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Dall’“Avanvera” alla “Giostra d’alcol”, nei giorni della grande mostra sul Futurismo al Guggenheim di New York, a New Orleans le case storiche del beverage Cocchi, Pallini, Strega e Tassoni rievocano la “Miscelazione Futurista” da Marinetti a Depero

Non Solo Vino
Il brindisi di un bevitore by Fortunato Depero

Dall’esplosione di sapori dell’“Avanvera (Strega, Vermouth Rosso e Brandy) decorato, volutamente, “a vanvera”, con pomodori, acciughe e caffè, alla “Giostra d’alcol”, uno dei primi mangia e bevi della storia, con cioccolato e formaggio che navigavano immersi in una miscela di Barbera d’Asti, Campari e Cedrata Tassoni, consumate - con sensazioni “simultanee” come le visioni dei quadri di Boccioni - nelle celebri serate alla “Taverna del Santopalato”, il ristorante aperto da Marinetti a Torino nel 1931, o al “Cabaret del Diavolo” a Roma, che, in tema, proponeva “Melma bruna“, “Fuoco liquido” ed “Infuso sintetico digrignatorio”. Ecco la “Miscelazione Futurista” e le sue polibibite, ideate da Filippo Tommaso Marinetti, Fillia, Enrico Prampolini, Cinzio Barosi, Enrico Giachino, fino a Fortunato Depero, rievocate, nei giorni della mostra sul Futurismo al Guggenheim di New York (la più grande di sempre sul movimento italiano nella Grande Mela, e una delle esposizioni di punta del famosissimo Museo americano, ndr), da “Italian Futurism (1909-1944): Art + Drink”, un seminario promosso al “Tales of the Cocktail” a New Orleans dalle case storiche del beverage italiano Giulio Cocchi, Pallini, Strega e Cedrata Tassoni, di scena il 19 luglio.
Un capitolo importante della “Cucina Futurista”, e una promozione culturale dell’agroalimentare made in Italy, capace di sorprendere oggi (l’evento ha fatto registrare il sold out), come allora, agli albori della pubblicità, quando, tra gli altri, Depero firmava la sua mirabolante “Coppa di brividi” (natura morta in stampa in bianco e nero, servita e illustrata in ogni sua parte), iniziava il suo sodalizio con Campari (disegnando nel 1932 la bottiglietta icona tronco-conica, e mettendo a punto un’originale strategia di comunicazione).
Pensato per richiamare l’attenzione del variegato mondo dei bartender internazionali su questo interessante e ancora poco esplorato capitolo della storia della miscelazione, il seminario sulla “Miscelazione Futurista” “Italian Futurism (1909-1944): Art + Drink” - alla Nouvelle Ballroom dell’Hotel Monteleone (www.cocchi.it) - è stato condotto dal barman e studioso Fulvio Piccinino, con l’intervento di Eric Seed, fondatore di Minneapolis Haus-Alpenz, importatore specializzato in wines & spirits che serve l’alta ristorazione e i bar, che ha spiegato l’opportunità per la miscelazione futurista negli Usa, e Roberto Bava, alla guida della storica casa vinicola astigiana Giulio Cocchi, che ha illustrato il contesto socio-politico e artistico negli anni del Futurismo italiano.
Al centro del seminario, promosso anche in fil rouge con la grande mostra “Italian Futurism, 1909-1944: Reconstructing the Universe”) al Guggenheim di New York, le polibibite ideate e codificate nel “Manifesto della Cucina Futurista”: “Le polibibite futuriste - I cocktail con Barbera d’Asti, Moscato e Barolo Chinato”, “Eleganti signore italiane - esortava Filippo Tommaso Marinetti - vi preghiamo di sostituire al cocktail party dei convegni pomeridiani che potrete chiamare a volontà “l’Asti Spumante della signora B”, “il Barbaresco della contessa C” o “il Capri bianco della principessa D”: in questi convegni sarà premiata la migliore qualità del vino radunatore”.
Piccinino ha illustrato la cultura che affianca l’arte della miscelazione italiana, integrando, di fronte ai più affermati professionisti, nozioni di natura storica e di costume e un’attenta ricerca e selezione degli ingredienti autentici della “Miscelazione Futurista”, uno spunto curioso e affascinante ma soprattutto un’occasione unica per il mondo del bere miscelato italiano e per i barman nazionali di attirare l’attenzione sul proprio lavoro e sulle proprie tradizioni.

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