, l’Agenzia del Demanio, con il direttore, Roberto Reggi, e Ismea, al “Salone del Gusto e Terra Madre”, a Torino.
La firma del protocollo di oggi rappresenta la seconda fase del progetto “#Terrevive” dopo l’entrata in vigore del decreto ministeriale di luglio con cui erano stati sbloccati l’affitto e la vendita di 5.500 ettari di terreni di proprietà dello Stato destinati, in prelazione, ai giovani agricoltori.
“Il progetto per la riconversione delle terre pubbliche oggi in disuso - ha commentato il Ministro Martina - è stato molto apprezzato, soprattutto dai giovani agricoltori. Da oggi potranno trovare online la prima parte del bando “Terrevive” sul sito dell’Agenzia del Demanio (www.agenziademanio.it, ndr). Grazie anche alle loro segnalazioni, abbiamo deciso di dare vita alla fase due del progetto, coinvolgendo direttamente Regioni e Comuni che hanno un potenziale di terre riconvertibili molto alto al Nord come al Sud. Questo sforzo - ha concluso il Ministro - accanto alle Banche della terra che stanno nascendo in diverse Regioni, consentirà di liberare ettari ed ettari di terre oggi improduttive, riportandole dove devono stare: nelle disponibilità quotidiane degli agricoltori per continuare a produrre”.

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