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Accordo Ue & Stati liberi di decidere su Ogm - Ministro Martina: “soddisfatto, iter si concluda in semestre Presidenza Italia”. Ministro Galletti: “massimo impegno”. Coldiretti e Cia: “Italia libera di non coltivarli. Verso soluzione definitiva”

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Con l’accordo politico dei Ministri dell’Ambiente dell’Ue, raggiunto oggi a Lussemburgo e dopo anni di dibattiti (due sole le astensioni, quella di Belgio e Lussemburgo), sul nuovo testo elaborato dalla Presidenza greca che modifica la Direttiva 2001/18/CE sugli organismi geneticamente modificati, gli Stati membri sono ora liberi di decidere se coltivare o vietare - parzialmente o completamente - gli Ogm sul loro territorio. Con la palla che passa ora alla Presidenza italiana per trovare un accordo legislativo con il nuovo Parlamento europeo, il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina esprime “piena soddisfazione. L’intesa raggiunta introduce la necessaria flessibilità che consente agli Stati di decidere in merito alla gestione della propria agricoltura. Il compromesso evidenzia, nonostante il diverso approccio di alcuni Stati, la volontà generale di superare i problemi legati al sistema vigente. Ribadisco - aggiunge Martina - l’importanza di un’adozione rapida della Direttiva, auspicando che il relativo iter possa concludersi durante il semestre di Presidenza italiana, quantomeno con il raggiungimento dell’accordo politico nella fase della co-decisione con il nuovo Parlamento europeo”.
Il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti chiede ai partner europei “un aiuto per arrivare a chiudere entro la fine dell’anno il dossier. Da parte dell’Italia c’è il massimo impegno a farlo. E credo - dice - che se riuscissimo a ottenere questo obiettivo, daremo un segnale molto forte ai nostri Paesi anche sull’unità dell’Europa. L’accordo raggiunto è un buon compromesso in quanto molti Paesi volevano una soluzione meno stringente, altri invece chiedevano una soluzione più stringente, ad esempio l’Italia. Credo però che il senso di responsabilità e la voglia di venire fuori da una situazione confusa ci abbia indotto tutti a trovare una sintesi con il documento di oggi”. Il Ministro dice anche di essere “consapevole che alla presidenza italiana spetta il compito difficile di trovare un accordo finale”.
“L’Italia è libera di non coltivare Ogm come ha fatto fino ad ora e come chiedono quasi 8 cittadini su 10 (76%) che si oppongono al biotech nei campi - ricorda il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - la procedura che potrà essere perfezionata nel semestre di Presidenza italiana con l’impegno del Ministro Galletti, al quale va peraltro il nostro ringraziamento, realizza da subito una svolta profonda nel quadro normativo europeo. Il divieto di coltivazione da misura provvisoria e legata al principio di precauzione per motivi ambientali e sanitari diventa giustamente una decisione permanente assunta sulla base del modello di sviluppo che ogni singolo Paese intende sostenere. Per l’Italia gli Ogm in agricoltura - conclude - non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del made in Italy”.
“Finalmente l’Europa ha raggiunto un accordo politico. Si tratta di un passo avanti fondamentale per giungere a una soluzione definitiva della questione, anche in Italia dove da tempo è stata richiesta l’attivazione della clausola di salvaguardia - afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori - oggi la maggior parte dei consumatori e dei produttori europei si muove in direzione opposta agli Ogm. Non solo 3 cittadini su 5 in Ue sono contrari ai cibi biotech, ma la stessa superficie agricola comunitaria dedicata alle colture geneticamente modificate è irrisoria, rappresentando lo 0,001% del totale. Da parte nostra non c’è un atteggiamento oscurantista o ideologico, né una preclusione nei confronti della ricerca, ma bisogna tutelare le esigenze peculiari delle produzioni tipiche dei territori agricoli italiani. Il nostro no agli Ogm scaturisce dalla consapevolezza che la loro introduzione può annullare la nostra idea di agricoltura e il maggiore vantaggio competitivo che abbiamo all’estero”.

