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“L’etichetta “a semaforo” sui prodotti alimentari è un provvedimento fuorviante e spinge all’“Italian sounding”. Inoltre nasconde una nuova guerra commerciale tra Nord e Sud Europa”. La denuncia del presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua

“L’etichetta “a semaforo” sui prodotti alimentari, ideata dal Governo inglese e già replicata da Olanda e Paesi scandinavi, nasconde una nuova guerra commerciale tra Nord e Sud Europa mascherata da esigenze salutistiche”. È la denuncia del presidente Federalimentare, Filippo Ferrua Magliani, a pochi giorni dalla decisione della Commissione sull’avvio di una procedura di infrazione nei confronti del Regno Unito sostenuta da 18 Paesi, in gran parte mediterranei, Italia in primis.
La raccomandazione inglese, recepita dal 95% della grande distribuzione britannica, spinge ad usare una triade cromatica “verde-giallo-rosso” sul packaging dei prodotti a seconda degli ingredienti considerati “sani” o “pericolosi” (essenzialmente sale, zucchero, grassi) in essi contenuti. “Questa ampia adesione della Gdo - sottolinea Ferrua - costringe i produttori esteri che vogliono accedere al retail britannico a utilizzare questa etichettatura, con costi aggiuntivi e rischi di mercato”. Secondo il presidente non esistono cibi “buoni” e “cattivi” in sé, ma soltanto diete giuste o sbagliate, a seconda di come i diversi alimenti vengono combinati; per cui classificare alimenti e bevande non solo è fuorviante ma innesca anche fenomeni di Italian Sounding, con prodotti che echeggiano quelli italiani con mix produttivi opinabili e prezzi ridotti, per potersi fregiare di “semafori” favorevoli.
“L’effetto del provvedimento - sottolinea ancora Ferrua - è quello di scoraggiare il consumo di alimenti sani, come quelli della tradizione italiana (formaggi a pasta dura, salumeria, ecc) che, se mangiati nelle proporzioni giuste, non solo non sono dannosi ma anzi sono difficilmente sostituibili e alla base di diete universalmente riconosciute corrette come quella mediterranea”.
L’augurio di Federalimentare è che questa battaglia, avviata e sostenuta a più riprese dal Governo italiano, trovi una conclusione positiva sui tavoli della Commissione Ue. “In epoca di embargo russo - conclude Ferrua - queste misure configurano in realtà strumenti obliqui e scorretti di guerra commerciale. Alle Istituzioni comunitarie, chiamate a decidere nei prossimi giorni, il compito di estirparli al più presto restituendo al consumatore la piena libertà di effettuare una scelta ragionata e basata sul proprio stile di vita”.

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