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CINA: INDAGINE SU OLIO D’OLIVA ITALIANO CONTRAFFATTO A SHANGHAI, IN CORSO UN’INCHIESTA DOGANALE SULLE IMPORTAZIONI. PRODOTTO DA 13 AZIENDE ITALIANE, SAREBBE FATTO CON OLI DI ALTRI PAESI. L’OLIO MADE IN ITALY OCCUPA IL 35% DEL MERCATO CINESE

Le autorità doganali di Shanghai hanno aperto un’inchiesta sull’olio d’oliva importato dall’Italia, dopo che sulla stampa italiana è apparsa la notizia di un’indagine della Guardia di Finanza e Forestale secondo la quale molto olio made in Italy in realtà è fatto con oli di altri Paesi. La notizia sta avendo una forte eco in Cina, come riporta il quotidiano “Shanghai Daily”, e, secondo alcune informazioni, l’olio italiano starebbe sparendo dagli scaffali in attesa dei controlli. Nell’occhio degli investigatori anticontraffazione alimentare cinesi ci sono in particolare i prodotti di tredici grandi aziende italiane, indicate in Italia come coloro che alle olive e agli oli del Belpaese hanno unito quelli provenienti da Tunisia, Grecia, Marocco e Spagna.

Il blocco non dichiarato ma reale dell’olio italiano non rappresenta certo una buona notizia, soprattutto in questo momento. Prima della fine di gennaio cade il capodanno cinese, la più importante festività del Paese. Negli ultimi anni l’olio di oliva italiano, così come il vino ed altri prodotti, era entrato a far parte dei pacchi regalo. Nel 2010 la Cina ha importato più di 6.500 tonnellate di olio di oliva dall’Italia, raddoppiando il dato del 2009. L’olio d’oliva italiano occupa il 35% del mercato cinese, venduto sia nei negozi che on line.

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