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Nella Francia che ha costruito le sue fortune sulle esportazioni delle sue eccellenze enogastronomiche, torna la “richiesta” del “patriottismo alimentare” nei supermarket. Ad avanzarla il Premier transalpino (nato a Barcellona), Manuel Valls

In tempi di mercati globali e di esportazioni, che in molti casi, soprattutto nel vino, per i più importanti Paese produttori sono fondamentali per la vita e la crescita del settore, c’è chi, di tanto in tanto, torna a far soffiare qualche spiffero di “protezionismo”, un po’ fuori dal tempo. Succede ogni tanto in Italia, con organizzazioni come Coldiretti che plaude ai record dell’export italiano da un lato, ma spinge sui prodotti nazionali, a km0 e così via per il mercato interno dall’altro, e con forze politiche come la Lega guidata da Matteo Salvini.
Ma succede anche in quella Francia che ha fondato i suoi successi commerciali sui suoi imperi del passato, e sulle esportazioni delle eccellenze gastronomiche ieri come oggi. Al Sial, il Salone Internazionale dell’alimentazione di Parigi (www.sialparis.com), uno degli eventi più importanti a livello mondiale per il settore (fino al 23 ottobre), è stato niente meno che il premier francese (ma nato a Barcellona) Manuel Valls, ad invitare i supermercati francesi ad una sorta di “patriottismo alimentare”.
Valls, riporta l’agenzia Ansa, “ha chiesto alle catene di supermercati ed ipermercati di giocare il gioco del patriottismo alimentare, mettendo più in primo piano i nostri prodotti nei punti vendita”. In passato, anche l’ex ministro per il rilancio produttivo, Arnaud Montebourg, aveva chiesto la creazione di speciali scaffali “made in France”, per favorire la vendita di prodotti nazionali nell’attuale contesto di crisi economica.
Niente di male, ovviamente, nel voler valorizzare i prodotti migliori di un Paese nella loro terra natale. Ma chissà che ne sarebbe delle sorti di interi settori, come il vino e l’agroalimentare, e di marchi della gdo francese come Auchan, Carrefour e altri, se i tanti Paesi esteri in cui fanno affari ed esportano il meglio del made in France facessero “propria” l’idea di Valls, ma per i propri prodotti, snobbando quelli di importazione ...

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