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Lavazza e Slow Food insieme alle donne e agli uomini che lavorano la terra in Africa: sono loro, gli “Earth Defenders”, i protagonisti degli scatti del “Calendario Lavazza 2015”, firmato da Steve McCurry, in mostra al Salone del Gusto di Torino

Non Solo Vino
Una delle foto del calendario Lavazza firmato Steve McCurry

Lavazza e Slow Food insieme a sostegno delle donne e degli uomini che lavorano la terra in Africa: sono loro, gli “Earth Defenders”, i protagonisti degli scatti del Calendario Lavazza 2015, firmato da Steve McCurry, sotto la direzione creativa di Armando Testa. I 12 ritratti, da Nadia, orgogliosa paladina dell’olio di argan in Marocco, a John, guardiano delle zucche di Lare in Kenya, ad Asnakech, sentinella a guardia delle piantagioni di caffè in Etiopia, sono in mostra a Torino, al Salone del Gusto e Terra Madre. A chiudere il calendario, l’immagine dei bambini della scuola di padre Peter, in Tanzania, che, festosi, lanciano in aria semi di caffè, simbolo di un futuro possibile. Per la prima volta, il Calendario è in vendita in edizione limitata, a sostegno del progetto “10.000 orti in Africa”, mentre dal sito Calendar2015.lavazza.com prende il via la call-to-action per diventare “Difensori della Terra” attraverso una donazione a favore degli orti africani o facendosi portavoce del progetto sui canali social con l’hastag #earthdefenders.

“Difendere il prodotto, la qualità e lo sviluppo sostenibile sono i valori sui quali si basa la nostra collaborazione con Slow Food”, spiega Francesca Lavazza, direttore Corporate Image di Lavazza. Giuseppe Lavazza , vicepresidente dell’azienda, ricorda che l’80% della produzione del caffè è nelle mani di 25 milioni di piccoli produttori, che posseggono solo un ettaro o poco più di terreno, un numero che con l’indotto sale a 100 milioni. “Non è più possibile - ha detto Carlo Petrini, presidente e fondatore di Slow Food - tollerare che l’Africa veda negata la sovranità alimentare delle proprie comunità. Difendere la terra è oggi un imperativo per tutti, se non la difendiamo facciamo una ingiustizia alle generazioni che verranno. Stiamo distruggendo ciò che ci hanno lasciato i nostri padri”. Per il fotografo McCurry autore degli scatti, “è stato un viaggio incredibile. Abbiamo voluto rappresentare la dedizione di queste persone a difesa delle proprie comunità del cibo. Sarebbe un peccato lasciare scomparire queste tradizioni uniche”.

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