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“ARTICOLO 62 VIOLA NORMATIVE UE”: E LA FIPE SI RIVOLGE ALLA COMMISSIONE EUROPEA PER LA NORMA DEL DL LIBERALIZZAZIONI CHE REGOLA I TERMINI DI PAGAMENTO. MARIO GUIDI (CONFAGRICOLTURA) IN AUDIZIONE AL SENATO: “NORMATIVA INDISPENSABILE MA DA MIGLIORARE”

Il tanto discusso articolo 62, che regola i termini di pagamento tra produttori e commercianti in Italia, “viola le normative dell’Unione Europea”: così la Fipe-Federazione Italiana Pubblici Esercizi, che si è rivolta alla Commissione Europea punta ancora il dito (dopo averne denunciato gli effetti sugli esercizi pubblici) sulla norma contenuta nel Decreto Liberalizzazioni, nata per tutelare il mondo dell’industria agroalimentare, già entrata in vigore, con disposizioni per una maggiore trasparenza dei rapporti all’interno della filiera, con l’obbligo della forma scritta per i contratti di cessione di beni agricoli e alimentari, il divieto e la sanzione di comportamenti sleali e la definizione dei termini di pagamento per le cessioni di prodotti agricoli e alimentari (60 giorni per i prodotti non deperibili, 30 giorni per quelli deperibili). Intanto il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, ieri, in audizione in Commissione Agricoltura del Senato sulla “Disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari di cui all’articolo 62 del decreto-legge n. 1 del 2012”, ha sottolineato che “la normativa dell’art. 62 è indispensabile, ma vengano ottimizzati i suoi auspicati benefici”, esprimendo “la necessità di migliorare il testo all’attenzione del Parlamento”.

In particolare, in ambito europeo, spiega la Fipe, è riconosciuto che l’autonomia imprenditoriale possa esercitarsi anche prevedendo termini di pagamento più lunghi, per favorire la dinamica degli scambi e mettere in concorrenza fornitori e appaltatori. “L’articolo 62 - spiega il presidente Fipe-Confcommercio Lino Enrico Stoppani - si pone in netto contrasto con tutte le norme europee, in quanto stabilisce termini di pagamento di 30 o di 60 giorni a seconda dei prodotti freschi, la decorrenza immediata ed automatica degli interessi di mora a tasso maggiorato, la possibilità di irrogare addirittura sanzioni, impedendo al contempo qualsivoglia autonomia alle parti. La situazione è ancora più preoccupante quando la norma si applica ai servizi prestati in favore della Pubblica Amministrazione, a causa dei ritardi che contraddistinguono i pagamenti nel settore pubblico. Le imprese che erogano servizi di ristorazione, infatti - conclude Stoppani - si troveranno comunque ad eseguire il servizio senza disporre dei capitali necessari per corrispondere quanto dovuto ai propri fornitori di prodotti agroalimentari nei tempi imposti e non derogabili dalla norma”.

“La normativa dell’articolo 62 è indispensabile - sottolinea Guidi - nell’ottica di favorire rapporti di filiera trasparenti, regole certe e migliorare la competitività, da ciò la necessità di migliorare il testo all’attenzione del Parlamento. Confagricoltura - conclude - si fa carico delle istanze e delle aspettative di tutti gli associati e per questo chiede che vengano ottimizzati gli auspicati benefici della normativa”.

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