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CELIACHIA MA QUANTO MI COSTI? LA DIETA “GLUTEN FREE” COSTA 200 MILIONI DI EURO L’ANNO AI CELIACI (135.800 IN ITALIA, +19% NEL 2011) CHE SI SVEDONO SVUOTARE IL PORTAFOGLIO OLTRE A RINUNCIARE A MOLTI CIBI. PAROLA DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA CELIACHIA

“Celiachia ma quanto mi costi”? La dieta “gluten free” costa ben quasi 200 milioni di euro l’anno ai celiaci, che in Italia nel 2011, secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute, sono cresciuti del 19% arrivando a quota 135.800. Non basta dunque dover rinunciare a pasta, pizza, biscotti e tanti altri cibi appetitosi per il glutine - il 60% dei celiaci non riesce però resistere ai cibi “vietati” e per 1 su 2 è quasi impossibile non trasgredire - ma chi è celiaco si vede anche “svuotare” il portafoglio. Parola dell’indagine dell’Osservatorio dell’Associazione Italiana Celiachia (Aic) su oltre 3.000 pazienti in tutta Italia (info: www.celiachia.it).
L’Osservatorio ha rilevato che un paniere di dodici dei prodotti più spesso utilizzati in cucina (come pane, pasta, farina e preparati per pizze, biscotti e merendine, prodotti pronti surgelati) costa al celiaco da 40 a 60 euro, a fronte di prezzi che si aggirano sui 25 euro nel caso di alimenti “normali”. Oggi, i celiaci italiani, secondo l’indagine, spendono per gli alimenti speciali più di 140 milioni di euro in farmacia, poco meno di 15 milioni nei negozi specializzati e 45 milioni di euro nella grande distribuzione. E circa di 50 milioni di euro “sforano” i rimborsi coperti dal Servizio Sanitario Nazionale e devono essere sborsati dai pazienti di tasca propria.
Tuttavia il 60% dei celiaci non riesce a resistere ai cibi “vietati”, ovvero con glutine, e per 1 su 2 è quasi impossibile non trasgredire. Secondo lo studio, il 35% dei celiaci ritiene la dieta senza glutine un regime alimentare troppo rigido. Tuttavia 8 celiaci su 10 ammettono che infrangere le regole non è un piacere e 7 su 10 sono consapevoli che può nuocere alla loro salute. Nonostante questo, il 15% dei pazienti ha trasgredito almeno una volta nell’ultimo mese, ma dopo averlo fatto solo il 4% si sente gratificato e soddisfatto: il 35% si sente in colpa e in 1 caso su 5 non ne parla a nessuno; appena il 3% dei pazienti confessa al medico di aver mangiato cibo con glutine. Per ridurre la comprensibile voglia di trasgressione, secondo gli esperti, bisognerebbe aumentare disponibilità e varietà dei prodotti senza glutine, magari diminuendone anche il prezzo.
Purtroppo, infatti, al momento non esiste alcuna cura per questa malattia, se non una dieta senza glutine: “la pillola contro la celiachia - spiega Umberto Volta, responsabile della struttura semplice di malattia celiaca al Policlinico S.Orsola Malpighi di Bologna - è in fase avanzata di validazione e dovrebbe arrivare sul mercato. È composta da enzimi capaci di digerire il glutine in vivo, ma nella sperimentazione si è visto che agisce su 2-3 grammi di glutine, mentre nella dieta media del nostro Paese se ne assumono 10-20 grammi al giorno. C’è poi in sperimentazione un’altra pillola per bloccare l’assorbimento del glutine nella mucosa intestinale, ma i risultati sono meno incoraggianti del previsto. Quanto al vaccino, in sperimentazione sull’uomo negli Usa, serviranno almeno altri 7 anni di ricerche”.

Focus - I celiaci in Italia
Il numero dei celiaci nel Belpaese è in continua crescita: nel 2011 infatti, sul 2010, c’è stato un aumento delle diagnosi del 19%. Complessivamente in Italia i celiaci diagnosticati sono 135.800. Troppo pochi, secondo il Ministero della Salute, che ha appena depositato la sua relazione al Parlamento su questa malattia.
La celiachia è infatti l’intolleranza alimentare più frequente a livello mondiale, e ha una prevalenza stimata dell’1%. In Italia quindi dovrebbero esserci circa 600.000 celiaci e non 135.000. I dati del 2011 confermano comunque il trend in aumento già osservato negli anni precedenti. La Lombardia è la regione in cui risiedono più celiaci, mentre la Valle d’Aosta quella in cui ne risiedono meno. Dal confronto con i dati del 2010 risulterebbero oltre 13.000 nuove diagnosi, di cui più di 5.000 solo in Lombardia. La media dell’incremento nazionale è stata del 19%, con picchi in Lombardia e Sardegna (26%), seguite da Abruzzo (23%) e dalla Provincia Autonoma di Trento (22%). In Campania e Sicilia invece si è avuto l’incremento più basso, rispettivamente con il 9% e l’8%.
Le più colpite da questa patologia sono le donne: nel 2011 sono state 96.245 contro 38.655 uomini. Questo perché la celiachia è una malattia mediata da fattori ormonali. Il maggior numero di diagnosi si ha dai 10 anni in su: nel 2011 sono state 116.641 contro le 104.081 del 2010. Nella fascia d’età tra 6 mesi e 1 anno invece la Campania è al primo posto con 36 bambini celiaci, seguita da Abruzzo (8) e Sardegna (7). Fino ai 3 anni e mezzo invece al primo posto c’è la Lombardia (466), seguita da Campania (280) ed Emilia Romagna (250), mentre fino ai 10 anni e dai 10 anni in su le 3 regioni con più residenti celiaci sono Lombardia, Campania e Lazio.

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