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“Prima le persone e le Comunità del cibo. Poi, semmai il libero mercato, se cambiano le regole. Perché così non è sostenibile, è un vecchio modo di pensare, sbagliato e criminale”. Parola del Presidente Slow Food, Carlin Petrini

Non Solo Vino
Carlo Petrini, fondatore di Slow Food

“Prima le persone e le Comunità del cibo. Poi, semmai il libero mercato, se cambiano le regole. Perchè così non è sostenibile, è un vecchio modo di pensare, sbagliato e criminale”. Parola del Presidente Slow Food, Carlin Petrini, nell’inaugurazione di Terra Madre. Dove cita, più volte, Papa Francesco e “Il Vecchio e il bambino” del cantautore italiano Francesco Guccini.
“Celebriamo dieci anni di Terra Madre, di incontri, riflessioni, appuntamenti. Cosa è cambiato in questi anni, come è cambiata percezione dei nostri temi nel mondo? Entriamo nel settimo anno di una crisi che sconvolge il pianeta, non solo economica, ma di valori: la produzione di cibo, richiede molta energia, molto spreco. Non si può sprecare tanta energia per produrre poca energia alimentare. Bisogna cambiare paradigma, logica, rifiutare lo spreco, il cibo come merce e commodity. È un sistema che non da valore e dignità al cibo e alle comunità, va cambiato sistema alimentare. Perché questo sistema è un sistema criminale. La nostra piccola rete - ha detto Petrini - in dieci anni si è allargata: nel 2004 era una scommessa incredibile radunare 100 Paesi, oggi la rete è viva, attiva, presente in 175 Paesi nel mondo, e ad ogni appuntamento tornate nelle vostre terre, campagne, villaggi, sui mari del mondo a testimoniare con orgoglio e autostima cosa vuol dire non essere soli, essere in una rete e comunità mondiale. Ma siamo appena all’inizio, ora comincia il bello”.
“Voi - ha aggiunto il fondatore di Slow Food - siete i veri difensori della biodiversità. Nel mondo abbiamo un patrimonio genetico di oltre 7.000 specie vegetali che possono garantire l’alimentazione umana. Tuttavia, questo sistema alimentare è basato solo su 30-40 specie. Ci sono 1.600 istituti di conservazione di biodiversità, nel mondo, che raccolgono migliaia di sementi, ma non di 7.000 specie, ma di quelle sole 30-40 specie di cui umanità vive e si alimenta. E allora dove si trova questo patrimonio di 7.000 specie edibili che possono risolvere alimentazione umana?
Nei vostri campi, aziende e territori - arringa Petrini - siete voi i difensori caparbi della biodiversità, voi difendete le specie genetiche dimenticate, a cui l’industria alimentare non dà importanza. Ma sbaglia: e dovrà venire nei vostri villaggi a chiedervele, perché è lì che c’è futuro. Siate orgogliosi, non abbiate paura di difendere un seme debole, un vegetale poco conosciuto, siate orgogliosi di biodiversità, trattatela con amore, difendetela, è l’unico vero grande investimento per il futuro. Questa è la rete di Terra Madre, la rete dei difensori attivi delle biodiversità, i contadini nel mondo, i piccoli pescatori che difendono mari da razzie vere e proprie”.
“Voi siete il futuro, voi siete il cambiamento per uscire - ha aggiunto Carlin - dalla crisi, ogni giorno volete bene alla terra, contro un vecchio modo di pensare dominante del mondo, che accetta, per la produttività, l’inquinamento di terre e mari, che facilita malattie, tutto per fare profitto, in modo scellerato. Questo è il vecchio mondo, che ha valorizzato lo spreco come elemento distintivo: mai si è sprecato cibo come oggi, è una vergogna vedere milioni di tonnellate di cibo buttate quando milioni sono malnutriti. È un vecchio modo di pensare, questo, come quello di comportarsi male in casa d’altri, di portare il “libero mercato” per distruggere economie locali. Dobbiamo essere molto chiari: prima vengono le persone e le Comunità, dopo arriva il mercato. Il contrario è un crimine che non possiamo più tollerare. Come non possiamo più tollerare di veder lavorare come stanno facendo in questo momento anche la Commissione Ue e gli Usa, per trattati che chiamano di “libero scambio”, nell’anonimato, in segreto, senza