02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

SONO SEMPRE PIÙ INTENSE LE RELAZIONI “ENO-GASTRONOMICHE” TRA ITALIA E CINA. E NON SOLO PERCHÈ L’IMPORT DI PRODOTTY MADE IN ITALY PERCORRE SEMPRE PIÙ SPESSO LA “VIA DELLA SETA”: LA FONDAZIONE MACH “FA SCUOLA” DI SICUREZZA ALIMENTARE A PECHINO

Sono sempre più intense le relazioni “enogastronomiche” tra Italia e Cina. E non solo perchè l’import di prodotty made in Italy percorre sempre più spesso la “via della seta”, ma anche perchè il Paese asiatico è a caccia del meglio sul fronte della lotta alla contraffazione e sul tema della sicurezza alimentare. E l’Italia, leader in Europa e nel mondo su questi due aspetti, era seduta alla tavola rotonda promossa nell’“Eu-China Trade Project”, rappresentata da uno dei sui massimi centridi eccellenza sul tema della ricerca applicata al wine & food”, la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (www.fmach.it), per discutere dei temi della tracciabilità, della sicurezza alimentare e dei possibili vincoli normativi alla libera commercializzazione del vino e dei distillati tra Unione Europea e Cina.
L’Istituto di San Michele vanta, infatti, una riconosciuta eccellenza a livello internazionale nello sviluppo e validazione di procedure per la caratterizzazione compositiva e la tracciabilità dell’origine botanica e geografica di molti prodotti alimentari, tra cui appunto vino e distillati. Ai partner asiatici offrirà supporto nell’attività di repressione della contraffazione locale delle merci importate, riducendo in questo modo ogni rischio di future limitazioni all’esportazione e libera commercializzazione dei nostri prodotti autentici. Il progetto ha rappresentato inoltre un’utile piattaforma per permettere ad esperti tecnici cinesi di visitare nei mesi scorsi la Fondazione ed approfondire la conoscenza di questo complesso settore produttivo nazionale.
“Il tema è oggi assai scottante nelle relazioni tra il Vecchio Continente e la Cina, Paese in forte espansione nel consumo di questi prodotti - spiega Roberto Larcher, responsabile dei laboratori enologici del Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Mach - e prioritaria, ancora oggi, è la ricerca di strategie condivise per l’armonizzazione delle normative tecniche e legali che regolano la produzione e la commercializzazione di questi prodotti agricoli. Appare fondamentale, in questo momento, fornire ai partner asiatici ogni supporto nell’attività di repressione della contraffazione locale delle merci importate, riducendo in questo modo ogni rischio di future limitazioni all’esportazione e libera commercializzazione dei nostri prodotti autentici. Tale pratica, che trova ancora grandi opportunità illegali in un paese ancora tendenzialmente inesperto rispetto al consumo di queste bevande, determina un bilancio assai pesante sia in termini di perdita economica, che di potenziale impatto negativo sulla salute dei consumatori, spesso a causa della scarsa salubrità dei prodotti fraudolentemente commercializzati”.
Ma, intanto, è l’ennesimo segnale di “apertura di credito” dalla Cina nei confronti dell’Italia e delle sue realtà leader, come già successo, per esempio, con la riapertura, da parte di Pechino, alle importanzioni di barbatelle made in Italy, prodotte dai Vivai Cooperativi Rauscedo (www.vivairauscedo.com), tra i leader mondiali nel settore.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli