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Il clima bizzarro fa sorridere il tartufo. Per il pregiato bianco è una buona annata specie per i gourmet: quantità alta, prezzi bassi. “100-200 euro l’etto” dicono i tartufai italiani, a WineNews. Ma su prezzi e caro-Iva Alba lancia un Sos all’Ue

Non Solo Vino
Il Tartufo di Alba

Se il clima con le sue bizzarrie ha messo in crisi molte produzioni agricole, qualcuno che, invece, sorride c’è: dal Piemonte alla Toscana, dall’Umbria alle Marche, per il pregiato tartufo bianco il 2014, almeno per ora, visto che siamo in piena raccolta, sembra essere per la qualità un’annata da ricordare. Soprattutto per i gourmet, con il clima caldo-umido e la tanta pioggia che hanno fatto nascere molto tartufo e, per contro, abbassare i prezzi.
Nell’attesa dell’apertura delle più famose e storiche Mostre-Mercato del Belpaese, dai territori più vocati d’Italia i tartufai stimano a WineNews quotazioni che oscillano intorno ai 100 euro l’etto. Proprio sui prezzi Alba, tra le “capitali” più famose del tartufo italiano, facendosi portavoce a Bruxelles, lancia all’Ue un Sos forte e chiaro “per salvare il tartufo italiano dal caro-Iva, che crea una concorrenza distorta a livello europeo”. In pratica, spiega la delegazione di Alba, “per l’Ue così come per i nostri concorrenti, vedi francesi e croati, il tartufo è un prodotto agricolo, sul quale viene imposta un’Iva anche 5 volte inferiore a quella italiana. Per l’Italia, invece, non lo è (è piuttosto un “prodotto di lusso”, ndr) e paga un’Iva del 22%. Non essendo l’Iva detraibile, alla fine è il cliente a pagare un 44% in più, un’Iva spesso evasa, come dicono le cronache”, in un settore che ha un importante giro d’affari (in Italia si raccolgono circa 80 tonnellate l’anno di tartufi freschi), in Italia e all’estero, occupa molte persone, tra cavatori, trasformatori e rivenditori, e attira turismo.
Tanto per fare un esempio, in Umbria dove si raccoglie oltre il 30% della produzione nazionale di tartufo (25 tonnellate per anno) gli occupati nel settore sono oltre 7.000, e nonostante tutto dipenda dall’annata, quindi dalla volatilità dei prezzi, in media il tartufo genera un giro d’affari che supera i 20 milioni di euro. Solo per quanto riguarda l’export dei tartufi freschi l’Umbria ha il primato, rappresentando il 45% delle esportazioni dall’Italia all’estero, con un introito medio annuo che sfiora i 6 milioni di euro.
Scendendo nel particolare delle quotazioni, se a Città di Castello in Umbria sede della “Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco” si parla di circa 70-100 euro all’etto per il bianco, sotto i siamo anche a San Miniato in Toscana, che ospita la “Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco”. Sempre in Toscana, a San Giovanni d’Asso, dove è di scena “Mostra Mercato del Tartufo Bianco delle Crete Senesi”, siamo sui 100 euro l’etto, così come ad Acqualagna nelle Marche, sede della “Fiera Nazionale del Tartufo Bianco”. Solo ad Alba, dove sta per iniziare la “Fiera Internazionale del Tartufo Bianco” i prezzi oscillano intorno ai 200 euro l’etto.
A lanciare l’Sos sul caro-Iva a Bruxelles sono il sindaco della città di Alba, Maurizio Marello, il presidente della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, Antonio Degiacomi, e il direttore del Centro Nazionale Studi sul Tartufo, Mauro Carbone. “Se la situazione non viene risolta da Roma allora passiamo da Bruxelles, stiamo cercando la strada” spiega l’eurodeputato Alberto Cirio (Forza Italia), che ha accompagnato in questi giorni la delegazione di Alba a Bruxelles e studia le possibili armi: la Commissione Petizioni all’Europarlamento e il piano di Bruxelles di armonizzare il più possibile le aliquote Iva sugli stessi prodotti, un regime obbligatorio dal 2016. Qualcuno non esclude anche l’ipotesi del ricorso alla Corte di giustizia Ue. “Noi ci facciamo portatori di un’esigenza condivisa dall’Associazione delle Città del Tartufo, circa 50 realtà italiane, insieme a produttori, trasformatori, ristoratori. Non possiamo nemmeno fare uso come i concorrenti dei fondi Ue per lo sviluppo rurale, per la tutela dei boschi e delle tartufaie”, aggiunge Degiacomi. “Per ogni euro “grattato” sul territorio, il turista ne spende più o meno venti in tutto il resto”, spiega il direttore del Centro nazionale Studi sul Tartufo.

Focus - Il borsino di WineNews del tartufo bianco
Città di Castello, Umbria: 70-100 euro l’etto
San Miniato, Toscana: sotto i 100 euro l’etto
San Giovanni d’Asso, Toscana: 100 euro l’etto
Acqualagna, Marche: 100 euro l’etto
Alba, Piemonte: 200 euro l’etto

Focus - Il tartufo in mostra (e vendita) in Italia: ecco gli appuntamenti
Il “re” dei tuberi si presenta nel Belpaese, in mostra nei suoi territori più vocati: dall’11 ottobre al 2 novembre, nell’antica Tiferum Mataurense, l’odierna Sant’Angelo in Vado, è di scena l’edizione n. 51 della “Mostra del Tartufo Bianco Pregiato delle Marche” (www.mostratartufo.it), e, sempre nelle Marche, l’edizione n. 49 della “Fiera Nazionale del Tartufo Bianco”, ad Acqualagna, inizia il 26 ottobre fino al 9 novembre (www.acqualagna.com); anche in Piemonte, altra celebre patria d’elezione del pregiato bianco, la “Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba” apre le sue porte l’11 ottobre, e fino al 16 novembre, all’edizione n. 84 (www.fieradeltartufo.org); l’edizione n. 44 della “Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco di San Miniato” è, invece, in programma in Toscana, dal 15 novembre all’8 dicembre, dove la stagione si è aperta ufficialmente il 10 settembre (www.sanminiatopromozione.it), e, sempre in Toscana a San Giovanni d’Asso l’edizione n. 29 della “Mostra Mercato del Tartufo Bianco delle Crete Senesi” è di scena, dal’8 al 16 novembre, (www.comune.sangiovannidasso.siena.it); infine, l’Umbria dove, dal 30 ottobre al 2 novembre, c’è l’edizione n. 35 della “Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco”, a Città di Castello (www.iltartufobianco.it).

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