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IL MADE IN ITALY NEL MONDO HA UN GRAN SUCCESSO ANCHE QUANDO È LA BIRRA CHE SI BEVE A LONDRA, LE KARTOFFELN IN GERMANIA E LE UVE IN FRANCIA, CHE FORSE SONO TUTTE ITALIANE. COSÌ LA CAMERA DI COMMERCIO MONZA E BRIANZA SULL’INTERSCAMBIO COMMERCIALE

La birra che si beve in un pub londinese, i coltellini che si acquistano in Svizzera, parti delle bici su cui si pedala in Olanda, le patate che si mangiano in Germania e persino le uve in Francia, probabilmente sono tutte cose made in Italy.
Se si considera l’interscambio commerciale di alcuni prodotti legati nell’immaginario collettivo ad alcuni Paesi, spiega la Camera di Commercio di Monza e Brianza in base a un suo studio, il valore delle esportazioni italiane supera il valore delle merci importate. Ad esempio, sottolineano dall’ente camerale, pare che gli inglesi apprezzino particolarmente la bionda prodotta in Italia: il nostro Paese esporta nel Regno Unito birra per un valore di oltre 40 milioni di euro, contro i 23 milioni della stessa merce importata. E sempre sulle abitudini degli inglesi, ormai assodate come luoghi comuni, il tè delle 17 ha probabilmente un aroma italiano (52 milioni di euro di infuso esportati verso il Regno Unito).
Ma gli esempi possono essere svariati: l’Italia esporta in Svizzera coltelli per un valore di quasi 3 milioni, 10 volte più di quanto importa, e le esportazioni di mobili tricolori superano i prodotti di arredamento importati dalla Svezia (l’export di mobili per arredo domestico vale 8,5 milioni contro 4,6 milioni di import). E ancora, ai tedeschi piacciono le kartoffeln del Bel Paese: l’export verso la Germania supera di 2 milioni di euro le importazioni dei tuberi gialli. Lo stesso vale per il duello tra Francia e Italia in fatto di bollicine: i cugini d’Oltralpe importano non solo le nostre etichette italiane ma anche le uve. Infine, ad Amsterdam si gira in bicicletta ma la sella e gli accessori sono made in Italy: 22 milioni di euro l’export di accessori per biciclette verso i Paesi Bassi.

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