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Embargo russo sui prodotti agroalimentari europei, effetto boomerang per il presidente russo Vladimir Putin: salgono i prezzi, ed il consenso è sceso di 3 punti percentuali. A dirlo è la Coldiretti. Focus - Al via gli aiuti Ue per il formaggio

Il presidente Vladimir Putin comincia a fare i conti dei danni provocati dall’embargo su alcune categorie di prodotti alimentari in Russia dove il Ministero dello Sviluppo Economico della Federazione è stato costretto ad alzare le previsioni per l’inflazione nel 2015 a 6,5% a causa delle sanzioni, mentre, per la prima volta dall’inizio della crisi Ucraina, il gradimento del presidente è sceso di 3 punti percentuali all’84%, mentre all’inizio di questo mese la percentuale era del 87%, secondo l’indipendente Levada-Center. Lo dice la Coldiretti, nel sottolineare che nei banchi dei supermercati, nei ristoranti e sulle tavole dei cittadini si cominciano infatti vedere gli effetti del blocco imposto all’importazione di frutta, verdura, formaggi, carne, salumi e pesce proveniente da Ue, Usa, Norvegia, Australia e Canada. Dal prosciutto di Parma a quello di San Daniele, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano ma anche le mele, le pesche e le pere provenienti dall’Italia e da altri Paesi non si trovano più e con essi stanno scomparendo alcune immancabili ricette tipiche.
“In alcuni casi - precisa la Coldiretti si è fatto ricorso ad imitazioni di bassa qualità di produzione locale o provenienti da paesi non colpiti dalle sanzioni ma senza successo per i tanti Russi che anche con le vacanze hanno imparato a conoscere la qualità del Made in Italy.
Il Ministro dell’Agricoltura Nikolai Fiodorov ha annunciato che il governo russo dovrà sostenere il suo agroalimentare con 13 miliardi di euro di fondi pubblici da qui al 2020 per compensare il divieto di import di prodotti nel braccio di ferro delle sanzioni tra Mosca e Occidente per l’Ucraina. La guerra commerciale sui prodotti alimentari scatenata dalla Russia rischia dunque di ripercuotersi contro di essa oltre che alimentare una escalation negativa per l’economia mondiale. Complessivamente si stima che solo per l’Italia - precisa la Coldiretti - siano state bloccate spedizioni di prodotti agroalimentari per un valore di circa 200 milioni di euro tra ortofrutta, carni, salumi, latticini e formaggi.
Ma ai danni diretti si sommano quelli indiretti dovuti alla perdita di immagine e di mercato provocata dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy ma anche la possibilità - continua - la Coldiretti - che vengano dirottati sul territorio nazionale i prodotti agroalimentari di bassa qualità di altri paesi che non trovano più uno sbocco nel Paese di Putin.
Anche per questo - sottolinea la Coldiretti - i 125 milioni complessivamente stanziati dalla Commissione per tutta l’Unione Europea a seguito del blocco delle importazioni in Russia non sono sufficienti. Molto dipenderà dalla tempestività e dalle modalità operative che devono ancora essere definite ma già ora si può dire che dall’intervento restano esclusi alcuni prodotti ortofrutticoli (compresi solo pomodori, carote, cavolo bianco, peperoni, cavolfiori, cetrioli e cetriolini, funghi, mele, pere, piccoli frutti, uva da tavola e kiwi) ma anche i prodotti diversi dall’ortofrutta ma comunque colpiti dal blocco come carni, pesce e latte e formaggi per i quali tuttavia è stato annunciato un impegno ad intervenire da parte della Commissione Europea”.

