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La crisi economica e il cambiamento degli stili di vita stanno “uccidendo” la dieta mediterranea. L’allarme da “The Future of Science”, incontro promosso da Umberto Veronesi e dedicato al tema dello sradicamento della fame nel mondo a Venezia

Ognuno si difende dalle ristrettezze economiche come meglio può e crede. Ma pare sempre più un fatto che la crisi economica e il cambiamento degli stili di vita stiano “uccidendo” la dieta mediterranea, riconosciuto “toccasana” nutrizionale e must dell’Italian style. In molte aree del mondo la dieta mediterranea è ancora da esportare (fatto che avviene solo per le “cucine” di lusso), ma in Italia se ne sta perdendo l’uso per il semplice motivo che la crisi ha impoverito il piatto, e lo stile di vita imperante sta spingendo verso il precotto o il cibo confezionato, che non sempre hanno i valori nutrizionali del fresco.
Emerge da “The Future of Science”, l’incontro promosso da Umberto Veronesi e dedicato al tema dello sradicamento della fame nel mondo a Venezia. Ad affrontarlo sono stati Maria Benedetti Donati, dell’Istituto neurologico mediterraneo, e Katia Petroni, biologa dell’Università di Milano. “Se gli effetti della dieta mediterranea erano noti da tempo, di recente il dato è stato ribadito dalla ricerca che - ha detto Donati - ha certificato gli effetti benefici del consumo di frutta, verdura, pesce, cereali integrali, frutta secca, olio d’oliva e vino in moderazione. Il tutto con risultati positivi dimostrati non solo nella prevenzione primaria della salute ma anche di quella secondaria, come malattie vascolari, tumori ormono-dipendenti e di alcune malattie neurodegenerative”.
Il fatto che la dieta mediterranea sia in regressione, secondo la Donati, implica un progressivo peggioramento delle condizioni di salute della popolazione italiana, a cominciare dall’aumento dei casi di obesità.
Katia Petroni ha sottolineato il valore di questo metodo nutrizionale, “confermato - ha spiegato - da una nuova branca della scienza, la “nutrigenomica”, la quale cerca di comprendere “come i nutrienti influenzino l’espressione genica, il metabolismo e la salute, con lo scopo ultimo di identificare potenziali biomarkers genici e proteici che possano aiutare nella diagnosi precoce di malattie legate all’alimentazione”.

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