coinvolgerci, lasciando parlare solo multinazionali. È un vecchio modo di pensare. Vogliamo discutere, essere informati: chiedo anche all’Italia, presidente di turno dell’Unione Europea, che si smetta di fare trattati segreti, che si discuta liberamente, che si dia voce a chi produce. I trattati di scambio non sono proprietà privata, o delle multinazionali e dell’industria, ma di tutti. E le Comunità dei contadini devono avere voce in capitolo, devono poter dire la loro. Tutti voi - continua Petrini, rivolto alle delegazioni di Terra Madre di tutto il mondo - rappresentate colonna portante dell’agricoltura mondiale, che è l’agricoltura familiare, di cui noi quest’anno celebriamo l’anno mondiale, è che la base della produzione mondiale di cibo. Ha detto bene il segretario della Fao: se non ci fosse questo tipo di agricoltura, non ci sarebbe l’opportunità di dare da mangiare al mondo. Finalmente, il mondo lo ha capito, e dobbiamo essere orgogliosi che questa rete rappresenti tutto questo”.
Petrini, poi, cita, a lungo, Papa Francesco, “un argentino, che sta praticando e diffondendo una parola di verità, che è straordinaria. Papa Francesco mi ha scritto una lettera dove sostiene che Slow e Terra Madre suscitano nel suo animo un sincero apprezzamento: “c’è bisogno di organizzazioni come la vostra che favoriscono la coltivazione e la custodia del creato”. Ma quello che ha scritto pochi giorni fa alla Fao è davvero incredibile, sorprendente. Uso le sue parole perché sono dirompenti nel metodo e nella lucidità. Per sconfiggere la fame - dice Petrini, leggendo la lettera del Pontefice - non basta superare le carenze di chi è più sfortunato o aiutare chi è in emergenza. Bisogna cambiare il paradigma delle politiche di sviluppo, modificare le regole internazionali su produttività e commercio, sostenere le comunità, garantendo ai Paesi dove l’agricoltura è la base di economia e sopravvivenza, di poter determinare il proprio mercato. Dobbiamo decidere di partire da persone e Comunità, non dai mercati. E, quindi, cambiare il modo di intendere il lavoro, la produttività, l’economia e l’ambiente. Fino a quando si continuerà a difendere sistemi che escludono tanta parte del mondo anche dalle briciole che cadono dalle mense dei ricchi? Basta ad agire “in nome di dio profitto”! Dobbiamo riconoscere il valore della famiglia rurale che produce ma non distrugge risorse, e che con amore e generosità che c’è tra i membri della famiglia stessa, favorisce il dialogo tra generazioni, e pone le basi per l’integrazione sociale. Chi più delle famiglie contadine è preoccupato di preservare natura per generazioni future, e ha più a cuore coesione?”.
“Papa Francesco la pensa come noi - dice Petrini - è della nostra famiglia. Tutte le volte che abbiamo sostenuto queste tesi, spesso ci hanno anche riso dietro: oggi qualcuno importante dice le stesse cose, dice che il libero mercato, così come è, non è sostenibile. Dobbiamo portare avanti tutti assieme sogni e obiettivi, come quello dei 10.000 orti in Africa: nel 2016 saranno tutti organizzati, perché l’Africa e gli africani sono forti, sono il futuro, loro sapranno realizzare il cambiamento”.
“Ma c’è una cosa che tutti dobbiamo fare: rafforzare la libera informazione, dobbiamo diventare soggetti che educano i futuri cittadini con il cibo nelle scuole, con le etichette, dichiarando semplicemente quello che voi fate. Non dobbiamo più stare zitti, dobbiamo raccontarci in ogni angolo del pianeta, e vogliamo discutere anche le regole sull’informazione, dobbiamo sapere se c’è qualcosa che fa male o bene in quello che mangiamo. Dobbiamo andare via alla fine di Terra Madre - conclude Petrini - assumendo questo impegno, ognuno, personalmente”.
In conclusione, la citazione del fondatore di Slow Food de “Il Vecchio e il Bambino” del canta Guccini: “un giovane sente un vecchio che gli racconta con nostalgia del passato in cui c’era il rispetto della natura, e gli chiede di raccontare altre fiabe come questa. Storie come quelle che noi e voi dobbiamo raccontare”.

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