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ISTITUZIONI CON COLDIRETTI NELLA “BATTAGLIA DI NATALE” CHE L’ORGANIZZAZIONE STA CONDUCENDO AL BRENNERO: DAL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE DE GIROLAMO, AL SENATORE DARIO STEFÀNO (SEL), AL “LEGHISTA” GOVERNATORE DEL VENETO LUCA ZAIA

Anche il mondo delle istituzioni italiane è affianco di Coldiretti nella “Battaglia di Natale” che l’organizzazione agricola sta conducendo alla frontiera del Brennero, con l’ausilio delle forze dell’ordine per fermare i tir che soprattutto dalla Germania arrivano con materie prime destinate a diventare, più o meno lecitamente, prodotti made in Italy soprattutto in vista delle feste. Dal Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, al Senatore Dario Stefàno (Sel), ex coordinatore degli Assessori all’Agricoltura delle Regioni, fino al leghista Luca Zaia, Governatore del Veneto ed ex Ministro dell’Agricoltura.

“Sono qui oggi perché credo profondamente nel made in Italy che è la vera forza del nostro Paese, la leva di sviluppo sui cui dobbiamo puntare per uscire dalla crisi che stiamo vivendo. Abbiamo il dovere di difendere la produzione italiana, la qualità che esprime, il lavoro di chi contribuisce ogni giorno a realizzare le nostre eccellenze che conquistano i mercati stranieri, ma abbiamo il dovere di garantire anche i consumatori che devono essere messi nella condizione di sapere in modo chiaro e immediato ciò che comprano. Tutti devono sapere quello che mangiano, tutti devono sapere quello che comprano. Si tratti di origine o di sicurezza”.

Così il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari, Nunzia De Girolamo, questa mattina al valico del Brennero. “Crediamo che l’Europa sia un valore, siamo europeisti convinti, ma dobbiamo difendere l’agricoltura italiana, non quella tedesca. Sono convinta che l’Italia abbia un potere e un potenziale enorme. E questo grazie al lavoro degli agricoltori italiani che in tutti questi anni - ha dichiarato il Ministro - si sono dedicati a portare avanti la qualità, la tradizione, i nostri valori identitari. Il risultato lo abbiamo visto ed è sotto gli occhi di tutti: è il nostro patrimonio agroalimentare, unico e insostituibile. Lo dobbiamo proteggere e valorizzare.

“Le mie battaglie per difendere la nostra agricoltura e gli agricoltori italiani, le ho cominciate appena sono diventata Ministro delle Politiche Agricole. Dal primo giorno mi sono impegnata in prima persona - ha proseguito De Girolamo - per fare le azioni migliori per il futuro dell’agricoltura italiana. In primo luogo, per salvare il comparto da una tassa iniqua come l’Imu agricola. Un risultato a cui molti non hanno creduto fino all’ultimo, ma che invece è diventato realtà. Questa per me è una vittoria di tutti i veri agricoltori. I 537 milioni di euro che saranno così risparmiati, sono certa che saranno investiti nel migliore dei modi, per creare occupazione e qualità, così come sanno fare gli agricoltori italiani”.

“Ma un’altra questione fondamentale per noi è quella dell’etichettatura, per cui siamo oggi qui. Dobbiamo portare avanti anche questa battaglia e lo dobbiamo fare anche per la carne di maiale, in Italia come in sede comunitaria. Negli anni, il nostro Paese è riuscito a fare dei passi in avanti importanti in questa direzione. Ma, certo, resta ancora molto da fare e dobbiamo andare avanti con determinazione. Facciamo il nostro percorso, un passo alla volta, per ottenere quello che davvero merita il nostro patrimonio agroalimentare, che tutto il mondo ci invidia e per questo imita”.

“In un mercato globalizzato come quello in cui ci troviamo, i consumatori non sono però nella condizione di comprendere esattamente quali prodotti siano italiani e quali no. Dobbiamo affrontare con tutte le nostre forze - ha aggiunto il Ministro - le sfide con cui abbiamo a che fare a Bruxelles e questo lo dobbiamo fare per salvaguardare il nostro patrimonio e i nostri agricoltori non solo a livello economico. Perché si tratta di una necessità per il nostro Paese anche a livello culturale.

