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1 MILIARDO DI EURO SPESO PER LA PASQUA IN TAVOLA, CON AGNELLO E UOVA PROTAGONISTE ASSOLUTE. E A PASQUETTA PIC-NIC PER 4 ITALIANI SU 10, A BASE DI “CUCINA DEL GIORNO” DOPO, CON TANTA ATTENZIONE ALLO SPRECO. A DIRLO LA COLDIRETTI

Non Solo Vino
Uova protagoniste a Pasqua

In vista dei ponti del 25 aprile e del 1 maggio, che fanno ben sperare operatori turistici e ristoratori di tutta Italia, è tempo di tirare un primo bilancio della Pasqua. Partendo da Pasquetta: nonostante il tempo incerto lungo la Penisola quasi quattro italiani su dieci (38%) hanno scelto di trascorrere la Pasquetta all’aria aperta con la tradizionale gita fuori porta e il classico pic nic, mentre solo il 5% al ristorante ed il 3% negli agriturismi, che in molti casi si sono attrezzati anche con la semplice messa a disposizione spazi per le tavolate fai da te.
“La maggioranza degli italiani ha dunque mantenuto la tradizione del pic nic che quest’anno - sottolinea la Coldiretti - è stato segnato dalla maggiore attenzione ad evitare gli sprechi con il recupero degli avanzi del menu della Pasqua, che il 79% degli italiani ha trascorso a casa per una spesa di circa un miliardo di euro. Insieme a salumi, formaggi, uova sode e le tradizionali grigliate sul posto, tra i patti piu’ gettonati del lunedi dell’angelo si classificano quindi polpette, frittate di pasta o di verdure, pizze farcite, ratatouille e macedonia ma anche colomba farcita da creme, e in generale piatti realizzati con la “cucina del giorno dopo”. Che tra i protagonisti assoluti ha visto anche l’agnello, che il giorno di Pasqua è stato protagonista dei piatti di 4 italiani su 10, nelle classiche ricette al forno, arrosto con le patate, al sugo o brodettato. Anche se non sono mancati menu vegetariani. A dirlo un’indagi Coldiretti/Ixè sul rispetto delle tradizioni sulla tavola della Pasqua 2014, con la stragrande maggioranza del 79% degli italiani che ha optato per il pranzo casalingo a casa propria o in quella di parenti e amici ma senza allontanarsi dalla propria città.

“Nel periodo pasquale - sottolinea Coldiretti - si acquista la maggior parte del chilo di carne di agnello che è in media è consumato in un anno da ogni italiano con la salvaguardia di questa tradizione che garantisce il futuro della pastorizia in Italia, dove è scomparso quasi un gregge di pecore su tre negli ultimi dieci anni. Ben il 10% di chi ha acquistato la carne di agnello - precisa la Coldiretti - si è rivolto direttamente all’allevatore, il 28% si è assicurato comunque di portare in tavola prodotto italiano, mentre solo il 4% non ha guardato all’origine nazionale. La mancanza dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza fortemente richiesto dalla Coldiretti favorisce tuttavia comportamenti scorretti come dimostra il consistente flusso delle importazioni dall’estero. Le festività pasquali rappresentano dunque l’occasione - sottolinea la Coldiretti - per recuperare i piatti storici della transumanza (in Abruzzo agnello cacio e ova, il molisano agnello sotto il coppo, nel Lazio l’abbacchio alla scottadito) con l’effetto di consentire la sopravvivenza di un mestiere antico ricco di tradizione che consente la salvaguardia di razze in via di estinzione a vantaggio della biodiversità del territorio. Per quanto riguarda i prezzi, quelli riconosciuti agli allevatori italiani si sono mantenuti sugli stessi livelli del periodo pasquale dello scorso anno, in media sui 4,5 euro al chilo per un agnello di 14/16 chili, ed al consumo i listini delle carni ovine e caprine a marzo sono addirittura scesi dello 0,3% su base congiunturale ed i prezzi si sono aggirati, nella media nazionale tra i 10 e i 15 euro al chilo”.

“Piu’ gettonate del solito sono state quest’anno - sottolinea la Coldiretti - le economiche uova utilizzate nei diversi i piatti tipici regionali che da nord a sud attraversano l’intero Paese come per esempio gli gnocchi filanti in Piemonte, la minestra di brodo di gallina e uovo sodo e le pappardelle al ragù di coniglio in Toscana ma anche la corallina, salame tipico accompagnata dalla pizza al formaggio mangiata a colazione in tutto il Lazio. Se in Romagna sono di rigore i passatelli in Molise è l’insalata buona Pasqua con fagiolini, uova sode e pomodori. In Puglia - continua la Coldiretti - il principe della tavola pasquale è il Cutturiddu, agnello cotto nel brodo con le erbe tipiche delle Murge, in Veneto onnipresenti su tutte le tavole della festa pasquale sono le tipiche vovi e sparasi, uova sode, decorate con erbe di campo e in Trentino le polpettine pasquali con macinato di agnello. E tra i dolci al primo posto l’immancabile pastiera napoletana che batte la colomba mentre seguono da vicino la pizza di Pasqua e la treccia pasquale. Si tratta di dolci - continua Coldiretti - caratterizzati spesso da sapori forti che hanno le uova tra gli ingredienti principali come la scarcedda lucana che è un dolce ripieno di uova sode o la torta pasqualina della Liguria che è un rustico ripieno di verdura, uova e parmigiano. In Friuli Venezia Giulia è il tempo delle titole, piccole treccine dolci che avvolgono un uovo colorato di rosso mentre in Campania spopola la pastiera, un capolavoro napoletano con ricotta, germe di grano e buccia d’arancio. E ancora in Calabria si prepara la cuzzupa, una pagnotta dolce la cui dimensione cresce con l’età del membro familiare, ma anche pitte con niepita che sono dolci a forma di mezzaluna da mangiare sia caldi che freddi”.

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