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Anche con il ricalcolo Istat, l’agricoltura resta l’unico settore produttivo a registrare un incremento del valore aggiunto nel 2013, a +0,6%. Cia: “ma la situazione delle aziende resta difficile”. Confagricoltura: “valore aggiunto come nel 2009”

Non Solo Vino
Agricoltura unico settore con valore aggiunto in crescita

Anche con il ricalcolo Istat, l’agricoltura resta l’unico settore produttivo a registrare un incremento del valore aggiunto nel 2013, a +0,6%, in assoluta controtendenza. Lo dice la Cia - Confederazione italiana agricoltori, commentando l’adeguamento dell’Istituto nazionale di statistica alle nuove norme europee per la definizione del Pil, aggiungendo che “si tratta di una nuova conferma della vitalità e della tempra delle imprese agricole che, pur in presenza di numerosi ostacoli economici, dai prezzi sul campo non remunerativi al calo dei consumi domestici, continuano a tirare avanti, assicurando produttività e posti di lavoro”.

“Il segno positivo, tuttavia, non basta a risolvere tutti i problemi del comparto: la situazione delle aziende resta difficile - spiega la Cia - sia a causa della stagnazione degli acquisti interni, sia per i problemi che si sono aggiunti in questi ultimi mesi, dagli effetti del maltempo sulle campagne alle conseguenze dell’embargo russo sui prodotti agroalimentari europei. Per questo motivo, da un lato chiediamo al governo di accelerare sulle misure a sostegno dei redditi delle famiglie, non fermandosi al bonus Irpef di 80 euro - osserva la Cia - e dall’altro di investire sul serio sull’agricoltura, che rappresenta un asset sempre più strategico per la ripresa del Paese, soprattutto in vista di Expo 2015, che racconterà l’Italia attraverso il cibo, nelle sue tante accezioni (sicurezza alimentare, qualità e tradizione agricola, innovazione e biodiversità), diventando un fattore ulteriore di accelerazione economica per l’Italia e le sue imprese”.

Tuttavia, ricorda Confagricoltura, “per il settore agricolo, nonostante la crescita recente, siamo comunque, in termini assoluti, ad un livello di valore aggiunto praticamente identico a quello del 2009. Come dire che in questi cinque anni non è stata creata ricchezza. Mentre calano notevolmente nello stesso periodo le unità di lavoro impiegate (-7% rispetto al 2009), comunque meno di quanto flettono per industria e costruzioni (rispettivamente -10% e -16%). Al di là del fatto che la contrazione è inferiore a quella registrata negli altri settori produttivi, si può considerare questo dato anche una come una conferma della razionalizzazione e dell’introduzione di innovazione “labour saving” nei processi produttivi del settore”.

“Preoccupa invece in prospettiva - continua Confagricoltura - la netta flessione dei consumi alimentari che si riducono del 3,5% sul 2012 e di quasi l’8% (-7,8%) sul 2009 in termini reali. Un fenomeno che si registra da alcuni anni e che supera la flessione complessiva dei consumi che si è attestata intorno al 5%. Le famiglie italiane stanno spendendo molto meno per l’alimentazione ma probabilmente stanno anche razionalizzando il loro carrello della spesa”.

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