Focus - Ucraina: Coldiretti, al via aiuti Ue al parmigiano dopo embargo Russia
Il Parmigiano Reggiano ed il Grana Padano con un valore delle esportazioni in Russia pari a circa 15 milioni di euro nel 2013 potranno accedere alle misure previste dalla Commissione Europea che interessano anche il Pecorino ed il Fiore sardo. Lo afferma la Coldiretti nell’annuncio che il Comitato di gestione della Ue ha deciso il via libera agli aiuti per l’ammasso privato per il burro, il latte scremato in polvere e di alcuni tipi di formaggi Dop/Igp ma anche di attivare misure eccezionali (tramite un atto delegato) per coprire anche gli altri tipi di formaggi esportati verso la Russia, al fine di attenuare l’impatto delle restrizioni russe sui prodotti lattiero-caseari dell’UE. La Commissione - sottolinea la Coldiretti - non ha specificato l’importo del sostegno ma secondo indiscrezioni le misure dovrebbero avere un finanziamento che oscilla tra i 10 ed i 20 milioni di euro.
L’esportazione di prodotti lattiero caseari italiani in Russia è stata pari - sottolinea la Coldiretti - a 45 milioni di euro nel 2013 dei quali ben 42 milioni per formaggi e latticini. Tra questi un peso rilevante è rappresentato da Parmigiano Reggiano e Grana Padano per un totale di circa 15 milioni mentre vale 1,5 milioni l’export di Pecorino e Fiore Sardo. Rilevanti - precisa la Coldiretti - sono anche le esportazioni di formaggi freschi per un importo di 13 milioni di euro come le mozzarelle che al momento sono escluse dagli aiuti. Le nuove misure di intervento si aggiungono - prosegue la Coldiretti - ai 125 milioni complessivamente già stanziati dalla Commissione per tutta l’Unione Europea a sostegno dei prodotti ortofrutticoli (pomodori, carote, cavolo bianco, peperoni, cavolfiori, cetrioli e cetriolini, funghi, mele, pere, piccoli frutti, uva da tavola e kiwi) per i quali il valore dell’export italiano in Russia è stato apri a 72 milioni di euro nel 2013.
Anche se molto dipenderà dalla tempestività e dalle modalità operative del sostegno già ora si può dire che secondo la Coldiretti l’importo stanziato non è sufficiente a coprire le perdite ed anche che alcuni prodotti importanti per l’Italia colpiti dal blocco restano esclusi come ad esempio certi prodotti lattiero caseari e i prosciutti a denominazione di origine.
Complessivamente si stima che solo per l’Italia - precisa la Coldiretti - siano state bloccate spedizioni di prodotti agroalimentari per un valore di circa 200 milioni di euro tra ortofrutta, carni, salumi, latticini e formaggi. Ma ai danni diretti si sommano quelli indiretti dovuti alla perdita di immagine e di mercato provocata dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy ma anche la possibilità - continua - la Coldiretti - che vengano dirottati sul territorio nazionale i prodotti agroalimentari di bassa qualità di altri paesi che non trovano più uno sbocco nel Paese di Putin.
Peraltro anche in Russia si comincia a fare i conti dei danni provocati dall’embargo su alcune categorie di prodotti alimentari con il Ministero dello Sviluppo Economico della Federazione che è stato costretto ad alzare le previsioni per l’inflazione nel 2015 a 6,5% a causa delle sanzioni mentre per la prima volta dall’inizio della crisi Ucraina il gradimento del presidente Putin è sceso di 3 punti percentuali all’84%, mentre all’inizio di questo mese la percentuale era del 87%., secondo l’indipendente Levada-Center.. Dal prosciutto di Parma a quello di San Daniele, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano ma anche le mele, le pesche e le pere provenienti dall’Italia e da altri Paesi non si trovano più e con essi stanno scomparendo alcune immancabili ricette tipiche. In alcuni casi - precisa la Coldiretti si è fatto ricorso ad imitazioni di bassa qualità di produzione locale o provenienti da paesi non colpiti dalle sanzioni ma senza successo per i tanti Russi che anche con le vacanze hanno imparato a conoscere la qualità del Made in Italy. Il ministro dell’Agricoltura Nikolai Fiodorov ha annunciato che il governo russo dovrà sostenere il suo agroalimentare con 13 miliardi di euro di fondi pubblici da qui al 2020 per compensare - conclude la Coldiretti - il divieto di import di prodotti nel braccio di ferro delle sanzioni tra Mosca e Occidente per l’Ucraina.

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