Tonio Borg, commissario Ue alla Salute: “ecco i punti chiave dell’accordo sugli Ogm”
“E’ un grande successo. La prossima Presidenza italiana dell’Ue troverà il sostegno della Commissione Ue per chiudere il più rapidamente possibile il dossier”. E’ il commento del commissario Ue alla Salute Tonio Borg, responsabile per il dossier Ogm. Per il commissario è stato raggiunto l’obiettivo della proposta della Commissione Ue: “autorizzare gli Stati membri - su una base giuridica solida - a restringere o a vietare su una parte o sull’insieme del loro territorio la coltura di Ogm, nonostante essi siano stati autorizzati o siano in corso di autorizzazione a livello europeo”. Sulla base dell’accordo aggiunto ogni Stato potrà bloccare la domanda di un’azienda all’Ue di coltivare sementi transgeniche sul suo territorio “per motivi - spiega Borg - diversi da quelli ambientali o sanitari. Ad esempio per ragioni di pianificazione urbanistica, obiettivi di politica agricola, destinazione del suolo o ancora ragioni di politica pubblica”. In concreto, se l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) esprime un parere negativo su un Ogm e la Commissione lo respinge, sarà un no per tutti i membri. Al contrario, se l’Efsa e la Commissione approvano un Ogm, non sarà un sì per tutti. Inoltre, sarà sempre la Commissione Ue a fare da intermediario tra la richiesta di un’azienda di essere autorizzata a vendere sementi Ogm nell’Ue, e lo Stato membro a cui spetta sempre l’ultima parola. Va detto inoltre, che la futura nuova direttiva Ue non incide sul processo di autorizzazione relativo agli Ogm e ai pareri scientifici espressi dall’Efsa. Questo significa, sottolineare Borg, che le regole sulla coltivazione “non influiscono sulla libertà di circolazione di prodotti e alimenti Ogm autorizzati nell’Ue”.

Consiglio di Stato conferma blocco Tar Lazio alle semine biotech in Friuli. Manzato (Regione Veneto): “Governo vieti ogni possibile contaminazione della nostra agricoltura”
Il Consiglio di Stato ha confermato la decisione del Tar del Lazio di bloccare le semine biotech in Friuli rinviando la definitiva decisione nel merito al 4 dicembre quando di fatto sarà già in vigore la normativa europea che lascia la libertà di non coltivare Ogm ai singoli Stati membri. Lo ha reso noto Coldiretti, mentre il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina esprime “apprezzamento” per la decisione che ha rigettato la domanda di sospensiva del decreto Interministeriale 12 luglio 2013, dei Ministri di Salute, Ambiente e Agricoltura, che ha stabilito il divieto di coltivare il mais MON810 sul territorio italiano fino a gennaio 2015. “In questo modo, il Governo attua pienamente la strategia di difesa delle produzioni agricole di qualità italiane richiesta tra l’altro con mozioni unanimi anche dal Senato e dalla Camera”, ha detto Martina.
Che è quanto chiede, tra gli altri, dopo l’accordo raggiunto oggi in Ue, Franco Manzato, assessore all’agricoltura del Veneto: “mi auguro che il Governo operi ora per dare contenuti concreti all’intesa, vietando ogni possibile contaminazione della nostra agricoltura con produzioni Ogm, partendo da una constatazione: il valore economico dei prodotti e dell’agroalimentare italiano nel mondo sta nella tipicità, qualità, varietà, non nelle produzioni mondializzate senza contorni e personalità. Inseguire l’omologazione su coltivazioni che tutti possono fare allo stesso modo, ma a minor costo, porterebbe alla perdita di quel valore aggiunto che fa dell’agroalimentare un settore nazionale vocato all’esportazione e apprezzato in ogni continente. Purtroppo anche imitato e spesso contraffatto. Affidarsi agli Ogm sarebbe la rinuncia a questa rendita fondata sulla qualità e inquinerebbe questa immagine. Per questo non ho dubbi, come non li hanno le Regioni italiane: sul territorio nazionale gli Ogm non vanno coltivati, mentre - conclude Manzato - occorrerebbe investire di più per lottare contro l’italian sounding e per verificare e far conoscere in ogni parte del mondo il vero made in Italy e chi lo propone correttamente”.

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