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Il bio vola. In Italia e all’Expo: Sana-BolognaFiere curerà il Padiglione delle Biodiversità ha annunciato Martina. L’identikit di Nomisma: il 59% delle famiglie acquista un prodotto all’anno. Coldiretti: “spesa green a 20 miliardi di euro nel 2014”

Non Solo Vino

Più della metà delle famiglie italiane acquista almeno un prodotto bio all’anno (59%, +1,7 milioni nel 2013 sul 2012; il 22% ogni giorno o quasi), perché più sicuri per la salute e di qualità più elevata (70%), frutta e verdura su tutti (45%), nei negozi specializzati (46,3%) e in gdo (27%) che offrono sempre più referenze (il 12% al ristorante e nell’e-commerce, mercati tutti da battere), molti vegetariani o vegani (78%), reddito familiare elevato (69%), figli in età pre-scolare (69%), del Centro-Nord (63%), responsabile acquisti donna (64%), tra 30-44 anni (63%), attenti all’esercizio fisico/sport (62%) e alla raccolta differenziata (61%): ecco l’identikit del consumer del bio, protagonista fino a domani al Sana, Salone Internazionale del Biologico e del Naturale n. 26 a BolognaFiere (www.sana.it). Un trend che vola: 2,4 miliardi di euro di giro d’affari nel 2013 (1 miliardo di export), ma il 32% di chi oggi non acquista bio si dice propenso a provarlo. Se a confermarlo non bastasse il fatto che “spunta” ovunque e piace a tutti, i dati che emergono dall’Osservatorio Nomisma (su 1.200 famiglie) “dicono che il bio è una grande opportunità per l’agricoltura italiana e per il Paese - ha detto il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina da BolognaFiere - basta vedere cosa è accaduto negli ultimi anni per capire quanto futuro c’è nel settore” (nel 2013 la superficie bio coltivata in Italia ha raggiunto il record di 1,3 milioni di ettari). “In nemmeno un decennio il valore del bio è cresciuto del 220%”, indica Silvia Zucconi di Nomisma, e secondo Coldiretti per la prima volta la spesa green - bio, ma anche, per esempio, Km 0, prodotti sfusi locali o Do - raggiungerà nel 2014 20 miliardi di euro di fatturato, mentre i consumi alimentari, con la crisi, sono crollati ai minimi da oltre 30 anni. A crescere è anche l’attenzione delle istituzioni: uno degli obiettivi del Governo italiano è chiudere la Presidenza dell’Ue (dove l’Italia è leader con oltre 260 Dop/Igp per quasi 13 miliardi di euro di fatturato) con un accordo quadro sui fondamentali della riforma per il settore, ha detto Martina annunciano che ad Expo Milano 2015 “il Sana sarà partner fondamentale di quel padiglione che abbiamo sempre chiamato Padiglione delle Biodiversità che racconterà uno dei tratti fondamentali di questo Paese, cioè lo straordinario patrimonio di biodiversità che l’Italia può vantare e il mondo ci invidia”.

Ma del bio non cresce solo il giro d’affari. L’incidenza dei prodotti bio nella spesa familiare è pari al 2,4%, in crescita esponenziale perché solo 10 anni fa era qualche centesimo di punto percentuale. I consumi bio pro-capite valgono 39 euro, e di quel 59% di famiglie che acquista prodotti bio il 37% lo fa almeno una volta a settimana, 22% ogni giorno o quasi, il 32% qualche volta al mese e 9% raramente. Ci sono i “new entry” (59%), ovvero i novizi del bio (hanno iniziato ad acquistare negli ultimi 2 anni), hanno 45-50 anni, consumano qualche volta al mese, lo acquistano soprattutto in gdo, attratti dalle promozioni; i “fedeli” (27%), appassionati del bio (acquistano da oltre 5 anni) che consumano quasi ogni giorno (alta la quota di consuma anche fuori casa), acquistano soprattutto in negozi specializzati, perché sicuri per la salute, hanno figli con meno di 6 anni ed hanno 30-40 anni; gli “etici” (24%), interessati al bio (acquistano da 2-3 anni), lo consumano ogni settimana, acquistano soprattutto negozi specializzati e fanno acquisti diretti, perché sono prodotti rispettosi dell’ambiente, single senza figli, con età media 20-30 anni.

L’interesse per il bio è trasversale, ma frutta e ortaggi freschi sono tra i prodotti più acquistati: il 45% delle famiglie italiane ha avuto almeno un’occasione di acquisto. Nel carrello della spesa bio finiscono con grande frequenza uova (34%) e yogurt (30%), miele (21%) e marmellate (27%). La motivazione principale per oltre i 2/3 (70%) è il voler acquistare prodotti più sicuri per la salute poiché privi di pesticidi e chimica, seguita (21%) dalla ricerca di una maggiore qualità e il rispetto dell’ambiente (9%). Ma ci sono anche categorie emergenti tra cui il vino (22%).

