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PASQUA È ALLE PORTE, E COME SEMPRE, IL VENERDÌ SANTO VEDRÀ IL PESCE PROTAGONISTA IN TAVOLA. CHE RIMANE UN MUST PER IL 52% DEGLI ITALIANI, E COSTERÀ MENO DEL 2013. COSÌ COLDIRETTI E CONFCOOPERATIVE. E I NAC INTENSIFICANO I CONTROLLI. IL “VADEMECUM”

Non Solo Vino
Pasqua alle porte ... Pesce protagonista

La Pasqua è alle porte, e come sempre, il Venerdì Santo in tavola, vedrà per protagonista il pesce. Che rimane un must per il 52% degli italiani, secondo Coldiretti, e che quest’anno, peraltro, costerà dall’8 al 10% in meno del 2013, secondo Federcoopesca-Confcooperative, anche grazie ad una Pasqua “alta”, che consente un’offerta più ampia di varietà di pesci “di stagione”, dalle acciughe alle sardine, dallo sgombro al muggine, dal dentice al nasello, dal pesce spada alla triglia. Un rispetto della tradizione che potrebbe rappresentare anche un’iniezione di fiducia per un settore in difficolta come quello delle pesca: secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea, il consumo domestico di pesce fresco naturale è calato del 5% nel 2013 con riduzione degli acquisti familiari più rilevanti per alici (-11,1%), calamari (-9,5%), spigole (-7%) e cozze o mitili (-5,4%), mentre è da registrare il boom del baccalà (merluzzo salato proveniente dal nord Europa), in aumento del 19,6%.
“Si stima per il solo venerdì - sottolinea la Coldiretti Impresapesca - un consumo complessivo di 15 milioni di chili di pesce e una spesa di 140 milioni di euro. Il 39% degli italiani si orienta su pesce italiano, il 12% è indifferente alla provenienza mentre appena l’uno% ricerca prodotti ittici provenienti dall’estero, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè. Ad essere preferito è dunque in questa occasione - precisa la Coldiretti - è soprattutto il pesce azzurro, dalle alici alle sardine fino agli sgombri venduti a prezzi contenuti secondo i criteri di sobrietà richiesti dalla ricorrenza, senza tuttavia rinunciare al gusto e alla salute per l’elevato contenuto di grassi insaturi e in particolare del tipo omega tre. La “legge” dell’astinenza dalle carni non proibisce, infatti, di consumare pesce, uova e latticini, ma mette al bando cibi e bevande come particolarmente ricercati o costosi. I menu del venerdì Santo saranno quelli tipici delle tradizioni locali cucinati secondo ricette semplici nel rispetto della giornata di riflessione come la pasta con le sarde in Sicilia, le tradizionali zuppe di pesce che assumono nomi differenti a seconda delle regioni, e che nel nord Adriatico si consumano assieme alla polenta, fino alle ricette tipiche regionali come le alici scottadito con o senza pan grattato, o sarde in saor con cipolla (tipica ricetta Veneta), le seppie con i piselli, fagioli e cozze (ricetta pugliese), vongole e ceci (ricetta marchigiana), la minestra di pesce con gallinelle e ghiozzi, le uova sode col tonno o gli spaghetti al ragù di mare”.
Altra buona notizia è che il pesce, come tutti gli altri alimenti che finiranno sulle tavole degli italiani, saranno più sicuri del solito, visto che, come ha comunicato il Ministero delle Politiche Agricole, i Carabinieri del Nac hanno intensificato i controlli. “Nello specifico le verifiche ispettive dei Nac hanno riguardato 165 aziende ed attività commerciali. Sono state 20.500 le etichette irregolari ritirate dal mercato che hanno riguardato prodotti e ingredienti non corrispondenti alle etichette, con indebite evocazioni ad esempio del “Pistacchio di Bronte Dop”, del “Sale marino di Trapani Igp”, del “Grana Padano Dop”, del “Parmigiano Reggiano Dop”, del “Prosciutto Toscano Dop”, del “Pecorino Romano Dop” e della “Mozzarella di bufala campana Dop”.
L’attenzione dei Carabinieri delle Politiche Agricole è stata puntata sulla tracciabilità e sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari tradizionalmente presenti sulla tavola degli italiani in questo periodo. I Nac, che hanno operato in stretta collaborazione con l’Ispettorato centrale per la tutela Qualità e la Repressione Frodi del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e con la rete degli organismi di vigilanza dei principali Consorzi di Tutela, hanno verificato le norme sulla comunicazione commerciale ingannevole, in attuazione della normativa europea che vieta l’evocazione di marchi di qualità Dop e l’utilizzo di indicazioni fuorvianti, specie con riferimento a contenuti nutrizionali inappropriati o a denominazioni e indicazioni non corrispondenti ai luoghi di origine, agli ingredienti, alla scadenza e ai disciplinari di produzione. Nei primi mesi del 2014 sono stati operati sequestri su quasi 22.000 kg di prodotti alimentari irregolari, e su 219.300 etichette/packaging irregolari”.