“È vero, ci sono ancora molti prodotti per cui dobbiamo lottare e questo lo stiamo facendo e continueremo a farlo. Non possiamo dimenticare che la nostra mission è quella di valorizzare la nostra eccellenza che è nel Dna della nostra agricoltura. Lo dobbiamo fare per i nostri agricoltori e per i consumatori che non possono e non devono essere ingannati da chi specula, da chi fa il furbo sulla salute degli altri, causando danni di immagine ed economici ai nostri produttori onesti che sono costretti a pagare per la scorrettezza e la disonestà di altri. Non è accettabile, non è tollerabile, tanto più in questo momento di crisi. “Ma in questa prospettiva, sono tanti gli elementi che dobbiamo considerare. Come, per esempio, la questione relativa all’auto-provvigionamento alimentare. In Italia non abbiamo un livello sufficiente e per questo siamo costretti a importare dall’estero. Ma per colmare questo gap è necessario agire a più livelli. Dobbiamo essere in grado di cambiare rotta e per farlo dobbiamo tutelare prima di tutto l’attività agricola e la presenza degli agricoltori sul territorio. Dobbiamo ridare competitività, garantire ai nostri imprenditori la possibilità di essere allo stesso livello dei loro concorrenti stranieri, abbattendo quel muro di gomma che è la burocrazia. Ci dobbiamo ricordare che senza agricoltura non si va da nessuna parte. E non si va da nessuna parte neanche senza agricoltori. È ora di dire basta anche all’abbandono delle terre agricole, basta alla colata di cemento che spazza via le nostre campagne. Abbiamo un provvedimento, che rappresenta un vero e proprio progresso di civiltà, come il disegno di legge contro il consumo del suolo agricolo che dobbiamo far diventare legge il prima possibile. E, anche in questo caso, ricordiamocelo, si tratta di una battaglia culturale”.

“Condivido pienamente le ragioni delle migliaia di agricoltori ed allevatori che manifestano oggi a difesa dei prodotti agroalimentari italiani - commenta, invece, Dario Stefàno - e contro l’importazione di quegli alimenti che vengono spacciati come espressione dei nostri territori ma che in realtà non lo sono. A sostegno di questa battaglia ho presentato anche un’interrogazione al Senato perché è necessario avviare subito una discussione ed un confronto serio su una tematica così rilevante e strategica per il futuro delle imprese che operano nel settore agroalimentare, come la lotta ai fenomeni di imitazione, contraffazione e pirateria commerciale. Bisogna combattere con determinazione questo fenomeno - conclude Stefàno - che non solo erode il reddito delle nostre aziende, ma è anche causa di enormi danni all’immagine della produzione e del sistema di esportazione dei prodotti italiani”.

“Quella per il made in Italy è una battaglia di civiltà per difendere gusto, tipicità, lavoro e una delle tante vere ricchezze non esportabili del nostro territorio: il nostro eccellente e ineguagliabile settore agroalimentare”, ha aggiunto Luca Zaia, presidente “leghista” del Veneto.

“Con una manifestazione di libertà, l’organizzazione degli agricoltori mette in luce le tante insidie alla nostra immagine e al guadagno delle nostre aziende e dei nostri operatori - riprende Zaia - con una sfacciataggine che non può non avere coperture e complicità, una massa enorme di falso made in Italy attraversa il confine alla rovescia, portando da noi prodotti fasulli che ingannano i consumatori con l’italian sounding. Sono inganni che creano danno e fanno male, sapendo che si lucra sul buon nome e sul valore dei nostri prodotti di territorio autentici, frutto di storia, fatica, esperienza e passione. Purtroppo la battaglia per imporre la tracciabilità, l’origine anche della materia prima e una corretta informazione ai consumatori, che poi sono liberi di scegliere ma senza trucchi, trova nemici potenti, lobbies economiche internazionali che spesso condizionano anche la politica, a livello europeo e non solo. L’interesse di questi gruppi multinazionali e’ quello di rintuzzare la tipicità e il primato del territorio, l’esaltazione della varietà. Per fare questo non si limita a promuovere i gusto omogenei e artificiali di produzioni senza patria e senz’anima, ma cerca in ogni modo di ostacolare la semplice informazione sulla verità. Che per noi varrebbe più di tante manovre economiche”.

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