Sugli scaffali le referenze bio sono sempre più in crescita: nei negozi specializzati in media 3.000-3.500 referenze mentre la gdo ne offre in media 300, considerando sia le principali marche che le private label (qui il bio è pari all’1,96% della spesa alimentare). C’è poi, sottolinea Nomisma, l’away from home: oggi il 14,5% degli italiani ha voluto consumare un pasto presso un locale che offre alimenti bio, un mercato che merita di essere sempre più presidiato perché è evidente la sempre più accresciuta volontà di consumare un pasto sano fuori casa. Quando acquistano bio le famiglie italiane guardano prima di tutto all’origine (34%), al prezzo (22%) e alla marca 19%).
Il Ministro Martina ha spiegato che anche per questo settore in crescita la parola d’ordine è semplificazione, “per aiutare il più possibile le imprese che lavorano nel biologico e per avere strumenti per rapportarsi con un sistema di regole in modo semplice. Abbiamo poi il tema del governare i fenomeni di importazione e di lavorare, ad esempio, a un sistema che controlli e garantisca qualità e sia all’altezza delle aspettative. Ci sono dei passaggi non semplici che dobbiamo affrontare. Ma qui c’è una forza straordinaria. Il fatto di poter annunciare la collaborazione tra questa esperienza e Expo Milano 2015 è un ulteriore tassello di quel progetto a cui stiamo dedicando tante energie per raccontare in Expo l’esperienza agroalimentare italiana”. “Sarà un appuntamento di straordinaria importanza per tutto il settore di riferimento - ha sottolineato Duccio Campagnoli, presidente di BolognaFiere - per far fronte a questo impegno che ci onora chiamiamo fin da ora a raccolta tutto il mondo associativo e i partner e le competenze imprenditoriali del settore del biologico, da anni protagonisti a Sana, e che, con l’edizione 2014, ci stanno premiando con il considerevole aumento di espositori, con quelli esteri che registrano addirittura un sonoro +40%”.

Focus - Dossier Coldiretti: da bio a km 0, spesa green vola a 20 miliardi di euro nel 2014

Dal biologico al chilometro zero, dai prodotti sfusi fino alle denominazioni di origine, vola la spesa “green” che raggiungerà complessivamente per la prima volta i 20 miliardi di euro di fatturato nel 2014. E’ quanto emerge dal Dossier della Coldiretti in occasione del “Sana 2014”, secondo cui se gli acquisti di prodotti bio confezionati fanno registrare un incremento record del 17,3% nei primi 5 mesi del 2014, 15 milioni di persone mettono nel carrello prodotti locali a chilometri zero che non devono percorrere lunghe distanza con mezzi di trasporto inquinanti, mentre solo per i prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) si stima una spesa di 13 miliardi di euro, nonostante le difficoltà economiche.

Ben il 45% di italiani mette cibi biologici nel carrello regolarmente o qualche volta secondo un’indagine Coldiretti/Ixè con un fatturato stimato pari a 3,5 miliardi per il 2014 ed a far registrare il maggior incremento delle vendite dei prodotti confezionati sono pasta, riso e sostituti del pane (+73%), zucchero, caffè e tè (+37,2%), biscotti, dolciumi e snack (+15,1%). Aumenti più contenuti si rilevano invece per gli ortofrutticoli freschi e trasformati (+11%), le uova (+5,2%), i lattiero-caseari (+3,2%) e le bevande bio (+2,5 per cento). Una tendenza raccolta nelle campagne italiane con la superficie coltivata a biologico in Italia che è aumentata del 13 per cento nel 2013 ed ha raggiunto, rileva la Coldiretti, il record storico di 1,3 milioni di ettari grazie all’impegno di 45.969 agricoltori.

Molto positivo anche il bilancio della spesa a chilometri zero dal contadino nelle fattorie o nei mercati degli agricoltori con un fatturato complessivo stimato in oltre 3 miliardi di euro. In questo contesto cresce anche in Italia l’acquisto di prodotti sfusi nel commercio al dettaglio dove si sta estendendo sia nella vendita di prodotti alimentari come pasta, latte, legumi, frutta secca, caramelle e cioccolato ma anche tra i non alimentari come i detersivi. L’agroalimentare, con oltre i 2/3 del totale, è il maggior responsabile della produzione di rifiuti da imballaggio, che si moltiplicano anche per effetto delle strategie di marketing che puntano molto sulle confezioni per favorire le vendite, e a causa della tendenza alla riduzione dei formati a favore dei single e delle famiglie sempre meno numerose.

A fare la parte del leone negli acquisti green degli italiani sono però senza dubbio i prodotti Dop e Igp tutelati dall’Ue sulla base di uno specifico disciplinare di produzione che garantisce il legame territoriale e contribuisce a mantenere le tradizioni e la biodiversità nelle zone di origine. L’Italia ha la leadership europea con 263 Dop/Igp riconosciuti che generano un fatturato vicino ai 13 miliardi di euro e riguardano specialità di nicchia, ma, conclude la Coldiretti, anche di largo consumo come i Prosciutti di Parma e San Daniele e i formaggi Parmigiano Reggiano e Grana Padano che finiscono nel carrello di quasi la totalità degli italiani.

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