Focus - Il vademecum dei Nac per una Pasqua sicura
Non guardare solo le confezioni dei prodotti, dal momento che possono recare immagini accattivanti non sempre corrispondenti al prodotto reale;
Leggere attentamente le etichette, in modo da scegliere i prodotti che recano con chiarezza le indicazioni sulla lista degli ingredienti, origine, scadenza, stabilimento di lavorazione, tracciabilità, recapiti dell’azienda produttrice.
Verificare i prezzi, la convenienza di un prodotto si può constatare confrontando la lista degli ingredienti.
Alcune indicazioni utili:
1) Le uova di cioccolato
I migliori prodotti di qualità sono quelli che contengono, nell’ordine:
- cacao in polvere,
- burro di cacao (pasta di cacao),
- zucchero,
- latte in polvere,
- aromatizzanti naturali.
Solo il cioccolato “puro” non contiene oli tropicali o altri grassi vegetali. Il cioccolato fondente va valutato in relazione al contenuto di cacao ( il migliore è superiore al 50%).
2) Le colombe pasquali
Quelle di migliore qualità contengono nell’ordine:
- farina;
- zucchero;
- uova;
- burro;
- canditi.
Anche in questo caso è importante leggere l’etichetta, per verificare la lista degli ingredienti e compiere delle scelte “consapevoli”: è importante perciò conoscere se al posto del burro vi è margarina, se il prodotto è confezionato con alimenti”biologici” e “ogm- free”, con latte in polvere e se vi sono conservanti. Così come è importante sapere che sono state impiegate uova di categoria A (oppure se vi è albume in polvere).
La qualità del prodotto si delinea anche dalla crosta e dalla lievitazione: la superficie non deve essere molto scura, l’impasto deve risultare dorato, il prodotto non deve risultare piatto. I canditi devono essere morbidi e, per i prodotti di migliore qualità, sono grandi.
3) Le carni ovine
La carne di agnello è ottenuta dall’animale fino ad un anno di età. Per le carni ovine non è ancora prevista l’obbligatorietà dell’indicazione di origine alla vendita, stabilita invece per le carni bovine, per cui sui banchi di vendita possono essere commercializzati anche prodotti provenienti dall’estero senza indicazioni sull’origine.
Il consumatore può trovare, in ogni caso, indicazioni volontarie sulla provenienza del prodotto. Per scelte più mirate sulle modalità di allevamento, zone di produzione e tracciabilità, è possibile orientarsi sui principali prodotti tipici nazionali, garantiti da disciplinari di produzione IGP quali l’Agnello di Sardegna Igp, l’Abbacchio Romano Igp, l’Agnello dell’Appennino di Centro Italia Igp, ed altri prodotti tipici quali l’Agnello Lucano, l’Agnello Nero Toscano e l’Agnello di Pomarance (Pisa).
In linea generale, le tradizioni e i disciplinari di produzione di tali prodotti nazionali prevedono l’allevamento allo stato brado, il ricovero in strutture adeguate per i ricambi d’aria e l’illuminazione naturale, gli interventi sanitari ed i controlli, l’assenza di forzature alimentari e stress ambientali, con un processo naturale per la nutrizione con latte materno ed essenze di pascolo dell’habitat regionale di riferimento.
4) Gli agriturismi
Molti agriturismi sono associati ad importanti associazioni agricole e di categoria. Sono, inoltre, consigliati da tour operator riconosciuti a livello internazionale che, in linea generale, possono garantire sulla validità delle strutture.
In ogni caso, può essere utile, prima di prenotare, verificare l’affidabilità dell’agriturismo informandosi sui seguenti aspetti essenziali:
- l’affidabilità “ambientale”: la tranquillità e la salubrità dell’aria possono essere verificate accertando se nelle vicinanze sono situate autostrade, grandi agglomerati urbani, industrie e opifici;
- l’estensione della azienda: un agriturismo deve avere sufficienti ettari di terra per le proprie produzioni;
- le materie prime prodotte dall’agriturismo: la presenza di coltivazioni di ortaggi, frutteti e eventuali allevamenti di animali offrono sufficienti garanzie di affidabilità ed economicità dell’azienda.

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